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2 milioni in più per il Dopo di noi (ma ne avevano annunciati 8,9)

La Legge di Bilancio approvata alla Camera contiene un aumento di 2 milioni di euro per il Fondo della legge 112/2016. Una buona notizia. Nei giorni immediatamente precedenti però il sottosegretario Cominardi (M5S) aveva annunciato che dal 2019 il Fondo sarebbe stato innalzato a 60 milioni

di Sara De Carli

Due milioni di euro in più per il Fondo per il Dopo di Noi nel 2019: ad ottenere l’incremento del Fondo della legge 112/2016 è stato un emendamento alla Legge di Bilancio a prima firma di Elena Carnevali, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio della Camera e poi inserito nel testo della Manovra approvato dalla Camera con voto di fiducia. L’emendamento aveva chiesto in verità 5 milioni di euro, corrispondenti al ripristino del Fondo per il Dopo di Noi a quota 56,1 milioni di euro, la cifra prevista dalla legge e tagliata appunto di 5 milioni per il 2019 nella manovra dell’anno scorso dal Governo Gentiloni ma è stato approvato solo in seguito a una riformulazione che portava la cifra a 2 milioni di euro.

Si tratta di una buona notizia, ma a metà. Nei giorni immediatamente precedenti all’approvazione dell’emendamento, il 29 novembre, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Cominardi (M5S), dando risposta scritta a un’interrogazione presentata da Elena Carnevali e altri deputati Pd, aveva infatti annunciato che per il 2019 il Fondo per il Dopo di Noi avrebbe avuto 8,9 milioni di euro in più grazie a un «emendamento presentato dal Ministro per la famiglia e disabilità, assentito da questo Ministero»: le risorse del Fondo pertanto – ha scritto Cominardi – «sono state non solo ripristinate, ma per di più aumentate fino a 60 milioni di euro. La disposizione, infatti, prevede un incremento sino a 60 milioni di euro annui, in luogo dei 51,1 milioni per il 2019 e dei 56,1 milioni di euro a decorrere dal 2020 previsti a legislazione vigente, della dotazione del Fondo denominato “Dopo di noi”. Concludendo, l'impegno del Governo permetterà un aumento delle risorse destinate al fondo pari a 8,9 milioni di euro nell'anno 2019, 3,9 milioni di euro per l'anno 2020 e 18,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021». A settembre peraltro il Governo si era impeganto a reintegrare le risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare (legge 112/2016) per 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019, dando parere favorevole a un ordine del giorno che portava sempre la prima firma di Elena Carnevali.

«Mi ha molto sorpreso la distonia fra la risposta del sottosegretario alla nostra interrogazione, con quell’impegno a cui avevamo guardato con molto favore, e le “briciole” di 2 milioni di euro su una manovra da 37 miliardi. È la differenza tra gli annunci e ciò che si realizza», commenta Elena Carnevali. «C’è senza dubbio un tema di risorse economiche per il Dopo di Noi, perché come abbiamo visto anche dai primi dati presentati dalla Lombardia, se il 70% degli interventi riguarda l’accompagnamento all’autonomia è evidente che questi percorsi poi devono proseguire con una loro continuità e le risorse quindi sono importanti. La differenza tra quanto è che assegnato e quanto è stato impegnato è ancora molto marcata, ma noi abbiamo messo in conto che una rivoluzione culturale e organizzativa come quella contenuta nella legge 112 aveva bisogno di tempo, questo non deve essere un motivo di interruzione di una progettualità che è sempre più personalizzata. La legge inoltre impone di mettere a sistema diversi livelli istituzionali, verticali e orizzontali: sono processi complessi da costruire, che però garantiscono la vera inclusione delle persone con disabilità. Non mi dispiacerebbe una presentazione non solo quantitativa di quanto è stato realizzato finora, ma anche qualitaitva: conosco personalmente alcune esperienze che dimostrano come si può davvero garantire un’alternativa a persone che prima della legge avevano come unica opzione l’istituzionalizzazione. È importante che queste esperienze ora diventino metodo».

Sul tema dell’attuazione della legge – accennato nell’interrogazione con il riferimento al fatto che solo in 4 Regioni (Lombardia, Marche, Molise e Toscana) si è partiti con la stesura dei progetti individuali, in Lazio, Campania, Basilicata, Calabria si è cominciato a raccogliere le richieste mentre nelle restanti regioni il processo è molto più indietro e in Abruzzo, Puglia e Piemonte c'è solo una programmazione di carattere generale – il sottosegretario Cominardi ha risposto spiegando che le difficoltà e i ritardi «sono tutte da ricondurre alla portata innovativa degli interventi che, prevedendo una programmazione su più livelli territoriali, necessitano del coinvolgimento delle associazioni e delle famiglie». Un cambio di giudizio «positivo», sottolinea l’onorevole Carnevali, «ora che sono al governo, hanno capito che la progettazione personalizzata è ciò che le persone con disabilità e le famiglie chiedono…».

L’interrogazione chiedeva al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali un’altra cosa oltre al ripristino dei fondi: quando sarà trasmessa la Relazione al Parlamento sulla legge 112/2018, attesa per giugno, così da sapere quanti progetti personalizzati sono stati attivati con i relativi budget di cura previsti e notizie sull'andamento delle minori entrate derivanti dall'applicazione degli articoli 5 e 6 rispetto alle previsione stimate in 51,958 milioni di euro per l'anno 2017 e in 34,050 milioni di euro annui a decorrere dal 2018. Nella risposta scritta, il Ministero ha comunicato che visto il ritardo con cui l’anno scorso era stata presentata la prima Relazione (in effetti pubblicata a fine novembre 2017) «d'intesa con il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, è stata data la possibilità alle regioni di far pervenire gli aggiornamenti sullo stato di attuazione della legge n. 112 del 2016 entro il 31 ottobre 2018, in modo tale da predisporre poi la relazione».

Foto di © Remo Casilli/Sintesi


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