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Sulle orme di Marrakech express, on the road con l’autismo

“Se ti abbraccio non avere paura”, la nuova avventura motociclistica di Franco e Andrea, padre e figlio, diventa un docufilm per la regia di Niccolò Maria Pagani. Con i cinema chiusi la première è durata 36 ore su Youtube con oltre 200mila visualizzazioni. Una pellicola vera, senza censure

di Antonietta Nembri

Oltre 200mila visualizzazioni in 36 ore. Lo hanno voluto vedere in tanti il docufilm “Se ti abbraccio non avere paura” che sarebbe dovuto uscire nelle sale il 2 aprile. Visto il lockdown la première nazionale è stata fatta sul canale Youtube di Ushuaia film, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo. Sul social è rimasto free fino alla mezzanotte di mercoledì 3 aprile. Nel corso della presentazione del docufilm (durante una conferenza stampa in streaming) il regista Niccolò Maria Pagani ha annunciato che al termine dell’emergenza sarà realizzata una première al cinema, mentre sono in corso contatti con un distributore televisivo per proporre sul piccolo schermo “Se ti abbraccio non avere paura” e non mancano richieste anche dalle scuole.

Per chi ha potuto vederlo in anteprima il docufilm è un grande regalo, un’opera che fa sorridere e riflettere, capace di regalare momenti di grande profondità e di vita vera, quella di un padre, Franco Antonello e del suo rapporto con il figlio, Andrea, un giovane affetto da autismo durante il loro viaggio sulle orme di “Marrakech Express”, dall’Europa al Marocco in moto. Non è la prima volta che Franco e Andrea sono protagonisti di un viaggio in moto che diventa un’opera, la loro precedente avventura nel continente americano è stata al centro del libro “Se ti abbraccio non avere paura” di Fulvio Ervas (ne avevamo scritto qui), testo da cui ha preso ispirazione il film di Gabriele Salvatores, presentato lo scorso anno a Venezia, “Tutto il mio folle amore”.

Ora questa nuova avventura che ha visto la partnership di Bmw Motorrad Italia e che si inserisce nel programma di Csr di Bmw Italia, denominato SpecialMente . La moto e l’abbigliamento tecnico sono della Bmw, ma al di là della fornitura tecnica, durante la presentazione da parte di Bmw si è sottolineato l’importanza del sostegno alle imprese sociali e del proseguimento del piano 2020 di SpecialMente, dalla scuola di sci SciAbile a Souze d’Oulx, al progetto Food for Soul, a Dynamo Camp e ai tanti progetti in campo «per aiutare le persone, adesso è tutto in stand bay per l’emergenza, ma non ci fermeremo».

Le immagini che scorrono sullo schermo raccontano gli alti e i bassi, le incazzature e le disavventure (la pioggia, le frane che hanno rallentato il percorso, il nevischio sull’Atlante) perché non è un film ma, come ribadisce il regista quello che è stato girato è «un documentario, non ha né soggetto né sceneggiatura». Nel corso della presentazione Pagani ha anche detto che si era partiti «come regista e attori/protagonisti, ma abbiamo finito di girare come amici che partecipavano ad un’avventura ». Nei 55 minuti della pellicola al centro ci sono sì i panorami, le strade, i tramonti e i luoghi visitati, come è logico nei documentari on the road, ma soprattutto ci si trova davanti a un film sul rapporto padre-figlio, già complicato di suo, ma al quale l’autismo regala un di più di difficoltà. «Questo film è dedicato a tutti quelli che non si arrendono», osserva ancora Pagani. Che ha voluto spiegare anche una sua affermazione nel corso della presentazione: “quest’opera è legata a Salvatores”. «Nel corso delle riprese abbiamo avuto la possibilità di andare sul set di “Tutto il mio folle amore”, ma non solo, ho fatto leggere a Gabriele la prima stesura di questo docufilm e lui, un premio Oscar mi ha detto “mi hai fatto emozionare”».

Del resto il docufilm è carico di emozioni dalla partenza all’arrivo nel deserto che, per Franco Antonello, è l’immagine stessa dell’autismo «non ci sono strade» e che quindi è importante «fare ogni giorno un piccolo passo». Particolari nel film i momenti in cui Andrea solo si aggira per le stradine di un paesino spagnolo o in quelle di un villaggio marocchino, con le sue frasi che appaiono in sovrimpressione come “vedo il bello prima di voi” e più avanti “i colori sono i miei umori”. Perché, ricorda sempre Franco Antonello «questi ragazzi hanno consapevolezza e noi ci dobbiamo rendere conto di questo: loro sono consapevoli, solo non te lo sanno dire».

Il film non è che l’ultimo di una serie di iniziative messe in pista da Franco Antonello che si definisce «uno dei 400mila padri di ragazzi autistici in Italia». Lui è uno di quelli che non si arrende, nel 2005 ha messo in piedi l’impresa sociale I bambini delle fate che si occupa di sostenere e promuovere progetti di inclusione per ragazzi e giovani affetti da autismo e disabilità. «Con questo documentario vogliamo comunicare l’importanza di allargare quell’1% di positività che c’è nella nostra vita». Franco ha anche rivelato l’origine della frase “Se ti abbraccio non avere paura” «Quando era piccolo Andrea scappava e abbracciava le persone, io quella frase l’avevo fatta stampare sulle sue magliette e nel retro della t-shirt c’era il mio numero di telefono».
Tra i circa 80 progetti portati avanti dai Bambini della Fate anche “La banca del tempo sociale” che vede protagonisti gli studenti delle scuole superiori e i coetanei con autismo in un’iniziativa che mira all’inclusione sociale.


Tutte le immagini sono di ufficio stampa Bmw Motorrad e Ushuaia film


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