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Il nostro ricordo di Gugliemo Minervini

È morto nella notte tra lunedì primo agosto e martedì 2 Guglielmo Minervini, capogruppo di Noi a sinistra alla Regione Puglia, era stato Assessore alle Politiche giovanili, ruolo in cui invocava una Ruiforma del Servizio civile. Ecco un'intervista a Vita.it

di Redazione

È morto nella notte tra lunedì primo agosto e martedì 2 Guglielmo Minervini, capogruppo di Noi a sinistra alla Regione Puglia. Era malato da tempo e aveva sempre combattuto con tenacia perché la sofferenza non avessero il sopravvento. Nato nel 1961, era docente di informatica negli istituti superiori e direttore editoriale della casa editrice La Meridiana. Già consigliere regionale nell'ottava e nona legislatura, dapprima eletto nella lista della Margherita e successivamente nel Pd. Ha ricoperto la carica di assessore regionale dal 2005 al 2015 con delega alla gestione delle risorse umane, trasparenza, politiche giovanili e sport, trasparenza e legalità e protezione civile e trasporti. Tra i suoi atti più importanti, il programma ”Bollenti spiriti” che ha promosso la formazione e l'avvio al lavoro per migliaia di ragazzi pugliesi. Ha iniziato a fare politica giovanissimo, con l'impegno nel mondo del volontariato, ispirandosi alla figura di don Tonino Bello. Ha promosso la nascita della cooperativa La Meridiana, impresa protagonista del panorama editoriale nazionale, impegnata sul fronte della pedagogia, del pacifismo e del cattolicesimo democratico.

Per ricordarlo riproponiamo un’intervista rilasciata a Vita.it tre anni fa a cura di Daniele Biella in cui Minervini insisteva sulla necessità di riformare il Servizio civile.

Scrivi Puglia, leggi regione del servizio civile 2.0. “Lo penso come una novità radicale, ben diverso da quello attuale, che vada incontri a bisogni più ampi e diffusi di cittadinanza attiva e solidale. Tra pochi mesi cominceremo a sperimentarlo”. Guglielmo Minervini, neoassessore regionale alle Politiche giovanili, è netto nella sua visione del futuro di un’esperienza che fino a pochi anni fa era il fiore all’occhiello dell’azione governativa verso i giovani ma oggi ristagna in una palude dove la scarsità di fondi e il disinteresse ai piani alti sembrano farla da padrone.

Da quando è stato eletto, in ogni uscita pubblica cita sempre la necessità di rivoluzionare il servizio civile. Cosa ha in mente?
Ritengo sia l’ora di passare a un servizio civile più flessibile e dinamico di quello attuale, che venga svolto non in un’unica soluzione di sei mesi o un anno, ma diffuso nel tempo, che possa occupare i weekend, i momenti in cui non si studia, l’estate: una sorta di servizio civile 2.0, vicino alle necessità delle nuove generazioni. Che si sleghi da quello che è stato finora, e che abbia come priorità, assieme all’arricchimento formativo, la costruzione di una coscienza attiva verso gli altri e il territorio in cui si opera.

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