Il Consiglio Comunale di Bergamo adotta una misura che vieta la vendita di ogni forma di azzardo legale il mattino dalle 7.30 alle 9.30, a metà giornata dalle 12 alle 14 e la sera dalle 19 alle 21. Un provvedimento che può diventare un modello di intervento sul territorio.
Accade a Bergamo, dove sul tema del contrasto all'azzardo legale il sindaco Giorgio Gori ha messo in campo un provvedimento di contrasto al "gioco d'azzardo lecito" - così si esprime il Regolamento approvato questa sera in Consiglio Comunale - che potrebbe diventare un modello di intervento replicabile anche in altre realtà.
L'operazione di Giorgio Gori parte da lontano, da un'attività di studio e ricerca che ha studiato il territorio, individuandone le criticità e le vulnerabilità sociali, arrivando a aggiungere al limite di spazio - le distanze dai luoghi sensibili previste dalla Legge delle Regione Lombardia per le nuove aperture di locali dotati di "offerta di gioco" - un limite orario. Un limite, e qui sta la novità, che non riguarda solo e unicamente lo slot machine da bar, ma tutte le forme di gioco con vincita in denaro che il nostro ordinamento oggi reputa "lecite": slot, vlt, Gratta e Vinci, lotterie istantanee...
Due eccezioni: Bingo e Totocalcio
Il regolamento prevede due eccezioni, motivate esplicitamente: il Bingo cui - si legge nel Regolamento - "viene riconosciuto il valore di essere giocato in compagnia, e per i più classici Lotto e Totocalcio, che solitamente prevedono tempi più lunghi tra una giocata e l’altra e quindi non portano al gioco compulsivo". Nelle sale Bingo, ricordiamo, è tassativamente vietato l'accesso ai minori.
Dati e cifre di un territorio
A muovere la decisione del comune, un'indagine a tappeto sula spesa in azzardo e le abitudini del consumo. Per il solo comune di Bergamo - osservano Valeria Carella e Maurizio Fiasco - il consumo pro-capite raggiunge il valore di 2.536 euro, pari al 54% in più della media provinciale. Lo scostamento denuncia la pervasiva esposizione dei cittadini - in particolare minori e anziani - all’offerta di gioco pubblico d’azzardo.
I punti di vendita dedicati all’azzardo sul territorio del Comune di Bergamo risultano essere n131, dei quali 115 q “pubblici esercizi”, 6 quali sale per cosiddette Video Lottery Terminal e 10 “Altre sale” (centri scommesse e simili). In rapporto alla superficie di competenza del Comune, si tratta di 1 punto di gioco ogni 0,31 chilometri quadrati.
Nel biennio 2013-2014 la propensione nazionale al consumo di gioco d’azzardo aveva subìto una
contrazione (pari 4,7%). Nell’anno 2015 il consumo ha invece ripreso ad aumentare, riportando i dati ai valori dell’anno di picco (2012). Comparando i dati della provincia di Bergamo del 2012 e del 2015, si rileva un
incremento anomalo; il consumo registrato nel 2015 è invece il picco massimo raggiunto nella storia dei giochi pubblici con denaro.
Un'indagine a tappeto
A monte e a fianco del provvedimento, l'amministrazione comunale di Bergamo ha deciso di svolgere una ricerca sulla popolazione giovanile e il suo rapporto con il gioco d'azzardo "lecito". Si tratta - osserva Simone Feder, che ha condotto la ricerca - "della prima indagine fatta su una città di questa portata. Ha coinvolto un l’ambito 1 di Bergamo - un importante circondario scolastico-metropolitano – che comprende 23 istituti delle scuole medie e 30 istituti delle scuole superiori, per circa 15mila ragazze e ragazzi".
Negli istituti secondari di primo grado, il 51,2% dei giovani dichiara di conoscere luoghi in cui si può giocare tranquillamente d'azzardo. Mentre negli istituti secondari di secondo grado la percentuale crese fino al 73%.
A preoccupare è la prossimità relazionale: il convenience gambling, l'azzardo di prossimità, è non solo agevolato dalla sua diffusione nei luoghi di aggregazione, ma anche dal fatto che l'iniziazione avviene osservando parenti - nonni, zii, fratelli.
“Bisogna tener conto - osserva Feder - dell’azzardo che sta penetrando nel contesto famigliare. All’incirca il 24% di ragazzi afferma di avere, tra genitori, nonni o parenti stretti, persone che giocano d’azzardo abitualmente. Abitualmente significa tutti i giorni. Chi è entrato a contatto con l’azzardo, gioca settimanalmente con l’azzardo”. Un problema non da poco: contrastare la proliferazione territoriale del cosiddetto "gioco pubblico" significa fermare anche questo effetto-traino a valanga, dove il contatto con un'occasione di gioco con un giocatore-parente svolge la funzione di innesco. "Mettere limiti e soglie", osserva il sindaco Gori, "non è proibizionismo, ma gestione di un problema. I cittadini ci chiedono proprio questo".