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Politica & Istituzioni

Decreto sicurezza, cari deputati 5S sapete cosa state votando?

Il giornalista e docente universitario Fabrizio Tonello ha scritto una lettera aperta ai deputati del Movimento 5 Stelle per chiedere loro se davvero intendono votare «un decreto vendicativo, crudele, controproducente e, soprattutto, incostituzionale»

di Redazione

Fabrizio Tonello è un giornalista e un docente universitario. Ma è sopratutto uno degli italiani che ospita in casa propria un profugo. A Bologna, dove abita, ha infatti aperto casa propria a Moussa, 19enne africano arrivato in Italia con un gommone. Per questo Tonelli è sensibile al tema dei migranti e da quando ha conosciuto Moussa «mi sono reso conto di tante cose e tutto quello che sta accadendo in questo momento col cosiddetto decreto sicurezza mi fa orrore». Il provvedimento infatti non solo perché viola la legge del mare ma è anche incostituzionale. Così ha preso carta e penna è ha scritto un appello ai deputati del Movimentio 5 Stelle per chiedere loro se davvero abbiano intenzone di votare quel provvedimento.


Caro Deputato,
Ti voglio parlare di una storia che riguarda centinaia di ragazzi come Moussa, un ragazzo africano che è arrivato in Italia nell’agosto di tre anni fa, a 16 anni, con un gommone approdato a Lampedusa.

Lo abbiamo incontrato per la prima volta in un caffè di Bologna, io, mia moglie Antonella, lui e l’operatrice della cooperativa. Noi da un lato del tavolino, loro dall’altro, c’era un grande imbarazzo. Lui, che è musulmano, ha bevuto un succo di frutta. Noi un bicchiere di vino, era la prima volta che ci parlavamo e ci siamo fatti raccontare la sua storia: era cresciuto con uno zio che dirigeva una scuola religiosa, il cui scopo istituzionale è creare integralisti islamici. Moussa è credente ma non ha nulla di integralista, anzi avevamo la sensazione che avesse lasciato il suo paese e traversato il Mediterraneo in gommone proprio per sfuggire a quella situazione.

Non ricordo il suo primo giorno in casa, ma mi torna sempre in mente l’arrivo con una grande valigia, la sua prima valigia. La seconda, invece, era piena di scarpe. Moussa ha una passione sfrenata per le scarpe da ginnastica, ne regala spesso ai suoi amici. Io e Antonella non avevamo figli, siamo una coppia che si è creata tardi nella vita, volevamo offrire uno spazio e condividere un pezzo del nostro percorso.

Moussa oggi di mattina lavora come mediatore culturale presso la Cooperativa che inizialmente si era occupata di lui e dei suoi compagni, mentre la sera frequenta l'ultimo anno di un istituto tecnico per il turismo. Da quando è arrivato ha fatto vari stage, compreso uno disastroso in un albergo della provincia di Treviso, dove è emerso il razzismo che ora non si nasconde più nella nostra società. Per fortuna, devo dire che tutti gli altri datori di lavoro sono sempre stati contenti di lui, soprattutto perché è una delle persone più affidabili che io abbia mai conosciuto.

L’altra grande passione di Moussa è il teatro: ha chiesto di farlo appena è arrivato qui dall'Africa, aveva 16 anni. Il teatro per lui è stato un modo per entrare in relazione con altre persone, non voleva solo stare con chi come lui veniva dai Centri accoglienza, voleva stare anche con gli italiani. Quei centri che il decreto sicurezza ora vorrebbe ampliare e potenziare, chiudendo invece le strutture Sprar, le uniche che funzionavano non solo per la protezione umanitaria ma soprattutto per l'integrazione. Quando si chiudono gli Sprar si finisce a dormire in stazione, come hanno fatto anche molti compagni di Moussa a Napoli per settimane.

Un giorno, dopo pochi mesi, Moussa ha cominciato a chiamarci "papà" e "mamma", parole che fanno un po' paura per le responsabilità che implicano. Solo dopo ho capito che in Africa sono espressioni di rispetto verso gli anziani, non implicano uno specifico grado di parentela. In ogni caso, "mamma" e "papà" restano parole pesanti, ti danno il senso dei doveri che hai nei confronti di una persona.

Spesso dicono a me e ad Antonella “Aah ma come siete bravi”. Un'espressione che non ci piace per nulla: «Siamo stati bravi? E tu che potresti fare delle piccolissime cose per essere “bravo” anche tu, perché non le fai?». Dire «Ah ma come siete bravi» è un modo per delegare agli altri lo sforzo del prendersi cura di qualcuno. Facciamo quello che dovrebbe essere normale, in un paese civile, in tempi come questi.

A volte mi dicono che Moussa ha «degli occhi così carini». In realtà, basterebbe guardarli tutti negli occhi, questi ragazzi, per leggere la profondità del loro dolore e la luce di speranza che ancora conservano. In questi due anni ci siamo accorti che noi questi ragazzi non li guardiamo mai negli occhi.

Da quando abbiamo Moussa con noi ci siamo resi conto di tante cose e tutto quello che sta accadendo in questo momento col cosiddetto decreto sicurezza ci fa orrore.

Un decreto vendicativo, crudele, controproducente (metterà sulla strada ragazzi che oggi cercano faticosamente di integrarsi) e, soprattutto, incostituzionale. Lo sapete che è incostituzionale: l'art. 10 della Carta prescrive tassativamente di offrire asilo a chiunque "non goda nel suo paese delle garanzie democratiche offerte dalla Costituzione italiana". Non ci sono scappatoie, palleggi di responsabilità con Malta o con la UE, liste di paesi africani "buoni" o "cattivi": la Carta sui cui avete giurato prescrive di dare asilo a chi viene da paesi in guerra o da dittature corrotte.

Davvero il Movimento 5stelle può votarlo senza perdere l'anima? Davvero tu ti senti di votarlo per disciplina di partito? Pensi che l'Italia accogliente, che in larga parte ha votato per voi nel marzo scorso potrebbe accettarlo? Il decreto Salvini è molto peggio di dieci inceneritori in Campania e gli elettori queste cose se le ricordano, senza badare ai sondaggi prezzolati.

Buon lavoro,
Fabrizio

Sullo stesso tema qui l'analisi di Mario Morcone


La lettera è rivolta in particolare ai deputati:

Valentina Barzotti, Raffaele Bruno, Santi Cappellani, Paola Deiana, Rina De Lorenzo, Giuseppe D'Ippolito, Carmela Di Lauro, Yana Chiara Ehm, Antonio Federico, Veronica Giannone, Concetta Giordano, Riccardo Ricciardi, Doriana Sarli, Elisa Siragusa, Gilda Sportiello, Simona Suriano, Guia Termini, Roberto Traversi e Gloria Vizzini.

Per chi volezze mandare l'oro una mail con l'appello come testo è bene ricordare il formato della mail istituzionale è COGNOME_INIZIALE DEL@camera.it.


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