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Il rischio scioperi sui pellegrinaggi a Lourdes in treno

Tre mesi di agitazione sulle ferrovie francesi, la denuncia del presidente dell'associazione che riunisce le organizzazioni dei pellegrinaggi d'oltralpe «gli scioperi del maggio 68 non fermarono i treni bianchi» cosa che invece potrebbe accadere ora. L'Unitalsi dall'Italia ha dovuto anticipare la partenza del primo viaggio stagionale da Verona e trasbordare i pellegrini sui pullman a Ventimiglia

di Antonietta Nembri

Oltralpe i ferrovieri sono scesi sul piede di guerra contro la riforma della Scnf annunciata dal governo e per rivendicazioni salariali, annunciando da aprile a giugno 36 giorni di sciopero, in pratica treni fermi due giorni ogni cinque. Disagi quindi per i viaggiatori e i pendolari, ma tra le “vittime” degli scioperi francesi ci sono anche dei passeggeri particolari: i pellegrini di Lourdes. Tra i primi a essere colpiti i volontari e i malati del pellegrinaggio Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) che avrebbero dovuto partire in treno da Verona il giorno di Pasquetta. Per non incappare negli scioperi delle ferrovie francesi la soluzione trovata è stata quella di anticipare la partenza nella serata di Pasqua e una volta giunti a Ventimiglia fare un trasbordo su pullman e raggiungere così Lourdes su gomma.

Il viaggio della sezione Triveneta dell’Unitalsi era anche quello inaugurale della stagione dei pellegrinaggi dell’organizzazione in un anno molto significativo: i 160 anni dalle apparizioni ei 115 anni della stessa Unitalsi che si occupa di organizzare i pellegrinaggi per anziani, ammalati e disabili. Oltre un secolo di attività in cui il trasporto ferroviario è stato il prescelto: i treni bianchi erano il mezzo preferito per tante ragioni tra cui la possibilità di permettere il trasporto, grazie alle carrozze infermeria anche dei malati che necessitano di viaggiare in barella. Negli ultimi anni i problemi legati al trasporto ferroviario non sono mancati (vedi l’allarme lanciato nel 2014 ). Ora a lanciare un nuovo allarme dalle pagine online de La Croix è Alain Baty, presidente dell’Hospitalité de la Mayenne e dell’associazione che riunisce i presidenti dei gruppi di volontariato francofono che in una lettera aperta denuncia le conseguenze degli scioperi sui pellegrini di Lourdes. Si osserva che sebbene la metà delle diocesi francesi abbiano optato per i viaggi in pullman (opzione adottata anche dalle associazioni italiane) restano ancora moltissimi pellegrini che viaggiano in treno grazie anche agli accordi tra la stessa Sncf, il santuario di Lourdes e gli organizzatori dei pellegrinaggi. Accordi che prevedono anche soluzioni in caso di scioperi o di malfunzionamenti, ma denuncia Baty questa condizione non è stata rispettata. Nella lettera ricorda che al pellegrinaggio in programma per il 28 aprile dovrebbero partecipare 800 persone. Due i tgv riservati ma «al momento, malgrado le mie richieste ai sindacati non abbiamo treni», ma non solo sottolinea anche le difficolta nel modificare l’organizzazione che necessita una logistica attenta: «Noi accompagniamo persone malate, disabili o anziani. Ci è impossibile modificare le date previste da un anno. E per molti pellegrini questo viaggio è la loro solo uscita annuale, senza considerare il fatto che purtroppo alcuni non ci saranno più l’anno prossimo».

Su La Croix si legge anche la reazione di padre Jacky-Marie Lhermitte, presidente dell’associazione francese dei direttori diocesani dei pellegrinaggi che osserva: «Questo sciopero impatta la situazione ben oltre il singolo viaggio. Noi non ci opponiamo né al governo né ai ferrovieri. Tuttavia credo che un movimento sociale dovrebbe prendere in considerazione i cittadini più deboli e fragili».

I treni dei pellegrinaggi non furono fermati neppure durante il maggio del 1968 «quando gli scioperi paralizzarono il Paese», ricorda Baty «Far passare i nostri treni quest’anno sarebbe l’occasione per rispondere in modo magnifico al presidente della Sncf sulla necessaria priorità del servizio ai più fragili». E la scelta del pullman per i pellegrini di Mayenne non è possibile come ricorda sempre il presidente dell’Hospitalité «In alcuni bus non potremmo trasportare che sei o sette malati», osserva ricordando che il pellegrinaggio ne conta circa 200. In pratica dozzine di pullman.


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