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Basta sprechi. Cittadinanzattiva: “Al centro del dibattito i beni comuni”

Lo spreco è da alcuni anni un tema chiave del dibattito pubblico. Per Cittadinanzattiva, che dal 26 al 29 maggio si riunisce a Fiuggi con l'iniziativa SpreKO, è una questione trasversale, che non tocca solo cibo o acqua, ma il grande tema dei beni comuni.

di Marco Dotti

Lo spreco è da alcuni anni un tema centrale del dibattito pubblico, spesso, però, trattato in modo frammentario e riferito a singoli ambiti (acqua, rifiuti, risorse energetiche). Per Cittadinanzattiva lo spreco è invece questione trasversale. Una questione che tocca, però, il cuore stesso del grande tema dei beni comuni.

Dopo le due passate edizioni svoltesi a Spoleto, questo terzo appuntamento della Festa di Cittadinanzattiva sarà ospitato a Fiuggi, dal 26 al 29 maggio, grazie alla collaborazione della amministrazione comunale, e si terrà nell’ambito di Incluso IO, il Congresso nazionale dell’organizzazione.

SPRECO ALIMENTARE

Tra casa, scuola e ristorante ogni italiano spreca ogni anno 1600 euro in cibo buttato. Lo spreco alimentare si registra in gran quantità anche nelle mense scolastiche: come rivela una indagine svolta nel 2014 da Cittadinanzattiva, i referenti delle mense scolastiche denunciano che lo spreco di cibo si aggira mediamente intorno al 13%. Fra gli alimenti che più di frequente finiscono nella spazzatura, ci sono le verdure (23%), la pasta (19%), il pane (16%).

In 13 regioni si utilizzano esclusivamente contenitori e stoviglie riutilizzabili. In Piemonte, Marche, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Campania, Sicilia si usano sia contenitori riutilizzabili che mono uso, mentre in Molise si predilige sempre “l’usa e getta”. Inoltre, nel 70% degli istituti scolastici si usano tovagliette singole di carta.

LEGGI: TRISTAM STUART OLTRE LO SPRECO ALIMENTARE

SPRECO AMBIENTALE

Una abitazione su dieci in Italia risulta non utilizzata, più di 20mila le aree industriali dismesse in tutta Europa, 1700 le stazioni ferroviarie impresenziate nel nostro Paese. E ancora solo nel Veneto i capannoni industriali sfitti sono circa il 20% del totale; in Toscana, su un totale di 132 case cantoniere, 64 sono state trasferite alla Regione in attesa di una nuova destinazione; a Milano e Provincia l’11% degli uffici, pari ad una superficie di 1,3 milioni di metri quadri, è vuoto.

Un patrimonio edilizio che aspetta di essere rivitalizzato. Tra i beni abbandonati v’è di tutto: dalle centrali elettriche ai teatri e ai cinema, dalle biblioteche agli alberghi, dalle ferrovie agli impianti sportivi, ed ancora parcheggi, ospedali, abitazioni, uffici, industrie, capannoni…

A questo tema Cittadinanzattiva dedica, anche quest’anno, ampio spazio attraverso il progetto Disponibile!, lanciato due anni proprio in occasione della I edizione di SpreKO. Con l'iniziativa Disponibile!, Cittadinanzattiva vuole mettere in rete le buone pratiche già attive sul territorio nazionale per il riutilizzo di aree e beni abbandonati.

SPRECO SANITARIO

Macchinari non utilizzati o funzionanti a scarto ridotto, reparti chiusi anche se appena ristrutturati o sottoutilizzati per mancanza di personale, attrezzatture e dispositivi non adatti alle esigenze dei pazienti, personale sanitario costretto a turni di lavoro massacranti o in trasferta con costi aggiuntivi per le aziende sanitarie, burocrazia costosa e che ostacola il percorso di cura dei pazienti.

Sono queste le principali aree di sprechi in sanità segnalate nel Rapporto “I due volti della sanità”, presentato da Cittadinanzattiva nel marzo scorso.

Raggruppando per macro aree si tratta di sprechi riferibili per il 46% al mancato o scarso utilizzo di dotazioni strumentali e strutture sanitarie, per il 37% a inefficiente erogazione di servizi e prestazioni, per il 17% a cattiva gestione delle risorse umane.

Noi consumatori non dobbiamo essere docili, dobbiamo imporre le nostre scelte critiche e alla grande distribuzione non potrà che mutare le proprie politiche di vendita, accogliendo sui propri banchi – ad esempio – prodotti sformati, ma perfettamente commestibili come le patate che io raccoglievo per i miei maiali.

Tristam Stuart

SPRECO DELLE RISORSE UMANE

L’Italia continua a sprecare. Innanzitutto, i suoi giovani. Sono tanti, e spesso molto qualificati, quelli che vanno all’estero per sfuggire a condizioni di lavoro mortificanti.

Le scuole italiane non sono ancora né sicure né belle, il livello di dispersione scolastica rimane elevatissimo specie nel Mezzogiorno. Vi è stato nell’ultimo decennio un calo delle iscrizioni all’università, che ha riguardato soprattutto chi proviene da classi sociali meno avvantaggiate.

E c’è altro: l’Italia non valorizza il suo patrimonio, fatto di luoghi e saperi, ed è abnorme il fenomeno dell’abbandono di edifici, strutture e aree già “disponibili”.

L’Italia – osservano da Cittadinanzattiva – "rischia di sprecare irrimediabilmente alcuni beni comuni, come il suo Servizio sanitario nazionale, che sono un pezzo della sua identità oltre che della sua coesione sociale. L’Italia è il Paese dove si continua a sprecare tempo per discutere di diritti, dall’istituzione del reato di tortura alle questioni legate al fine vita, al tema delle unioni civili per le persone omosessuali, che andrebbero considerati essi sì “diritti acquisiti”. Spreca la possibilità, per chi ha sbagliato e riempie carceri invivibili e insalubri, di tornare a essere risorsa".


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