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Anna Tuv ufficialmente candidata al Premio Nobel della Pace

La storia di questa donna, seguita da Vita.it sin dagli inizi, è diventata un’icona che incarna la sofferenza della popolazione del Donbass. Per questo Ennio Bordato presidente dell’Associazione “Aiutateci a salvare i bambini” e Mauro Murgia ambasciatore dell’Ossezia del Sud in Italia, insieme all’onorevole della Lega Vito Comencini, componente della commissione Affari Esteri, l'hanno ufficialmente candidata all'ambito riconoscimento

di Redazione

Ci siamo già occupati di Anna Tuv in passato, sia per raccontare la sua tragedia, sia per promuovere una raccolta fondi per contribuire a pagarle la costosa protesi. Anna Tuv è la giovane mamma di Gorlovka (città del Donbass, nella Repubblica Popolare di Donetsk) che nel maggio 2015 sotto le bombe ucraine perse una figlioletta di 11 anni e il marito. L’esplosione non solo la colpì perennemente negli affetti strappandole via le persone più care ma anche nelle membra mutilandola al braccio sinistro.

La sua storia è diventata un’icona di sofferenza, un’icona che realmente incarna la sofferenza della popolazione del Donbass, viene ora riproposta in una sorprendente iniziativa: il giorno 18 gennaio a Roma, alla Camera dei Deputati, è stata ufficialmente presentata la candidatura di Anna Tuv al premio Nobel per la Pace. Certamente nessuna candidatura, come nessun premio o riconoscimento le potrà mai riportare i cari perduti e il braccio amputato. Tuttavia la candidatura di Anna Tuv alla prestigiosa onorificenza internazionale rappresenta un messaggio di speranza: che la pace possa tornare presto sulle martoriate terre del Donbass, dove una guerra iniziata quasi cinque anni fa, mai terminata, continua a disseminare lutti e sofferenze.

Questa iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Ennio Bordato presidente dell’Associazione “Aiutateci a salvare i bambini” e Mauro Murgia ambasciatore dell’Ossezia del Sud in Italia, ha trovato anche il favore dell’onorevole della Lega Vito Comencini componente della commissione Affari Esteri, da sempre molto vicino alle tematiche del Donbass e della Crimea.

L’onorevole Vito Comencini ha illustrato a “Vita” le ragioni del suo sostegno all’iniziativa: «Questa idea nasce da Ennio Bordato presidente dell’Associazione “Aiutateci a salvare i bambini”, che ha aiutato concretamente Anna Tuv e dal Dottor Mauro Murgia. Attraverso la candidatura di Anna Tuv al Premio Nobel della Pace per il 2019 cerchiamo di promuovere la pace nei territori del Donbass; fare in modo, inoltre, che le istituzioni vengano chiamate di fronte a questa responsabilità fondamentale per trovare una soluzione a questo grave conflitto situato in Europa. La storia di Anna è sicuramente un esempio di terribile tragedia che ci deve far riflettere sull’atrocità della guerra. La sua storia di dolore, il suo coraggio, la sua determinazione nell’affrontare le difficoltà col suo desiderio di cercar di diventare una promotrice di pace in Europa.. sono tutti elementi che, secondo il mio parere, rendono Anna meritevole di concorre a questo importante concorso».

«All’interno del partito ho sempre trovato la massima disponibilità e comprensione riguardo a queste sfide che la Lega condivide», sottolinea ancora Comencini, «la Lega si è sempre espressa in maniera forte contro le sanzioni alla Russia, contro l’introvabilità di una soluzione al conflitto nel Donbass, anche nei riguardi della questione del riconoscimento della Crimea. Da questo punto di vista siamo perfettamente in linea. Ora, chiaramente, abbiamo anche una responsabilità di governo nel cercar di cambiar le cose nel nostro Paese. Siamo inoltre fiduciosi che in futuro provando a cambiare l’Europa, la prossima sfida saranno le elezioni europee, si possa anche arrivare a trovare una soluzione per queste problematiche dell’Est Europa».

Rispetto al Donbass l'onorevole sottolinea che «l’Italia ha sempre avuto a livello internazionale un ruolo d’interlocutore e di mediatore. L’Italia ha sempre preferito la linea del dialogo e della pace. Chissà che questa linea prevalga anche a livello europeo e possa assumere un ruolo d’intermediazione per questi territori. Il Donbass è un territorio europeo, è giusto quindi sentirci responsabili».

Ennio Bordato promotore dell’iniziativa ha descritto la procedura di candidatura. «La procedura prevede che una candidatura al premio Nobel della Pace debba essere trasmessa al Comitato Nobel di Oslo attraverso: o delle personalità di spicco conosciute a livello mondiale, o da ex-premi Nobel, o da membri dei parlamenti degli stati nazionali. Quindi, da questo punto di vista, un grazie va a Vito Comencini che ha appoggiato l’iniziativa e che, tra l’altro, ha organizzato questa conferenza stampa. Per supportare la candidatura siamo già passati a una raccolta firme. Voi di “Vita” avete già lanciato questo appello per Anna Tuv . Non dubito che tra coloro che hanno già firmato la petizione ci siano anche dei vostri lettori. Quindi un grazie di cuore a “Vita” che è sempre stata vicina, sia all’Associazione “Aiutateci a salvare i bambini”, sia ad Anna Tuv. Questo elenco verrà spedito a Oslo entro il termine del 31 gennaio, poi il Comitato Nobel per la Pace, che diversamente dai comitati di tutti gli altri Premi Nobel è costituito da parlamentari svedesi, nei prossimi mesi deciderà tra i vari candidati chi nominare per il Premio.

«Attraverso la storia di Anna si rimettono sotto i riflettori le tragedie di un popolo, quello del Donbass, da un punto di vista puramente umano», sottolinea Bordato spiegando il motivo della scelta. «Le tragedie di una guerra che stanno ricadendo sulla popolazione civile, sulle famiglie del Donbass: gli uomini al fronte a difendere la propria Terra, i bambini feriti, mutilati.. famiglie che non hanno la capacità di sostentamento, in Donbass non c’è lavoro, la guerra ha distrutto l’economia. La mia associazione “Aiutateci a salvare i bambini” da cinque anni sta intervenendo su casi drammatici come quello di Anna Tuv, come quello di Vanja Voronov che sotto le bombe ucraine ha perso le due gambe, le due braccia e gli occhi.. Quotidianamente stiamo inviando aiuti umanitari per far vivere, letteralmente per dar da mangiare, a centinaia di famiglie che senza gli aiuti degli italiani rischierebbero realmente la morte per fame e per stenti. Non ci sono messaggi politici in questi aiuti, o per lo meno, ognuno vi cercherà il suo messaggio politico. Noi siamo un’Associazione umanitaria e ci rivolgiamo agli italiani per aiutare, sempre in termini umanitari, il Donbass. Certo! Non dimentichiamo che là c’è una guerra, non dimentichiamo chi la guerra la vuole e chi la guerra non la vuole. Noi comunque vogliamo portare in primo piano le sofferenze soprattutto dei bambini del Donbass verso una parte di mondo “silenziata”, dove l’Occidente “forse” ha qualche problema a parlarne, perché “forse” qualche responsabilità sicuramente ce l’ha».


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