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La filantropia europea? Vale già 60 miliardi l’anno ma il mercato unico europeo sarebbe un volano

Dal 22 al 24 maggio Parigi ospiterà la Conferenza Annuale di EFC (European Foundation Centre). Sarà presentato il Manifesto della Filantropia, con le sue quattro richieste. Il futuro? Big data, impact investing, co-grant di capitali privati e pubblici. Tanto che il programma InvestEU 2021/27 prevede un fondo di garanzia di 38 miliardi. Un incontro con il presidente di EFC, Massimo Lapucci

di Sara De Carli

Dal 22 al 24 maggio, a ridosso delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, 700 rappresentanti della filantropia internazionale (erano 600 l’anno scorso a Bruxelles e 500 l’anno prima a Varsavia) si riuniranno a Parigi per la Conferenza Annuale di EFC (European Foundation Centre). Il tema scelto per i lavori? "Liberté, égalité, philantropie", poiché «i valori universali di libertà, uguaglianza e solidarietà non sono ancora pienamente realizzati» e «la filantropia può sostenere e aiutare il progetto europeo sostenendo progettualità innovative e di impatto sui valori della democrazia, della libertà, ma anche sui temi dell’ambiente, della salute, della povertà, dell’educazione… su cosa è il progetto europeo stesso e cosa ha rappresentato. Esiste una “generazione Erasmus” ma va sostenuta e resa più internazionale, io lo vedo già nelle nuove leve della filantropia, i giovani hanno la consapevolezza di avere una identità europea».

A parlare così è Massimo Lapucci, presidente di EFC-European Foundation Centre e Segretario Generale della Fondazione CRT. EFC è un network che riunisce circa 300 organizzazioni europee e statunitensi, appartenenti a 40 Paesi, ma con rapporti aperti anche con organizzazioni di Cina e Africa. Di queste 300, le organizzazioni italiane sono 36, di cui 24 fondazioni di origine bancaria. Il settore – ha illustrato Lapucci – conta «circa 150mila fondazioni in Europa, con patrimoni cumulati di 600 miliardi, che erogano flussi per 55-60 miliardi di euro annui che incidono in vari settori, con modalità sempre più innovative. Solo i membri di EFC distribuiscono circa 22 miliardi all’anno attraverso varie progettualità. Non siamo più le charities di un tempo. Mettiamo a disposizione competenze – servono competenze crescenti in ambito filantropico e finanziario – avvalendoci di strumenti all'avanguardia come i Biga Data e gli approcci della venture philathropy e del’impact investing per essere certi che le risorse investite impattino e generino un ampio interesse sociale». Una realtà che non è ancora così ben conosciuta, nemmeno a livello istituzionale.

A Parigi, nel corso dell'Assemblea Efc, verrà presentato il Manifesto della Filantropia (in allegato), a cui hanno lavorato Efc, Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe) e la Comissione Europea: chiede un mercato unico della Filantropia, poiché «paradossalmente il mercato unico che c’è per i capitali privati non c’è per i capitali filantropici. Esistono ancora barriere alla circolazione delle risorse filantropiche tra gli Stati, non c’è un regolamentato per le fondazioni che vogliano essere crossborder, per progettazioni in pool ed europee», lamenta Lapucci.

Il Manifesto presenta 4 raccomandazioni: riconoscere la filantropia e coinvolgerla nelle decisioni; facilitare la filantropia transfrontaliera, permettendo il riconoscimento della personalità giuridica, consentendo fusioni transfrontaliere e spostamenti di sede all’interno della Ue per la filantropia istituzionale; facilitare la filantropia; creare co-grant e co-investimenti di capitali privati e pubblici per il bene comune e la società civile. «A livello europeo, nel programma InvestEU per il 2021/27 è inserito un fondo di garanzia di 38 miliardi di euro, che consenta l’afflusso di capitali privati delle fondazioni su progettualità condivise, per sostenere lo sviluppo di progetti complessi. Consentire un co-investimento significa aiutare a liberare capitali», afferma Lapucci. Si chiede inoltre un fondo europeo per la Giustizia, i Diritti e i Valori «per sostenere e valorizzare l’attivismo delle organizzazioni filantropiche nelle società civili europee più sotto pressione».

Sempre ieri, è stata resa nota un’intesa fra Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e Intesa San Paolo per creare un hub internazionale per l’innovazione, che avrà sede nelle Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino. La partnership consentirà il finanziamento di startup innovative, in particolare nell’ambito della blockchain e dell’intelligenza artificiale, con programmi di accelerazione di impresa, per circa 100 milioni di euro nei prossimi cinque anni.

Foto Unplash


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