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Autismo: niente slogan, servono diritti

«I diritti umani universali, compresi i diritti delle persone con disabilità, non devono essere violati al momento di una pandemia»: è un passaggio del messaggio del Segretario Generale ONU, António Guterres, per la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo che si celebra oggi. «Lo condividiamo pienamente e lo facciamo nostro», dice il presidente di Anffas. «Le famiglie delle persone con disabilità sono state lasciate sole. Quando arriveranno questi sostegni? Quando sarà troppo tardi?»

di Redazione

«I diritti umani universali, compresi i diritti delle persone con disabilità, non devono essere violati al momento di una pandemia. I governi hanno la responsabilità di garantire che la loro risposta includa le persone con autismo. Le persone con autismo non devono mai subire discriminazioni quando cercano assistenza medica. Devono continuare ad avere accesso ai sistemi di supporto necessari per rimanere nelle loro case e comunità durante i periodi di crisi, invece di affrontare la prospettiva di istituzionalizzazione forzata»: è un passaggio del messaggio del Segretario Generale ONU, António Guterres, per la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo che si celebra in tutto il mondo oggi, 2 aprile.

«Condividiamo pienamente il messaggio del Segretario Generale dell’ONU e lo facciamo nostro. È un messaggio che rispecchia quanto già da tempo Anffas sta portando all’attenzione dell’opinione pubblica e soprattutto delle istituzioni competenti», commenta Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas. «Prima che fosse dichiarata la pandemia da parte dell’OMS, Anffas aveva già fatto presente agli organi competenti la necessità di emanare direttive urgenti per la tutela della salute delle persone con disabilità, in particolare intellettive e del neurosviluppo, delle loro famiglie e degli operatori… Eppure adesso, in piena emergenza, questa fascia della popolazione non è ancora tutelata al pari degli altri».

Sono stati tanti gli interventi di Anffas in queste settimane, per chiedere un’attenzione specifica e per raccontare come le persone con disabilità siano state poste in secondo piano e le loro necessità non prese in considerazione. «Abbiamo attivato una Unità di Crisi al nostro interno – che sta elaborando e fornendo informazioni utili e supporti per gestire le criticità che quotidianamente si presentano – a cui giungono costantemente appelli di famiglie lasciate sole, con genitori malati che non sanno come gestire i propri figli con disabilità. O di persone con disabilità intellettive o disturbi del neurosviluppo risultate positive al Covid-19 che però non sanno come mettere in atto le misure di distanziamento o utilizzare i dispositivi atti a prevenire il contagio. Anche gli operatori, ormai stremati, continuano a segnalarci le condizioni precarie in cui operano per la mancanza di dispositivi e il problema della prevenzione dovuta alla mancanza di tamponi», continua il presidente. Quella della prevenzione è una urgenza: «è indispensabile effettuare i test diagnostici anche agli asintomatici per prevenire e/o intervenire in maniera rapida in caso di positività di operatori o residenti. Chiediamo anche di intervenire relativamente alle modalità di eventuale ricovero ed isolamento delle persone con disabilità intellettive e con disturbi del neurosviluppo, per prendere in considerazione i loro bisogni, le loro necessità, le loro abitudini così da evitare traumi e favorire una corretta gestione della presa in carico e la costituzione di buone prassi».

Nella Giornata di oggi, nata come tante altre giornate per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di interesse, per mobilitare volontà e risorse politiche per affrontare così i problemi globali, non è quindi tanto importante proclamare slogan «quanto agire concretamente per la tutela dei diritti, ancora una volta calpestati, e mettere sullo stesso piano tutti i cittadini, colmando un divario che mai come oggi, in questa condizione gravissima in cui tutto il mondo si trova, è ancora una volta evidente. Non è accettabile. È un dovere delle istituzioni mettere in atto interventi e protocolli precisi che vadano a prendere in carico tutte le persone con disabilità e le loro famiglie che oggi sono messe ad affrontare qualcosa di enorme da soli, aspettando di ricevere supporti e sostegni adeguati. E qui ci chiediamo: quando arriveranno questi sostegni? Quando sarà troppo tardi?».

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