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Decreto sicurezza, ecco il vademecum Naga per capire cosa cambia

Importante strumento informativo messo a punto dalla storica associazione che a Milano fornisce assistenza medico-legale ai migranti. "Aumenterà irregolarità e tensione sociale: gli effetti del provvedimento saranno purtroppo l'esatto opposto di quell'aumento di sicurezza che prevede il governo", spiega a Vita.it la neopresidente Sabina Alasia

di Daniele Biella

Ore decisive per il Decreto Sicurezza: in discussione al Senato, il provvedimento fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini potrebbe essere approvato addirittura con il voto di fiducia, data la contrarietà espressa al testo da parte di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle, tra cui Nugne, Barbato, Fattori e De Falco.

L’associazione Naga, con all’attivo un’esperienza pluridecennale nell’assistenza medico-legale a persone straniere in condizioni di vulnerabilità indipendentemente dal possesso del permesso di soggiorno, ha approntato in vista dell’approvazione del Decreto un utile vademecum per capire nel dettaglio cosa cambia nell’impalcatura del diritto d’asilo italiano. Ecco alcuni punti sostanziali (che sono parte del materiale di approfondimento, visibile e scaricabile dal sito del Naga a questo link) del documento prodotto dall’associazione, accompagnati dalle parole che Vita.it ha raccolto sentendo la neopresidente del Naga stesso, Sabina Alasia. "Sono due i temi fondamentali che tocca il Decreto: l'abolizione della protezione umanitaria e il ridimensionamento dello Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati".

Si apre con il doppio prospetto qui sopra la sintesi del vademecum Naga. La Commissione territoriale, quindi, non potrà più concedere il permesso umanitario ma una "protezione speciale" per casi specifici di carattere umanitario di particolare gravità. Un probabile problema dei primi mesi dopo l'attuazione del Decreto è quello relativo a "chi ora sta 'a metà', ovvero chi ha ricevuto il diniego di protezione umanitaria ma ha fatto ricorso prima del nuovo Decreto e chi ha in mano il permesso umanitario che, essendo biennale, scadrà necessariamente da qui a due anni", spiega Alasia. Che fare ora per queste migliaia di persone che rischiano l'irregolarità una volta di fronte a un diniego? "Ovviamente bisogna valutare caso per caso. Di certo se si riesce a convertire la protezione umanitaria a permesso per lavoro prima della scadenza è meglio", risponde la presidente del Naga. Rimangono fuori però dal provvedimento "i richiedenti asilo vulnerabili, ovvero chi ha problemi di salute, fisici o mentali, e chi ha subito violenze durante il viaggio migratorio: vulnerabilità non invalidanti ma che segnano la persona. Con i cambiamenti in atto finiranno in strutture Cas, Centri di accoglienza straordinaria prefettizi, indistintamente con altri utenti, mentre fino a oggi c'era la possibilità di inserirli nel circuito Sprar". Il problema, aggiunge Alasia, "è che da un nostro monitoriaggio a tappeto sui Cas – che sono ad affidamento diretto da Prefettura a ente gestore – risulta che a parte qualche esperienza positiva molti non soddisfano i requisiti richiesti dal bando, soprattutto in termini di cura personale, formazione e accompagnamento all'autonomia". Ecco, comunque, la lista completa dei permessi che verranno assegnati dopo la conversione in legge del Dl Sicurezza.

Qui sotto, invece, il Naga riassume le novità in materia anagrafica e giuridica riguardanti la persona che chiede o ha già ottenuto una forma di protezione internazionale. Il primo punto, in particolare, richiama il fatto che non sarò più possibile per un richiedente asilo iscriversi anagraficamente al proprio Comune di domicilio.

L'altro punto nodale del Decreto è il restringimento del sistema Sprar a due categorie: minori stranieri non accompagnati e adulti già titolari di protezione internazionale. "I progetti Sprar, i cui capofila sono i Comuni coinvolti, sono sottoposti a un controllo fiscale molto elevato e quindi affidabile. Inoltre spesso sono collocati tramite accoglienzxa diffusa e non concentrati in tanti in poche strutture. Tutto questo ora viene meno per i richiedenti asilo e i titolari di protezione umanitaria" , spiega la presidente del Naga.

Come leggere dal punto di vista politico questo decreto? "Volendo fare un'analisi corretta dei dati, di fornte a una propaganda governativa che parla di maggiore controllo futuro verso i 'finti profughi', si assisterà invece all'aumento di persone che al termine del percorso di richiesta di asilo politico si troveranno in condizioni di irregolarità e marginalizzazione, a forte rischio di entrare in contatto ed essere sfruttati dalla criminalità. Anche perché è chiaro che i rimpatri di cui si parla sono impossibili da effettuare sia in termini economici che pratica, data la mancanza di accordi bilaterali con gran parte degli Stati di provenenienza", riporta Alasia.

In conclusione, ecco altri punti salienti di cambiamento della prassi una volta entrato in vigore il Decreto sicurezza. "Ulteriori elementi di preoccupazione", perché viene aumentato il tempo di permanenza in quel limbo giuridico che sono gli ex Cie (Centri di identificiazione ed espulsione) ora Cpr (Centri per il rimpatrio), aumentano anche i paletti per ottenere la cittadinanza italiana e, infine, viene abolito il gratuito patrocinio di fronte a un'impugnazione dichiarata "inammissibile".


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