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Politica & Istituzioni

Nostalgia del Parlamento, se ci fosse Marco Pannella

Qui si decide la privazione delle libertà personali – certo per un sacrosanto principio di tutela della salute – con una fonte secondaria. L’Italia non è la Francia la quale in Costituzione prevede lo stato d’emergenza. Da noi una cosa così è prevista solo in caso di guerra. Se MArco Giacinto Pannella fosse ancora dei nostri avrebbe scatenato il diavolo a quattro

di Edoardo Caprino

Spesso e volentieri capita di domandarsi “ma se ci fosse oggi Marco Pannella?” . Ma quanto ci manca. Quanto manca a questa nazione una figura istrionica capace di esser il fustigatore e la coscienza critica di un popolo. Perché con Pannella potevi essere in accordo o in disaccordo, ma ringraziavi il Cielo che ci fosse perché ti obbligava a fermarti e riflettere.

Ma perché manca tanto un Pannella in epoca di Coronavirus? Manca perché qui, in queste giornate, si dà per scontato uno svilimento della Costituzione e del Parlamento che il nostro non avrebbe mai accettato. Avrebbe sicuramente fatto fuoco e fiamme di fronte all’uso improprio e probabilmente incostituzionale dei Decreti del Presidente del Consiglio. Occhio: non avrebbe messo in discussione la natura dei provvedimenti, ma la forma quello sì. Sarebbe forse partito da Maranini e la sua denuncia della partitocrazia per arrivare a Rosselli, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli ma al punto sarebbe andato. E avrebbe colpito probabilmente pesante. Perché per lui la Costituzione era sacra. Il Parlamento era sacro (grazie a Dio che esiste Radio Radicale e il loro grande lavoro quotidiano) e non avrebbe accettato questo svilimento delle Istituzioni.

Un Premier che agisce a botte di propri decreti che non passano il vaglio né del Parlamento né del Presidente della Repubblica in una Repubblica parlamentare è cosa che non si può più tollerare neppure in emergenza. I Presidenti della Repubblica richiamarono in passato l’uso improprio e abnorme del decreto legge. Giustissimo. Ma vivaddio si usasse almeno il decreto legge che prevede entro 90 giorni la conversione in legge.

Qui si decide la privazione delle libertà personali – certo per un sacrosanto principio di tutela della salute – con una fonte secondaria. L’Italia non è la Francia la quale in Costituzione prevede lo stato d’emergenza. Da noi una cosa così è prevista solo in caso di guerra (e il vecchio Franz Cossiga da uomo del Colle pose questioni sulla catena di comando al Governo Craxi). Roba che se ci fosse un Pannella (ma anche un normale difensore dei diritti civili) avrebbe già fatto ricorso d’urgenza alla Consulta (occhio la Presidente è malata ma continua tranquillamente a lavorare da casa).Rispetto al Parlamento avrebbe poi fatto – sempre probabilmente- le barricate. Chi ha almeno quarant’anni si ricorda sicuramente gli “autoconvocati del Parlamento” , cosa che avvenne nel 1992. Chi lo propose? Lui, Marco Giacinto Pannella. Lo faceva perché gli andava di difendere uomini e donne che sino al giorno prima aveva accusato di essere partitocratici (se andava bene) oppure ladri? No. Difendeva la centralità del Parlamento a fronte dell’attacco della Magistratura (un conto è indagare, un conto invadere i campi). E lo faceva da deputato.

Se oggi fosse membro della Camera o del Senato farebbe probabilmente un disordine dei suoi per avere il Parlamento convocato in seduta continua per fare l’autentico “cane da guardia” del Governo. Perché Marco Giacinto sapeva bene che è in periodi come questi che si possono innestare germi pericolosi, tanto quanto il coronavirus (a questo proposito leggi qui). Germi capaci di attaccare le fondamenta della nostra Costituzione. Certo tutto per un principio assoluto, ma sui principi costituzionali non si scherza. Tanto quanto la difesa della salute.


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