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Il gesto razzista che colpisce una ragazza sul treno a Milano

«Vicino a una nera non ci sto», le dice una signora. Lei è la figlia di Paola Crestani, presidente del Ciai che commenta: «Il mondo di oggi è fatto di persone di tanti colori e di lingue diverse. Ed è per questo che i razzisti la loro “missione” l’hanno già persa in partenza»

di Lorenzo Maria Alvaro

Paola Crestani è la presidente del Ciai – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia e da anni si occupa di diritti dei ragazzi e di adozioni. Ma è anche la mamma di Shanthi, una 23enne di origini indiane.

Crestani è abituata a comparire sul sito e sulle pagine di Vita come professionista, per via del suo ruolo. Questa volta invece compare come mamma. Per via un suo post su Facebook che ha raccolto 26 mila reazione e oltre 7mila condivisioni.

È purtroppo il racconto di una brutta avventura vissuta da sua figlia. «Ieri pomeriggio l’ho accompagnata in stazione centrale a Milano e ha preso il Frecciarossa in direzione Trieste», scrive nel suo post Crestani.

«Poco dopo mi manda questo messaggio: “Mi sono seduta al mio posto e la signora vicino a me mi fa: ma lei è in questo posto? E le faccio sì signora… e lei posso vedere il biglietto… gliel’ho fatto vedere e mi fa: ah beh io non voglio stare vicino a una negra. E si è spostata… Assurdo”. L’ho subito chiamata e mi ha raccontato che un ragazzo che aveva assistito alla scena ha preso le sue difese dicendo alla signora di vergognarsi. Dubito che lei lo abbia fatto ma se n’è andata. Come dovrebbero fare tutti i razzisti: ANDARSENE! Perché, che ne siano consapevoli o no, il mondo di oggi e del futuro è questo: un insieme di persone di tutti i colori, di diverse lingue, di culture differenti. Non solo nelle strade, negli autobus, nei treni o negli aerei ma anche nel business, nella finanza, nella moda, nelle università, nello sport. Quindi, razzisti, che vi piaccia o no, avete già perso!».

«È stato sconcertante», racconta, «sentire nelle parole di mia figlia quanto possano ferire i pregiudizi. L’aspetto preoccupante è che ogni giorno siamo costretti a confrontarci con queste realtà. Resta però la convinzione che il mondo di oggi sia fatto di persone di tanti colori e di lingue diverse. Ed è per questo che i razzisti la loro “missione” l’hanno già persa in partenza», sottolinea.

Alcuni interventi su Vita.it l'hanno vista intervenire sul tema migrazioni. Diceva allora Crestani: «L’egoismo vince sull’umanità. Sembra essere questo il messaggio che ci arriva dal Consiglio d’Europa dopo l’intesa firmata oggi dai 28 leader europei sulla questione migranti», mentre rivolgendosi a Salvini sul tema ong spiegava: «Ci prendiamo cura di ognuno di loro senza fare distinzione rispetto al Paese di provenienza, al colore della pelle, alla lingua che parlano o alla religione in cui credono. Lo facciamo come se fossero i nostri figli perché, da mamme e da papà, sappiamo che la cosa che più serve ad ogni bambino è essere al sicuro, sentirsi accolto nella comunità in cui vive, poter crescere felice».

Su “Non solo Adozioni”, il blog che cura su Vita.it, invece aveva scritto un post dal titolo “Il razzismo sulla pelle dei nostri figli” in cui scriveva, «mia figlia è di colore, e anche lei soffre sempre di più della discriminazione a cui l’ondata crescente di razzismo sottopone tutti coloro che non sono considerati “tipicamente italiani”. Lo vedo dallo sguardo di disprezzo con cui alcuni la guardano in metropolitana, dalla difficoltà nel trovare lavoro, dalla diffidenza con cui le persone le si rivolgono, se proprio devono». E aggiungeva che dovremo tutti «prendere esempio proprio dalle famiglie adottive che sperimentano nella quotidianità che è possibile costruire una società solidale, aperta ed inclusiva, attenta ai bisogni di ciascuno, dove l’accoglienza è una risorsa per tutti e la diversità è una ricchezza».

Quando una mamma e una professionista coincidono al cento per cento.


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