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Clericus cup, il Cupolone è a stelle e strisce

Finale a reti inviolate. Battuto il Collegio Urbano. Decisivo ai rigori capitan Nyce che alza al cielo la Coppa, ringraziando il Papa, incontrato tre giorni fa. Il trofeo consegnato al North American Martyrs dal consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini. Bronzo per la Gregoriana, 3-1 dal dischetto contro il Sedes Sapientiae

di Redazione

In Vaticano la Champions è dei North American Martyrs​. Dopo cinque anni la Coppa con il Saturno torna al Collegio americano del nord. I NAM riescono infatti a domare i Leoni d'Africa, alla loro quinta finale consecutiva, scucendo dalla loro maglia biancogialla lo scudetto CSI, vincendo ai calci di rigore la finale della Clericus Cup 2018.

Il Cupolone si tinge così a stelle e strisce. Partita da incorniciare nonostante lo 0-0. È stato infatti un derby del Gianicolo spettacolare dall’inizio alla fine, ricco di emozioni, rovesciamenti di fronte e tante occasioni da gol, alcune clamorose. Per sbloccare la finale sono serviti però i tiri dal dischetto: quando il capitano dei Nam William Nyce – cui Papa Francesco aveva sussurrato mercoledì scorso “che tipo clericale che sei!” a margine dell’udienza in cui aveva benedetto la Coppa – ha gonfiato la rete è esplosa la festa USA. Il capitano, venuto da Arlington in Virginia, al terzo anno nel Pontificio Collegio Americano del Nord è felicissimo. Dedica la vittoria al Santo Padre, esulta per la duplice grande emozione di questi ultimi giorni: l’assist del Pontefice ed il gol di questa mattina.

Clima infuocato sugli spalti, con i cori e i colori delle due tifoserie, una accanto all'altra in fraternità. Come sul Gianicolo, dove i collegi sono confinanti: a sinistra quello americano, a destra quello di Propaganda Fide. A bordo campo, il consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini, il presidente del Csi, Vittorio Bosio e la voce di Carlo Nesti, storico telecronista Rai, a raccontare la finale in diretta per Radio Vaticana.

Partita subito vivace. "Let's go Martyrs!”, cantano sugli spalti i tifosi statunitensi, che ci credono. Ma nei sessanta minuti intensi, senza un attimo di calma, si va ai rigori. Per i NAM segnano Floersch, Hokamp, Frei e Nyce, mentre è ininfluente il palo colpito da Goldhammer. Per i Leoni d’Africa in gol Mbah e Badji, fatali invece gli errori dal dischetto del capocannoniere del torneo Kayiwa e Tibanyendera. Dopo il penalty di Nyce esplode la festa americana. Ecco il classico “We are the champions” cantato dai tifosi dei SuperNam dopo il tradizionale terzo tempo di preghiera, ricco di abbracci e complimenti reciproci tra amici e vicini di casa. Significativo come sia il rettore, oggi sconfitto, Mons. Vincenzo Viva a intonare “Salve Regina”, con il latino capace immediatamente di riaffratellare i seminaristi avversari per un’ora e mezza soltanto. Quindi ecco la Coppa con il nome dei Martyrs inciso passare dalla mani di don Alessio Albertini a quelle del rettore del PNAC (Pontificial North American College) Peter. C. Harman.

Le voci dei protagonisti

«È stata una vittoria bellissima, dopo una partita molto combattuta. Faccio i complimenti ai ragazzi del Collegio Urbano. Sono felicissimo», dice William Nyce, il capitano coraggioso, che ha mantenuto la giusta freddezza nel segnare il rigore decisivo. Può finalmente alzare la Coppa dopo tre anni con la maglia dei NAM. Felicissimo anche Paul Floersch, dal Nebraska, top scorer dei NAM e tra i migliori in campo oggi: «La nostra forza è stata la fraternità, preghiamo sempre prima e dopo ogni partita. Con questo torneo siamo diventati un grande gruppo».

Delusione sui volti degli ex campioni in carica. «Sono felice per il premio di miglior cannoniere – dice Kayiwa – ma triste per aver perso una coppa che sognavamo tanto. Ma faccio i complimenti ai nostri vicini, che hanno giocato bene, e sono contento per loro». «Abbiamo fatto il possibile per vincere, giocando sempre con spirito vincente. Ma il calcio è così, non abbiamo meritato di perdere. I rigori sono una lotteria – dice il congolese mister Mukendi – Non ho nulla da rimproverare ai miei ragazzi, che ringrazio». L’allenatore dell’Urbano va a complimentarsi con quello dei NAM. Mister Olson si gode la vittoria e anche il premio di miglior allenatore, visto che ha riportato in Paradiso i North American Martyrs dopo quattro anni bui. «Dedico la vittoria a tutti i cristiani perseguitati nel mondo e a tutti i nostri ragazzi che verranno ordinati nei prossimi mesi. Questo è il nostro vero traguardo. La nostra forza? Pazienza, gruppo e psicologia – dice Olson, prima di tornare negli spogliatoi e prepararsi per la festa – Oggi in collegio grigliata all’americana, con cheeseburger e birra per tutti».

I premi del torneo
Come tradizione oltre ad un riconoscimento a ciascuna delle 16 formazioni iscritte, verranno assegnati oggi alcuni premi individuali. Saranno premiati al termine della finale il miglior tecnico, il miglior portiere, il miglior giocatore e il miglior realizzatore. Occorrerà per conoscerli attendere le ultime prestazioni nei 60 minuti finali. Ma il miglior allenatore, comunque vada l’esito della finale sarà il reverendo Drew Olson, che dopo quattro anni bui per i colori “stars and stripes” ha saputo condurre i suoi colleghi calciatori fino all’atto finale. Il cannoniere del torneo è l’ugandese Robert Kayiwa, bomber dell’Urbano con 6 reti all’attivo fino alla semifinale. Tra i portieri il riconoscimento premia l’ottima stagione del pararigori del Sedes Sapientiae, il tanzaniano Gerald Kabomo, autore di grandi interventi nel corso del campionato. Come MVP del torneo l’attaccante celeste del Mater Ecclesiae, il nigeriano Peter Saater Akire, capace di giocate di grande qualità, impreziosite da gol di pregevole fattura, e da grandi spunti anche fuori dal campo. La sua maglia celeste fatta autografare mercoledì scorso in udienza da Papa Francesco ne è un esempio.