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Famiglia protagonista nel constrasto alla povertà

Sono proprio i nuclei familiari fragili a dover essere al centro di ogni progetto che ha l'obiettivo di contrastare la povertà. Per Ivano Abbruzzi è essenziale impegnarsi, istituzioni e privato sociale in sintonia «affinché possa realmente prendere forma un approccio alla povertà che sappia accompagnare le famiglie a partire dallo sviluppo delle loro risorse»

di Redazione

Combattere la povertà con le famiglie” sono proprio queste le parole usate nel titolo della conferenza promossa a MIlano da L’Albero della Vita per continuare nel suo impegno per imprimere una nuova direzione del welfare d’aiuto. E la prima osservazione che emerge è che le famiglie devono essere «al centro di ogni progetto che miri a contrastare la povertà». Da anni, infatti, L’Albero della Vita mette in campo interventi mirati per aiutare le famiglie povere con figli minorenni, continuando a sostenere il suo modello progettuale per contribuire con la propria esperienza a definire le aree di miglioramento nella strategia nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

Con Fondazione Emanuela Zancan, inoltre, ha promosso la ricerca “Io non mi arrendo” sulle fragilità nelle famiglie con minori che, in sette grandi città (Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo), ha identificato e approfondito i bisogni delle famiglie, gli aiuti ricevuti, l’utilità degli interventi ricevuti secondo il giudizio delle stesse famiglie, gli interventi non ricevuti e di cui invece le famiglie avvertono il bisogno e infine le risorse a disposizione e che si esprimono in una logica generativa. I ricercatori sottolineano come «La lotta alla povertà non è unidirezionale». La consapevolezza è che essa è una sfida racchiusa in un presupposto “non posso aiutarti senza di te”.

In uno scenario che negli ultimi anni ha registrato tassi altissimi di povertà minorile relativa e assoluta, l’acquisizione di centralità del fenomeno della povertà è confermata dall’avvio nel 2016 di una strategia strutturale, rivedendo il sistema degli interventi sia a livello nazionale sia locale. Le regioni e i comuni potranno aiutare più famiglie fornendo risposte più efficaci a condizione che i servizi sociali si predispongano a un lavoro di aiuto sempre meno assistenziale, creando le condizioni necessarie a operare insieme ai nuclei familiari per attivarne risorse e capacità.

Proprio partendo dall’ascolto, si può capire in che modo chi è povero affronta i problemi, non solo con gli aiuti che riceve ma anche con le proprie capacità e risorse e, soprattutto, quanto sia disposto ad aiutarsi e aiutare altre persone che vivono la stessa condizione. Attraverso le testimonianze dirette delle famiglie (277 i nuclei intervistati in Italia), la ricerca ha favorito una migliore comprensione degli aiuti necessari alle famiglie e dei potenziali “generativi”, ossia il coinvolgimento di ciascuno nella lotta alla loro povertà, considerando le persone come “centro” da cui partire per identificare soluzioni utili a definire degli interventi concreti

L’impegno de L’Albero della Vita contro la povertà e i suoi effetti si traduce da anni nella realizzazione di progetti di intervento sul territorio nazionale che coinvolgono non solo i minori, ma anche le loro famiglie, sempre all’interno di contesti di grave marginalità economica e sociale, con il fine di offrire a bambini e ragazzi opportunità educative, di socializzazione e di contrasto all’esclusione sociale. In particolare, con il progetto Varcare la Soglia, attivo a Palermo e Milano, la Fondazione ha mirato a coinvolgere interi nuclei familiari non solo attraverso la consegna di beni di prima necessità e la formazione e inserimento professionale dei genitori, ma anche attraverso un percorso di sostegno che ha favorito lo sviluppo delle loro potenzialità e la costruzione di una rete relazionale con la comunità. Si tratta di una metodologia di lavoro che ha agevolato l’assunzione dell’approccio di empowerment della famiglia, ossia la progressiva acquisizione della capacità di esercitare un controllo attivo sulla propria vita.

Ivano Abbruzzi, presidente di Fondazione L’Albero della Vita ha osservato da un lato che la Conferenza si è svolta «sullo sfondo di un momento cruciale per il territorio milanese, coinvolto nelle elezioni amministrative, e punta a far riflettere le istituzioni di diversi livelli sulle proprie politiche sociali, in particolare su quelle riferite alla povertà delle famiglie con figli. È sicuramente incoraggiante il lavoro che si sta definendo in materia di misure di contrasto alla povertà e riteniamo fondamentale che le istituzioni lavorino in sintonia tra loro, ma anche in accordo con le organizzazioni della società civile più impegnate sul tema» e ha poi concluso: «L’impegno in tal senso è essenziale affinché possa realmente prendere forma un approccio alla povertà che sappia accompagnare le famiglie a partire dallo sviluppo delle loro risorse».

Alla conferenza sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore al Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale di Regione Lombardia, Giulio Gallera e l’assessore comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Gallera ha ricordato che: «Regione Lombardia ha sempre messo la famiglia al centro delle sue politiche sociali. Lo ha dimostrato ancora una volta con l’approvazione del Reddito di Autonomia 2016 e con l’introduzione di due nuove misure, il Bonus Famiglia e Nidi Gratis che azzera la retta dei nidi. Obiettivo è sostenere le famiglie vulnerabili sul piano economico e sociale e a rischio povertà e attivare la persona e la famiglia come protagonista della propria autonomia. Passaggio fondamentale – ha concluso – è la creazione di Reti di Inclusione Sociale che creino una sinergia a sostegno delle vulnerabilità tra tutti gli attori presenti sul territorio».

Majorino da una parte ha ricordato come «in questi ultimi cinque anni il Comune di Milano ha avviato numerose misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito delle famiglie in condizioni di disagio socio economico. Dal Fondo anticrisi, ai patti di riscatto sociale, dalla social card ai buoni spesa, ai contributi per le giovani coppie per pagare l’affitto abbiamo cercato di dare una risposta alle richieste di sostegno al reddito, più che triplicate dal 2011 al 2013. Sono stati complessivamente impiegati 154 milioni di euro, la cifra più alta spesa da un comune in Italia in misure di integrazione del reddito, secondo l’analisi dell’Istituto di Ricerca sociale. Dal 2013 ad oggi abbiamo osservato una diminuzione delle istanze ma il problema dell’impoverimento dei nuclei familiari, ma anche degli anziani e di chi è adulto e solo resta» e ha concluso proponendo «l’introduzione di una misura strutturale, come il reddito comunale».

In apertura foto di Sean Gallup/Getty Images