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969 procedure nel 2019: il calo delle adozioni non si ferma

La Commissione Adozioni Internazionali anticipa i dati salienti del report statistico sul 2019

di Sara De Carli

Sono 969 le procedure di adozione concluse nel 2019: il 14,3% in meno rispetto alle 1.130 dell’anno precedente. Dopo che la vicepresidente Laura Laera lo aveva anticipato nei giorni scorsi, l'anticipazione del report statistico annuale della CAI dà ora la cifra esatta e la misura del calo ulteriore. I minori adottati sono stati 1.205 contro i 1.394 del 2018.

Guardando ai Paesi, dalla A di Albania (2 adozioni concluse nel 2019 e 15 procedure pendenti) alla V di Vietnam (36 adozioni concluse nel 2019 e 180 procedure pendenti), si nota «un calo generalizzato», «riscontrabile in quasi tutti i paesi di provenienza dei minori». Ci sono tuttavia «alcuni paesi hanno invertito positivamente la tendenza come, per esempio, la Colombia che passa dalle 128 adozioni del 2018 alle 161 del 2019 e il Perù che conclude con 44 adozioni nel 2019 rispetto alle 24 del 2018. Contenuti incrementi si notano anche nei dati, per esempio, di Filippine (da 21 a 25) o Ucraina (da 28 a 30).

In quali paesi invece si sono registrate le maggiori diminuzioni? In Cina, Paese in cui si sono realizzate 46 adozioni nel 2019 contro le 84 del 2018; nella Federazione Russa, passata dalle 152 adozioni del 2018 alle 126 del 2019; in Bielorussia con 72 adozioni rispetto alle 91 nel 2018 e in Vietnam che ha 37 adozioni rispetto alle 54 del 2018.

Quanto agli enti autorizzati, quello che ha concluso il maggior numero di adozioni si riconferma Cifa: 97 le procedure concluse nel 2019.

La CAI sottolinea di aver svolto nove incontri bilaterali nel corso dell’anno 2019 con le autorità dei paesi di provenienza dei minori, «con l’auspicio della possibile apertura di alcuni paesi all’adozione internazionale».

«Ogni volta che leggo del calo delle adozioni, mi sembra la cronaca di un disastro annunciato. Si continua a fissare il dito ignorando la luna», mi ha scritto pochi giorni fa un papà adottivo, Fabio Selini. «Non è popolare affermarlo, ma oggi in Italia adottare con l'adozione internazionale fa paura. Qualcuno provi a rendersene conto e a capire i motivi di questi timori. Qualcuno cerchi di parlare con la gente e comprendere che siamo vicinissimi a un punto di non ritorno». Le cause della crisi dell’adozione internazionale per lui «non sempre (spesso quasi mai)» «i soldi, la procreazione assistita o la politica. Si provi ad ascoltare gli aspiranti genitori adottivi, per capire quanto sono soli, preoccupati, disillusi, privati delle poche certezze che fino a qualche tempo fa (minimamente) le sostenevano. Qualcuno provi ad ascoltare chi un figlio l'ha già accolto e ammette abbassando gli occhi che, dovesse iniziare l'iter oggi forse non se la sentirebbe. Troppe incognite, troppi scandali, troppa distanza istituzionale. Troppo tutto». Pensiamoci.

Photo by Rene Bernal on Unsplash


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