Welfare & Lavoro

Cambogia: i bambini adottati in Italia salgono a 11

Parla la direttrice di Licadho, Naly Pilorge, ora in Danimarca: abbiamo raccolto «tre casi, che coinvolgono 11 bambini adottati in Italia, tutti nel 2008. Un caso, il caso 3 del report, riguarda 4 bambini, il caso del video, riguarda anch’esso 4 bambini e altri 3 bambini sono della sorella di quella donna. Non sappiamo quali organizzazioni italiane siano coinvolte»

di Sara De Carli

Non sono 4 ma 11 i bambini adottati da famiglie italiane nel 2008 che potrebbero essere coinvolti nello scandalo che riguarda le adozioni internazionali in Cambogia. L’organizzazione cambogiana Licadho ha raccolto le testimonianze di tre donne. «Fino ad ora i miei collaboratori hanno ricevuto tre casi, che coinvolgono 11 bambini adottati in Italia, tutti nel 2008. Un caso, il caso 3 del report, riguarda 4 bambini, il caso di Neang Yun, quello del video, riguarda anch’esso 4 bambini e altri 3 bambini sono della sorella di Neang Yun», spiega la direttrice di Licadho Naly Pilorge, ora in Danimarca.

Ho quindi commesso un errore nell’articolo di ieri, di cui mi scuso con i lettori e gli interessati, assumendo che la ricostruzione riportata nel report e la testimonianza del video rilasciato dall’organizzazione riguardassero lo stesso caso, mentre – conferma Pilorge – «si tratta di due casi differenti, riguardanti entrambi quattro bambini. Per il caso di Neang Yun non abbiamo ancora scritto al governo italiano ma lo faremo presto. Abbiamo informato il governo italiano solo rispetto al caso n. 3 del report e non ha risposto. Abbiamo chiesto informazioni sul caso n. 3 anche a MoSAVY e atteso queste informazioni per oltre sei mesi, senza risposta». Pilorge dice che «sappiamo che gli enti italiani autorizzati erano otto – AiBi, Aipa, Ariete, Ciai, Cifa, Comunità di Sant’Egidio, Lo Scoiattolo, Naaa – ma non sappiamo quali organizzazioni siano coinvolte». Non si sa cioè quali siano gli enti con cui le adozioni sono state concluse, fermo restando che gli enti ricevono dal Paese estero i documenti che attestano lo stato di adottabilità di un minore. Licadho, ribadiamo, afferma di aver informato la Cai rispetto al caso riportato nel report ma non per quello denunciato nel video.


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