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Riusiamo l’Italia, nasce l’Osservatorio online

Il progetto dell’economista Giovanni Campagnoli lancia un nuovo strumento per raccogliere tutte le informazioni, le news e il sentiment sugli edifici abbandonati in Italia

di Lorenzo Maria Alvaro

«Il web non è solo un luogo di ricerca di informazioni, ma sempre di più un luogo di informazioni utili per la ricerca». Spiega così l'economista Giovanni Campagnoli (qui un'intervista del 2014 ) l'ultimo progetto nato nel seno del percorso “Riusiamo l’Italia”: un Osservatorio on line su questi temi. «Usando piattaforme di social intelligence realizzate ad hoc da Bewe e Roialty e che si appoggiano sul web costruito da Leonardo . Queste piattaforme hanno molte funzioni: tra questa – utilissima – un reader di news dedicate al tema. Poi la possibilità di misurare il sentiment su questo aspetti».

Qualche dato rilevato in quest’ultimi giorni (dal 25 giugno ad oggi).
Partiamo dal tema: quantitativamente è rilevante ed impatta in modo forte sui territori: le fabbriche abbandonate sono 1.000 in provincia di Treviso ed i capannoni vuoti 1.500 in provincia di Novara . Emergono alcuni casi emblematici: i grandi hotel a Varese, a San Pellegrino, uno zuccherificio nel catanese, una cascina nella pianura padana.

Il riuso è una pratica che avanza e le buone prassi di moltiplicano, dai sette capannoni a Reggio Emilia, all’arte urbana a Firenze, dalla nuova “factory” di Soverato, ai ragazzi che recuperano un quartiere imparando un lavoro a Bari. Sempre più diffuse le pratiche di riuso temporaneo, da quelle di un borgo abbandonato perché bombardato durante la seconda guerra mondiale nel Lazio all’incontro per un grande gioco a Senigallia in un ex Ospedale psichiatrico, fino ad un festival in Molise.

Presentato in settimana anche un disegno di legge sul riuso di spazi a favore di start up ed anche – in ambito musicale – un nuovo video a Crotone sui beni culturali.

Prevalgono però i problemi generati dallo stato di abbandono degli spazi dismessi: igiene pubblica (“ratti giganti” a Udine), incendi a Sesto SG e Anzio, eternit a Montecatini, furti a Bagheria e Rimini, dove emerge anche il degrado urbano. Fenomeni di ordine pubblico (i rave a Bologna), criminalità e malvivenza a Torino, inquinamento da polveri a Palermo, integrazione religiosa a Spilimbergo. Emerge anche il tema delle opere pubbliche incompiute, da Porto Torres a Mantova, con una accusa di programmazione sovrastimata di abitazioni rispetto alla popolazione.

Tutto ciò dà conto come il fenomeno sia ben presente sui territori, diffuso su tutto il Paese, generi sia buone prassi, ma anche un “sentiment” negativo visti i tanti e troppi problemi che il vuoto provoca negli abitanti (vedi figura sopra). Il web oggi registra quindi più paure che speranze legate al vuoto, che invece genera fiducia quando viene riempito di idee, cultura, arte, incontri, rigenerazione civile… Una bella indicazione da seguire nei prossimi anni.


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