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Oltre 33mila presenze nella casa famiglia di Pescara

Sono 600 le famiglie accolte fino ad oggi nella “Casa Famiglia Trenta Ore per la Vita” di Pescara che, inaugurata nel 2009, ospita i bambini in cura nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Spirito Santo e le loro famiglie. Da anni l’associazione sostiene diversi progetti di ospitalità come risposta alla migrazione sanitaria

di Redazione

A Pescara la casa famiglia Trenta Ore per la Vita, una delle strutture che l’associazione ha contribuito a realizzare grazie al Progetto Home, sorta nel 2009, ha ospitato sino ad oggi circa 600 famiglie per un totale di oltre 33mila presenze: attiva da otto anni e gestita dall’Agbe-Associazione Genitori Bambini Emopatici onlus, ha l’obiettivo di dare risposta alla crescente richiesta di accoglienza per i bambini in cura presso la sezione di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale Spirito Santo di Pescara e per i loro familiari.

Le strutture realizzate attraverso il Progetto Home hanno l’obiettivo di consentire di vivere la malattia stando vicini ai bambini e costruendo un ambiente familiare lontano da casa. Ogni anno sul territorio nazionale più di 2.300 tra bambini e adolescenti si ammalano di tumore e leucemia e la malattia spesso costringe le famiglie a lunghi periodi lontano dalla loro residenza.

Nonostante la ricerca abbia fatto passi in avanti, infatti, i centri specializzati in onco-ematologia pediatrica non sono presenti in tutto il territorio italiano e, secondo l’ultimo rapporto del Censis, in Italia sono 71mila i minori ricoverati fuori dalla loro regione, mentre l’80% dei pazienti affetti da tumori e leucemie migrano verso le regioni del centro-nord.
Un dato che segna la costante crescita del fenomeno della migrazione sanitaria, con relativi costi sostenuti dai pazienti: la spesa media annua infatti per un paziente oncologico ammonta a circa 7.000 euro tra “costi diretti” e viaggi.

Alla luce di questa situazione, il Progetto Home intende fornire, gratuitamente, un luogo amico per garantire ai bambini e alle loro famiglie il sostegno psicologico e materiale necessario durante l’intero periodo delle cure.

Nel corso degli anni Trenta Ore per la Vita ha sostenuto numerosi progetti, contribuendo a realizzare residenze, reparti e percorsi di riabilitazione motoria e di formazione per i volontari.
Oltre a quella di Pescara, infatti, tra il 2014 e il 2016, l’Associazione Trenta Ore per la Vita ha contribuito a finanziare altre strutture di accoglienza: la “Casa di Alice” a Napoli, la “Casa di Fausta” a Modena, il “Villaggio del sorriso” a Pisa. Sono in corso i lavori per la costruzione di due nuovi poli di accoglienza a Bari e Roma.

A Pescara, a Milano e a Monza sono nati, invece, tre centri di riabilitazione motoria e presto sarà inaugurato a Roma il reparto di ematologia pediatrica del Policlinico Umberto I.

Trenta Ore per la Vita ha sostenuto, anche, la formazione dei volontari a Firenze e a Bologna affinché potessero prendersi cura dei piccoli pazienti e delle loro famiglie e ha garantito a Roma, in una grande casa di accoglienza, l’opportunità di un sostegno psicologico alle famiglie per affrontare i momenti più bui della malattia.

Ultima in ordine cronologico, l’inaugurazione del nuovo reparto di radioterapia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Al suo interno, il “bunker’” di radioterapia dove avviene il trattamento radioterapico dei piccoli pazienti oncologici è stato trasformato, attraverso numerosi dipinti, in un acquario che accoglie i bambini in un paesaggio marino ricco di pesci colorati, per rendere più spensierato il difficile momento della terapia

L’onco-ematologia pediatrica in numeri
Secondo i più recenti dati dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (Airtum), la sopravvivenza dei piccoli malati a cinque anni dalla diagnosi è dell’82% per quanto riguarda i tumori e dell’83% per le leucemie.
Nell’ultimo decennio, infatti, sempre secondo l’Airtum, l’andamento dell’incidenza di tutti i tumori maligni nei bambini (età 0-14 anni) è stazionario e dal 1995 sono diminuiti del 2% su base annua i casi di leucemia acuta linfoblastica.
Negli adolescenti (età 15-19 anni), al contrario, l’incidenza di tutti i tumori maligni è aumentata in media del 2% l’anno: soprattutto nelle femmine (+2%), per lo più linfomi di Hodgkin, mentre in entrambi i sessi si registra un aumento dei tumori della tiroide (+8%).


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