Comitato editoriale

Disabilità e lavoro, la Cisl premia Aism

L'associazione ha ricevuto oggi il Premio Premio CISL "Flavio Cocanari". Paolo Bandiera: «ci aspettiamo molto dalla riforma della legge 68, in affiancamento ai decreto attuativi del Jobs Act». Due i temi di attenzione particolare: la valutazione dell'idoneità alla mansione e lo smartworking come formula “quasi naturale” di accomodamento ragionevole

di Sara De Carli

Aism ha ricevuto oggi il Premio Premio CISL "Flavio Cocanari", nell’ambito dell’evento “Disabilità e lavoro, alla prova dei diritti”. Aism e Cisl hanno collaborato all'interno dell'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità anche in merito alla recente riforma del Jobs Act. I decreti attuativi del Jobs Act hanno infatti riconosciuto proprio ciò che Aism chiedeva nella sua Agenda 2020: ovvero il diritto al part time per chi ha gravi patologie cronico-ingravescenti e degenerative dall’andamento estremamente altalenante, come già previsto per le patologie oncologiche. Le persone con SM pertanto, che fino a ieri rischiavano di dover abbandonare precocemente il proprio lavoro, con il part time come diritto possono ora “conciliare” con più facilità le necessità legate al ciclo altalenante della malattia e il diritto al lavoro.

Nel corso della mattinata si è tenuto anche il workshop “La sfida delle disabilità, gravi patologie e non-autosufficienze nei luoghi di lavoro”, in cui sono stati presentati alcuni casi aziendali e contrattuali di aziende che hanno già realizzato politiche di inclusione dei dipendenti con disabilità, dalla cessione di permessi solidali sino alla prospettiva del disability manager (ne abbiamo parlato qui). Per Paolo Bandiera, Direttore Generale Aism, che ha moderato la tavola rotonda insieme a Silvia Stefanovichj, responsabile disabilità della Cisl, si tratta di «un premio di estrema importanza, il riconoscimento di un impegno che l’associazione ha da tempo su lavoro e disabilità. La nostra attenzione non è solo all’inserimento mirato ma anche al mantenimento del lavoro. La sclerosi multipla è una malattia cronica con un andamento imprevedibile, serve la capacità delle aziende di mettere in campo progetti in grado di adattarsi quotidianamente a questa evoluzione della malattia, imprevedibile». A volte basta poco per realizzare il famoso “accomodamento ragionevole” previsto: il classico adattamento della postazione, rivedere i turni, prevedere una flessibilità nei permessi, per chi ha problemi di incontinenza non avere la scrivania distante 300 m dalla toilette… «Il “pacchetto conciliazione” deve prevedere non solo le cure salvavita ma anche garantire alle persone la riabilitazione, la possibilità di gestire gli effetti secondari di un farmaco», spiega Bandiera.

Aism da tempo fa informazione e sensibilizzazione ai datori di lavoro, accanto a programmi di empowerment per le persone, nell’ottica di «aumentare la capacità di gestire le diverse situazioni, perché è la persona che vive ogni giorno sul posto di lavoro», continua Bandiera. Ovviamente «la possibilità di permanenza lavoro in condizioni di massima utilità deriva anche da avere buoni contratti collettivi e buone politiche aziendali, per questo il lavoro con i sindacati è fondamentale. Non si tratta solo della legge 68 e delle quote ma di riconoscere un valore alla disabilità in un contesto di diversità: chi ha fatto questo passaggio ha visto generarsi un capitale spendibile dall’azienda stessa. Ad esempio l’attenzione maturata verso una componente interna ha reso le aziende consapevoli del fatto che quel valore era mutuabile anche verso la clientela, così l’accoglienza è diventata un valore aziendale, non un approccio di emergenza o un problema. È una visione diversa».

Aism è un’associazione e porta il know how di un’associazione, ma il lavoro impattante «lo fanno i sindacati, con i contratti lavoro: è importante intervenire sulla filiera della legge 68, ci aspettiamo molto da riforma della legge 68 in affiancamento ai decreto attuativi del Jobs Act», sottolinea Bandiera. Aism tiene in particolare alla idoneità alla mansione, che il decreto 81 affida a medici competenti: «abbiamo fatto un’intesa con i medici del lavoro ed igiene industriale, perché ci siamo resi conto che era necessario rafforzare le competenze di valutazione dei medici, abbiamo visto inidoneità che potevano invece non comportare impedimento al lavoro». Un altro fronte di lavoro, sempre di intesa con Cisl, è il riconoscimento su base volontaria dello smartworking «come formula “quasi naturale” di accomodamento ragionevole», all’interno del prossimo ddl sul lavoro autonomo, prevedendo che in caso di disabilità il recesso da tale formula sia comunicato con 90 giorni di anticipo. «Il futuro del lavoro delle persone con disabilità è trovare formule innovative, poiché nessuno è tanto disabile da non poter lavorare», chiosa Bandiera.