Cooperazione & Relazioni internazionali

Zimbabwe, ancora molta confusione

Resta incerta la situazione nel Paese africano, dove si sarebbe consumato un colpo di Stato. L’esercito, autore ad inizio settimana del colpo di stato, continua a sostenere di aver preso di mira solamente criminali che gravitano attorno al presidente Mugabe

di Marco Marcocci

La situazione dello Zimbabwe resta estremamente confusa. L’esercito, autore ad inizio settimana del colpo di stato, continua a sostenere di aver preso di mira solamente criminali che gravitano attorno al presidente Mugabe e che lo stesso presidente, e la consorte Grace, leader del partito Zanu-Pf, sono al sicuro. Quest’ultima sembra che si trovi in Namibia.

In un messaggio le forze armate affermano che la magistratura può esercitare tranquillamente la propria autorità “quale braccio indipendente dello Stato” e “senza timore di essere ostacolata”. Nello stesso comunicato viene chiesto agli altri servizi di sicurezza di "cooperare per il bene del paese” e si ammonisce che “ogni provocazione avrà un'appropriata risposta”. Osservatori occidentali e lo stesso Financial Times e il New York Times danno una lettura diversa e non esitano a dire che si tratta di un vero e proprio golpe.

Ad ingarbugliare ancor di più la situazione ha contribuito il tweet del partito al governo Zanu-Pf, di cui fa parte il presidente Robert Mugabe e signora, che nelle prime ore di ieri ha cinguettato che “non c'è stato alcun golpe, solo una transizione senza spargimento di sangue".

Inoltre si parla dell’arresto di “persone corrotte e disoneste" e, con riferimento al presidente Mugabe – definito un "uomo anziano di cui la moglie si approfittava" – si specifica che è stato messo in custodia.

Il twett in chiusura conferma che ci sono state “poche esplosioni” causate dai “disonesti che hanno resistito agli arresti, ma che sono ora detenuti".

Tra questi risulta esserci anche il ministro delle finanze Ignatius Chombo, uomo di punta della fazione “G40” (Generation 40) del partito di governo Zanu-Pf, alla cui guida si trovava Grace, la moglie di Mugabe. Sembra che il gruppo “G40” stesse progettando varie azioni per impedire che salisse al potere la “Lacoste Faction”, sostenitrice del vicepresidente Emmerson Mnangagwa (soprannominato “il coccodrillo”), defenestrato una settimana dallo stesso Mugabe e prima di allora indicato come il successore alla poltrona presidenziale. Anche Grace verrebbe accreditata come aspirante nuovo presidente del paese al posto del marito Robert, e da questo duello tra i due pretendenti è nata la complicata situazione attuale.

Intanto Mnangagwa su Twitter ha applaudito l’intervento dell’esercito che ha evitato “di creare una dinastia familiare” ed ha aggiunto che “una fase di transizione guidata dall'esercito spianerà ora la strada a un'elezione libera, corretta e democratica”.

Mentre nel paese la miseria e la disperazione continuano a diffondersi tra la gente, agenzie internazionali non escludono la pista cinese come la vera sostenitrice del golpe. Sembra infatti che, la Cina, tramite una joint venture, è riuscita a mettere le mani sui giacimenti di diamanti, capaci di generare 200 milioni di dollari di valore al mese.

Un altro giallo nel giallo. Per ora l’unica cosa certa è che nello Zimbabwe la gente continua a morire di fame, ma questo passa in secondo piano.


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