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Autismo, «no agli antipsicotici su bambini e adolescenti»

Le linee guida sull'autismo da poco aggiornate dall'ISS raccomandano l'utilizzo di farmaci antipsicotici in bambini e adolescenti. Carlo Hanau: «Sono troppi i casi di adulti che scontano effetti avversi dell’uso prolungato degli antipsicotici e psicofarmaci iniziati fin da bambini. Un errore aver escluso i rappresentanti delle associazioni dalla partecipazione al panel che ha redatto la linea guida»

di Sabina Pignataro

Il 25 febbraio 2021 l’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato una parte delle Linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico. Nelle raccomandazioni c’è quella di usare sui bambini e adolescenti con autismo alcuni farmaci antipsicotici: quelli chiamati, secondo una recente definizione ancora non molto usata, D2 bloccanti.

Il documento è stato subito criticato da alcune associazioni dei genitori, tra queste A.P-R-I. – Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno celebrale, presieduta da Carlo Hanau, già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari nelle Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna.

«Le nuove linea guida sono una cosa indecente, perché aumentano il rischio che neuropsichiatri non specializzati sull’autismo prescrivano farmaci che molto spesso potrebbero generare reazioni avverse su persone che già hanno gravi problemi, senza che vi siano sufficienti sperimentazioni scientifiche su vantaggi e svantaggi (comorbidity o co-occorrenza)», commenta Hanau. «Sono troppi i casi di adulti che scontano effetti avversi dell’uso prolungato degli antipsicotici e psicofarmaci iniziati fin da bambini, come parkinsonismo, diminuzione del quoziente intellettivo, obesità, diabete e morti precoci. Non possiamo tollerare che anche i bambini di oggi subiscano la stessa loro sorte».

La onlus, che aderisce alla FISH ed è socio fondatore di FIA-Fondazione Italiana per l’Autismo, ha lanciato una petizione rivolta al Ministro della Salute, Roberto Speranza, affinché l’Istituto Superiore di Sanità ritiri 3 delle 4 raccomandazioni emesse lo scorso 25 febbraio e attivi un monitoraggio costante e continuativo sugli effetti della somministrazione di questi farmaci nell’età infantile.

I limiti sull’età

Secondo Hanau, «tre raccomandazioni sulle quattro rappresentano un puro atto di medicina difensiva, che vorrebbe proteggere dalla denuncia penale i medici che hanno prescritto e che prescriveranno antipsicotici e altri psicofarmaci ai bambini senza rispettare le norme sulle prescrizioni off label, cioè le limitazioni scritte sul bugiardino che impongono limiti minimi di età e massimi di durata del trattamento». In questi casi, chiarisce l’esperto, «il medico, se non vuole essere responsabile dei frequenti danni, deve far firmare l’accettazione dei rischi da parte dei genitori e deve prestare un’attenzione costante continua alle conseguenze dell’assunzione del farmaco. Una prassi spesso impedita dalla grave carenza di neuropsichiatri in Italia».

Chiarisce inoltre l’esperto: «Io non sono per l’antipsichiatria e neppure per una de-prescrizione tout court. Semmai sono favorevole ad una prescrizione e de-prescrizione intelligente, che esigono un’équipe multidisciplinare composta anche di internisti e di esperti nell’educazione speciale, che a tutt’oggi costituisce l’intervento efficace per migliorare l’autismo».

Il contesto

Per capire il contesto occorre fare un passo indietro, al 25 febbraio, quando l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il primo piccolo intervento di aggiornamento della linea guida n. 21 del 2011: “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”. Il documento era stato commissionato nell’aprile 2017 dal Ministero della salute con lo scopo primario di integrare la Linea guida per la parte mancante, quella sugli adulti. La linea guida è la rassegna delle forme d’intervento che hanno dato dimostrazioni scientifiche di efficacia e fornisce l’indicazione della strada maestra da seguire in prima istanza per tutti i sanitari, garantendoli da contestazioni di malpractice e richieste di danni di pazienti insoddisfatti.

La procedura controversa

La procedura seguita dall’ISS per la stesura delle raccomandazioni non è piaciuta ad alcune associazioni perché, spiega Hanau, «all’interno dei panel sono state inserite un paio di persone con malattia, disabilità o loro genitori che non rappresentano però le principali associazioni, ma sono state individuate e scelte dai tecnici dell’ISS». La violazione della norma della Convenzione ONU sulla disabilità “nulla su di noi senza di noi” è stata denunciata il 10 luglio 2019 nella Maratona per il Patto della Salute da A.P.R.I. e riguarda tutte le linee guida dell’ISS e non l’autismo soltanto. A.P.R.I. ed altre associazioni di persone con autismo e loro familiari addebitano a questa cattiva scelta gli errori compiuti nella prima uscita delle quattro raccomandazioni sui farmaci per i bambini.

Photo by Vitaliy Paykov on Unsplash


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