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La Carta della buona accoglienza è ora nazionale: firmano anche Anci e Viminale

Promossa dall'Alleanza delle cooperative sociali con i due importanti referenti istituzionali, innesta un deciso processo di superamento della logica emergenziale rispetto alla gestione dei richiedenti asilo: "È ora di un patto di diritti e doveri tra migranti e Stato Italiano, con l'obiettivo finale di convergere su un modello unico di accoglienza basato sul Sistema di protezione gestito dai Comuni, verso qualità e trasparenza sempre maggiori"

di Daniele Biella

"L’Italia è una porta di accesso naturale per l’Europa e il flusso di migranti che arrivano nel nostro Paese, in cerca di un rifugio da cruenti conflitti, o, comunque, nella speranza di un futuro migliore è e sarà sempre significativo. E’ nell’interesse del Paese e del suo futuro che la complessità del fenomeno migratorio sia governata coniugando rispetto della legalità e diritti delle persone. Uno sforzo congiunto può consentire di uscire da logiche e pratiche di emergenza, ponendo al centro i principi della sostenibilità e dell’integrazione”.

È questo l’incipit di un documento per certi versi storico, la Carta della buona accoglienza delle persone migranti (in allegato), firmata oggi a Roma dai rappresentanti di ministero dell’Interno, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Alleanza delle cooperative sociali. “Accogliere e integrare persone in fuga dalla miseria o dalla guerra è un impegno a cui nessun Paese può sottrarsi: sarà la sfida dei prossimi anni. “, sottolineano i promotori della Carta. Anche per questo occorre mettere a punto un modello di accoglienza e integrazione d’avanguardia, e l’Italia ne ha già uno, lo Sprar – Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati – gestito dai Comuni in sinergia con il Terzo settore. Per superare la fase emergenziale dell’accoglienza e arrivare a strutturare un sistema stabile ed efficace, la strada è quella di superare l’attuale sistema e convergere proprio sullo Sprar, adottandone i principi, la trasparenza amministrativa e le modalità di accoglienza”.

È chiaro l’impegno ad allargare prima possibile portata e impatto del modello Sprar, che a fine 2015 aveva all’attivo 430 progetti con 21.814 migranti accolti nelle specifiche strutture, il 20,05% del totale. Alla base della Carta, “c’è un patto di diritti doveri tra il migrante e il nostro Paese, con la ferma volontà di instaurare un circuito virtuoso tra diritti da tutelare e utilità sociali da condividere. A questo fine, l’attuale sistema duale di accoglienza dovrà convergere sul modello unico incarnato dallo Sistema gestito dai Comuni, alle cui Linee guida e al cui Manuale operativo farà riferimento il nuovo modello di accoglienza nazionale, a partire dalla trasparenza amministrativa già adottata dallo stesso Sprar sulla base delle linee guida emanate dall’Anac, Autorità nazionali anti corruzione, e del nuovo codice degli appalti”, sottolineano ministero, Anci e Alleanza cooperative sociali.

L’obiettivo primario su cui si impegnano i firmatari della Carta è quello di passare gradualmente dall’accoglienza in centri collettivi a percorsi di accoglienza in abitazione, con standard di qualità che garantiscano servizi adeguati, dalle caratteristiche delle stesse abitazioni alla presenza di personale socio educativo qualificato in ogni fase dell’accoglienza. L’adeguamento alle politiche dello Sprar si concretizzerà “anche nella previsione di percorsi di mediazione culturale, corsi di italiano, tutela legale, garanzia di pasti, vestiario, igiene personale, formazione professionale e azioni costanti di coinvolgimento dei territori che accolgono i migranti, con un lavoro congiunto di Comuni e Prefetture”.


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