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L’Aquila devastata dal terremoto dell’azzardo

Nel 2009, per finanziare la ricostruzione dell'Aquila il governo di allora introdusse in Italia "macchinette di nuova generazione", le famigerate Vlt. Sette anni dopo, non solo quei soldi non sono mai arrivati in Abruzzo, ma l'Italia si trova invasa dalle macchinette. Lo Stato incassa e i territori soffrono e pagano il conto: all'Aquila la spesa in azzardo è cresciuta del 73,7%.

di Mika Satzkin

Il terremoto che il 6 aprile 2009 devastò l'Aquila e la sua provincia ha lasciato crepe profonde. Materiali e immateriali. Per "mettere una pezza", il Governo di allora ebbe la pensata di di far cassa attraverso l'azzardo. Col Decreto per la ricostruzione dell'Abruzzo vennero così introdotte in Italia le VLT, macchinette per il gioco d'azzardo (legale) super veloci, installabili in "locali dedicati". Contestualmente iniziò il "gran casino" dei casinò online e la fine del contingentamento: fu da allora possibile saturare i locali con gli apparecchi da gioco. Oggi le VLT (o videolotteries), dove si può giocare anche con biglietti da 500 euro a volta, sono 52mila.

Nel frattempo, a 7 anni dal terremoto, i soldi promessi all'Aquila per la ricostruzione non sono mai arrivati. Le "buone cause" dell'azzardo finiscono sempre in qualche pozzo oscuro. E così, la magistratura indaga ma di quei soldi si è persa traccia. Ciò nonostante, le VLT continuano a girare e a maginare denaro, anche per l'Erario. Sono 7,941 i miliardi incassati dallo Stato nel 2015 dal settore giochi, buona parte provengono anche da quelle macchinette.

Dopo il terremoto, aall'Aquila e provincia sono aumentate le dipendenze. Farmaci, psicofarmaci, ansiolitici… E, per non farci mancare nulla, è aumentata anche la dipendenza da gioco d'azzardo.

A L'Aquila e provincia la spesa pro-capite in azzardo è passata da 780 euro, nel 2007, ai 1335 del 2012, ben al si sopra della media nazionale che e' di 1416 euro, con una crescita pari al 73,7%. Ai 1335 euro di spesa pro-capite degli aquilani va aggiunto un 20% di spesa nell'online.

I dati sono stati resi noti da Maurizio Fiasco, sociologo e presidente dell'Alea, in una conferenza stampa organizzata dalla Scuola internazionale "Etica & Sicurezza" dell'Aquila, diretta da Paola Guerra Anfossi.

"Un campanello d'allarme – osserva Fiasco – è relativo alle installazioni di slot-machine.

Da una ricerca fatta su tre indicatori di esposizione, la provincia dell'Aquila risulta tra le più invase dalle macchine.

A L'Aquila e provincia ci sono 13,2 gli apparecchi ogni mille abitanti e 32,8 ogni dieci chilometri quadrati.

Quello dell'Aquila è un monito per tutti. Soprattutto per chi vorrebbe introdurre un sistema di finanziamente del sociale tramite tassazione di scopo (le cosidette "buone cause"): non funziona, non ha mai funzionato, non funzionerà. La riprova è nei numeri. E nei fatti.


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