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Cooperazione & Relazioni internazionali

I centri di detenzione in Libia nella maxi inchiesta della Corte dell’Aja

È quanto rivelato oggi dal quotidiano Avvenire in un articolo a firma di Nello Scavo. Secondo Fatou Bensouda, capo della Procura penale internazionale dell'Aja: “Nel 2019 oltre 4.800 rifugiati e migranti sono stati arrestati arbitrariamente in Libia”. Nel mirino i centri di detenzione governativi e non governativi, qui i migranti subiscono ogni tipo di trattamento inumano e degradante

di Redazione

I centri di detenzione in Libia, governativi e non, sono nel mirino della Corte penale internazionale dell’Aja con nuovi mandati d’arresto contro trafficanti di essere umani e avrà inevitabilmente conseguenze per quei governi, Italia in primis, che supportano l’intero sistema.

É quanto si apprende nell'articolo di Avvenire a firma di Nello Scavo, il giornalista finito sotto scorta che ha documentato con tanto di fotografie la visita o meglio il tour in Italia nel 2017 di Abd al-Rhaman al Milad, conosciuto come Bija, ex capo della Guardia costiera libica e accusato dalle Nazioni Unite di essere uno dei più potenti trafficanti di esseri umani.

Secondo la procuratrice Fatou Bensouda, a capo della Procura penale internazionale: «ci sono prove documentali relative ai presunti crimini commessi nei centri di detenzione . Nel 2019 oltre 4.800 rifugiati e migranti – denuncia l’Aja – sono stati arrestati abritrariamente in Libia» e ancora si legge nel rapporto della Procura dell’Aja «migranti e rifugiati continuano a essere a rischio tortura, violenza sessuale, rapimento per riscatto, estorsione, lavoro forzato, uccisioni illegali e detenzioni in condizioni inumane».

Nel frattempo Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi, pubblica un documento dove viene evidenziato che nella delegazione libica in visita in Italia nel 2017 c’erano i capi di ben tre centri di detenzione dove sono state già ben documentate dalle maggiori organizzazioni internazionali torture a trattamenti inumani e degradanti nei confronti di migranti e rifugiati.


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