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Cooperazione & Relazioni internazionali

Obama vs Trump, quello che c’è dietro le foto più virali del web

Due scatti, due atteggiamenti opposti: il candidato alla presidenza tiene per sé un ombrello gigante, il presidente uscente lo lascia a moglie e scorta prendendosi la pioggia. Centinaia di migliaia di condivisioni sui social (così come, sempre contro Trump, il nuovo video degli U2 e quello di molte star di Hollywood), ma qual è l'origine degli scatti e, soprattutto, il loro significato è così a senso unico? Intanto, stasera lo scontro diretto Trump-Clinton in tv

di Daniele Biella

Due foto che dicono tutto. La contrapposizione è netta: Barack Obama – presidente degli Stati uniti ancora per poche settimane – altruista, disposto al sacrificio di prendersi un acquazzone, Donald Trump – candidato alla Casa Bianca per i Repubblicani, contro Hillary Clinton – che si ripara sotto un gigantesco ombrellone lasciando incredibilmente scoperta la persona al suo lato.

Sono giorni che negli States (a poche ore dallo scontro diretto in televisione tra Trump e Clinton, alle 3 di questa notte ora italiana, prevista un'audience da record: 100milioni di telespettatori) questi due scatti stano facendo il giro del web: lanciate inizialmente da un utente twitter, hanno avuto migliaia di retweet, ancora di più su facebook – 120mila condivisioni e 185mila likes – pubblicate da uno scrittore non così noto al grande pubblico fino a poche ore prima. Come accade in questi casi, la viralità della foto ha scatenato commenti di ogni tipo, per la gioia dei sociologi di tutto il mondo. Divertenti, dissacranti (su tutti: “il parrucchino di Trump è delicato, ha bisogno di un ombrello grande”), molti. Seri, anzi serissimi, altri. Quasi tutti in un senso: Obama è il buono, Trump il cattivo.

Ora, narrazione e fatti di questi mesi vanno proprio in quella direzione: il magnate spara a zero su migranti e “diversi” di ogni genere, in modo molto politically incorrect, raccogliendo proprio per questo molti consensi dall’elettorato con la bava alla bocca per rabbia e insoddisfazione. Il primo presidente nero nella storia degli Usa, invece, è il simbolo dell’altruismo e dell’apertura, e l’ultimo discorso tenuto all’Assemblea Onu di pochi giorni fa a New York parla da sé.

Ma, torniamo al punto, queste dicono veramente tutto? Probabilmente no. Partiamo dal contesto: dove sono stati realizzati i due scatti? Quello con Trump (Lorren Elliot, Tampa Bay/Associated press), è recente: era il 24 agosto 2016, a Tampa, in Florida, lo sfidante alla Casa Bianca è accanto a Pam Bondi, procuratore generale dello Stato (che tre anni prima – storia nella storia – al momento della sua rielezione, decise di non procedere per frode contro la Trump university). Era l’aprile del 2013, invece, quando venne fatta la seconda foto (Jewel Sama, Getty images): Obama era alla base aerea Andrews nei pressi di Boston, in procinto di recarsi sul tragico luogo dove un attentatore aveva ucciso tre persone durante la maratona cittadina. Scelta d’opportunità quella di Trump di rimanere sotto l’ombrello per allontanare gli echi di un precedente favore? Momento catartico quello di Obama dove l’ultima preoccupazione era rimanere sotto la pioggia?

Detto questo, pur ammettendo che l’accostamento delle foto vada dritto nella direzione della propaganda anti-Trump, il risultato rimane forte, in particolare pensando a quella che molti esperti hanno già definito come “la campagna elettorale più brutta di sempre”, proprio perché spinta dai soffi populisti del magnate statunitense e, comunque, resa ancora più incandescente dai leaks sulle email di Hillary Clinton dalle quali esce la figura di una statista non del tutto al passo delle prassi di sicurezza nazionale. E lo stesso forte impatto, lo stanno avendo in queste ore – perlomeno sui social network, da tarare poi sull’elettorato vero e proprio, ovviamente – due video anch’essi diventati virali. Ecco il primo.

Pagina facebook ufficiale degli U2, a conti fatti il gruppo musicale contemporaneo più influente al mondo, da anni in prima linea in varie battaglie sociali: è il 23 settembre 2016, a Las Vegas, quando la band inizia a suonare “Desire” con alle spalle spezzoni di immagini di Trump che dice “Il sogno americano è finito”, mentre Bono chiede più volte “What do you have to lose? Gamble” (Cosa avete da perdere? Scommettete) al pubblico prima di gridare “Il sogno americano è vivo”, contrapponendosi apertamente al tycoon statunitense. Il video, a meno di tre giorni dalla pubblicazione, è arrivato a 3,4 milioni di visualizzazioni.

Il secondo, invece – quasi 7milioni di visualizzazioni dalla data di uscita, il 21 settembre 2016, a questo link la versione con sottotitoli in italiano – è una campagna promossa da una nutrita serie di star di Hollywood per il sito savetheday.vote, che tra il serio e il faceto (con un divertente tormentone finale slegato dal messaggio elettorale) chiede di andare a votare iscrivendosi per tempo ai registri, e di andare a votare contro Trump, quindi per Clinton. Un video che sul web ha già la sua parodia, ma che dimostra come le attuali elezioni siano oramai per molti, comprese le miliardarie stelle del cinema le cui vite a livello pratico non avrebbero scossoni significativi dalla vittoria dell’uno o dell’altro, siano diventato una battaglia all’ultimo voto “preoccupati per la democrazia”. Chissà cosa accadrà, nella notte di domenica 13 novembre 2016.


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