Cooperazione & Relazioni internazionali

Ecco la coop sociale che sta tenendo in piedi il welfare di Norcia

"Ci occupiamo di servizi a famiglie, minori, anziani e disabili dal 1985, in queste ore siamo un punto di riferimento anche per le autorità", spiega Costanza Carocci, presidente della cooperativa L'Incontro, raggiunta al termine di una riunione con i rappresentanti di Regione Umbria. "La priorità è rimettere in condizione di operare i nostri 80 soci-lavoratori, così da raggiungere gli utenti ovunque essi siano fuggiti"

di Daniele Biella

“La casa è caduta, ma si può ricostruire. L’importante è che sia rimasta la vita, che nessuno sia morto nella scossa del 30 ottobre, che non si sia ripetuto lo strazio di Amatrice. Ora rimbocchiamoci le maniche e pensiamo a come ricominciare a lavorare subito, perché la ripartenza passa da lì, dal lavoro”. Determinata e pronta a fare la sua parte: è Costanza Carocci, presidente della cooperativa sociale L’incontro di Norcia, che quattro giorni fa ha perso tutte le strutture in cui ospitava anziani, bambini, disabili, “almeno 200 persone, compreso chi raggiungevamo tramite l’assistenza domiciliare”. Dalla notte al giorno, tutti via, “compresi i nostri 80 soci-lavoratori, che in alcuni casi si trovano negli stessi alberghi degli utenti”, sottolinea Carocci.

Operatori e beneficiari assieme, sotto lo stesso tetto di emergenza: anche questo provoca il terremoto: “nel dramma, è una situazione comunque agevole per la prima assistenza a chi non può muoversi da casa, perché l’operatore è già lì”, riporta Carocci. “E’ chiaro che è tutto temporaneo, ma bisogna fare di ogni necessità virtù”. È questo il mantra da seguire in queste ore caotiche e piene di affanno, “ore in cui il Comune non riesce a fare fronte alle richieste dei cittadini e noi, per quanto possibile, svolgiamo questo servizio, essendo presenti in città dal 1985 e fin da allora siamo un punto di riferimento per tutta la collettività”. Il lavoro di recupero delle informazioni riguardo agli utenti non è così semplice: “molte famiglie sono andate in luoghi che ancora non sappiamo, e in alcuni casi, per quanto riguarda i genitori separati, ci sono padri che non sanno dove sono le madri con i figli o viceversa, dato che il loro rapporto era già compromesso da tempo”.

La sensazione è quella che ogni singolo aspetto, progetto o situazione specifica sia tornata in un attimo all’anno zero. Quando la raggiungiamo, la presidente della coop L’incontro ha appena terminato una riunione con rappresentanti dell’assessorato alle Politiche sociali della Regione Umbria: “si sono poste le basi per la ripartenza, il primo nodo fondamentale, dopo avere fatto una lista degli utenti come ci è stato chiesto dalla Regione, è proprio quello di rimettere gli operatori in condizione di lavorare, essendo comunque tutti disposti a raggiungere i beneficiari terremotati nei luoghi in cui si trovano ora”, spiega Carocci. “In un secondo momento, comunque a breve, capiremo e dove come rimettere in piedi ogni singola struttura”. Tra queste, una Rsa, un asilo nido, un doposcuola, un punto di ascolto psicologico per famiglie, minori compresi.

Tanta, tantissima sussidiarietà. Cancellata dalla notte al giorno: “Io fortunatamente vivo fuori dal centro storico, la mia casa è rimasta in piedi. Ma ieri, quando sono andata nel centro storico accompagnata dalle forze dell’ordine per recuperare gli oggetti più importante della nostra sede, anch’essa del tutto inagibile, sono rimasta pietrificata, perché la città vecchia era talmente bella che vederla ora distrutta provoca un senso di smarrimento pazzesco, nel quale ti rendi conto di come la vita sia appesa a un filo”, sottolinea Carocci.

Se le autorità arrancano facendo comunque il possibile e mettendosi a disposizione del Terzo settore, in un ribaltamento dei ruoli che fa capire quanto sia centrale il ruolo del non profit nella società attuale, cosa possono fare le persone lontane dai luoghi del sisma per dare una mano (tra le varie iniziative solidali c’è quella dell’acquistare prosciutto di Norcia, leggi qui)? “Continuare a seguire quello che accade, a parlare di noi e con noi. Anche domani, settimana prossima, tra un mese. Appena superata questa fase emergenziale e acquisita la lucidità necessaria, vogliamo ripartire impostando anche un progetto serio e strutturato sulla ricostruzione, che avrà bisogno dell’aiuto di tutti. Una prima idea è creare una cittadella in cui tutti i servizi saranno vicini l’uno all’altro, così da non disperdere energie”, sottolinea la presidente della coop L’Incontro.

Foto di copertina: Filippo Monteforte/Getty Images


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