Attivismo civico & Terzo settore

Con l’accordo Ue-Canada su OGM e pesticidi si deciderà in segreto

Nel testo del CETA, che mercoledì arriva a Strasburgo, le decisioni sull’equivalenza tra sostanze chimiche e prodotti geneticamente modificati sono rinviate a tavoli di esperti che operano al di fuori del controllo pubblico. Stop TTIP Italia: «Gli europarlamentari che dicono sì all’accordo non l’hanno letto o sono irresponsabili»

di Redazione

A soli due giorni dal voto del Parlamento Europeo sul CETA, l’accordo di libero scambio tra Canada e UE, la maggioranza degli eurodeputati sembra non aver ancora letto il testo. In molti tentano di rassicurare le migliaia di persone che, insieme alla Campagna Stop TTIP Italia, stanno scrivendo e telefonando ai loro uffici, con la richiesta di respingere un trattato dai gravi impatti sociali e ambientali.

Le 1600 pagine del CETA, infatti, sono dense di concreti pericoli per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Come ha denunciato ieri il parlamentare europeo Dario Tamburrano, il rischio di ingresso di OGM e pesticidi attualmente vietati è non solo possibile, ma altamente probabile, così come l’importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni della crescita.
Più volte la Commissione Europea ha tentato di smentire con dichiarazioni nette questi rischi. Il ruolo del pompiere, in Italia, lo ha svolto il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Ma le rassicurazioni di Roma e Bruxelles non trovano riscontro sul testo consolidato del CETA, che anzi le priva di ogni fondamento.

È sufficiente leggere l’allegato 5-D, che traccia le linee guida per il riconoscimento di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie nei due Paesi. Stando al CETA, è possibile ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto – e quindi evitargli nuovi controlli nel Paese in cui verrà venduto – se si è in grado di dimostrarne «oggettivamente» la sostanziale equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. La sostanziale equivalenza si valuta in base ad una serie di criteri o linee guida. Ma il testo del CETA non le ha mai definite.
Quel paragrafo cruciale, sulla determinazione e il riconoscimento dell’equivalenza, è lungo mezza riga e dice così: «Saranno concordate in un secondo momento».

«Il CETA fallisce clamorosamente nel tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – Invece di vietare chiaramente l’ingresso di alimenti geneticamente modificati e sostanze chimiche tossiche, spalanca le porte a una deregolamentazione violenta e irreversibile. Questo accordo contiene espressioni vaghe e pericolosissime, e potrà essere implementato anche dopo la ratifica dall’organismo di cooperazione regolatoria, un gruppo di tecnici il cui operato non è soggetto ad alcun controllo pubblico. Tutto questo è inaccettabile, il Parlamento Europeo non può mettere la testa dei cittadini sotto la scure del grande business. Gli eurodeputati italiani devono respingere il CETA e rispettare le richieste della società civile».


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