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Riforma del Terzo settore: enti più sensibili ai formalismi che alle opportunità

Domani in Senato verrà presentato il primo rapporto sullo stato e le prospettive della legislazione sul Terzo settore curato da Terzjus. Vita.it anticipa uno dei passaggi più rilevanti: quello sulla percezione e l'impatto della riforma degli enti del Terzo settore

di Redazione

Domani in Senato verrà presentato il primo rapporto sullo stato e le prospettive della legislazione sul Terzo settore curato da Terzjus. Vita.it anticipa uno dei passaggi più rilevanti: quello sulla percezione e l'impatto della riforma degli enti del Terzo settore (estratto dalle "Conclusioni e riflessioni" del cap 2 del dossier)


…La prima suggestione è che vi sia un’aspettativa molto alta sulla riforma del Terzo settore nel suo complesso e che le organizzazioni abbiano concentrato le proprie attenzioni e speranze rispettivamente sui primi adempimenti formali e sull’attesissimo avvio del Registro Unico Nazionale del Terzo settore. Le modifiche formali sono state il prodromo di quella che viene vissuta come una vera e propria “rivoluzione” della quale, però, si sono colti alcuni spunti di fondo (la trasparenza, riunire le leggi in una sola) ma non la forza e l’innovatività delle singole agevolazioni. Proprio sul tema della trasparenza e della rendicontazione, le organizzazioni appaiono molto attente. In alcuni casi sembra che si facciano persino carico di obblighi anche quando non sono loro richiesti. Si può presumere da ciò che la questione della trasparenza venga vissuta come identitaria dagli enti. In relazione alle opportunità, colpisce la poca attenzione da parte delle imprese sociali alle innovazioni previste, seppur non ancora operative; è significativa, per gli altri Enti del Terzo settore, anche la mancanza di comunicazione ai propri donatori in merito alle nuove previsioni di defiscalizzazione delle erogazioni liberali. L’iter della normativa – considerato da quasi tutti gli enti come eccessivamente lungo – ha portato una quota non ridotta di organizzazioni a nutrire sfiducia rispetto alle opportunità che la riforma porterà. Questo emerge soprattutto dalla lettura delle risposte alle domande libere della survey digitale, in particolare nella domanda: “Quale è l’aspettativa della tua Organizzazione riguardo alla riforma?” l’8% dei rispondenti ha una aspettativa negativa rispetto all’intero iter e il 19% ritiene che la norma dovrebbe prevedere maggiori opportunità.

Una seconda suggestione nasce dal confronto tra le percezioni delle organizzazioni non profit che hanno partecipato al questionario online con quelle di chi ha risposto alle interviste qualitative. Entrambi i gruppi di analisi confermano che tra gli aspetti più innovativi della riformavi sia senza dubbio la riorganizzazione normativa che regola l’intero comparto e l’introduzione del RUNTS. Diversa è invece la percezione delle novità previste per la collaborazione con la Pubblica Amministrazione: gli intervistati, infatti, nella maggior parte dei casi (oltre il 50%) hanno evidenziato quanto la nuova normativa porti innovazione nella gestione della relazione con la PA favorendo l’attuazione del principio di sussidiarietà al posto di quello di economicità. Dall’altro lato, invece, solo il 6% delle organizzazioni che hanno risposto al questionario online riconoscono questo aspetto come innovativo.

Dai dati emerge inoltre quanto il ruolo delle Reti sia strategico sia per quanto riguarda le attività di informazione sulla riforma, sia rispetto al supporto operativo offerto alle organizzazioni per stare al passo con la normativa. Il 50% dei rispondenti al questionario online si è formato grazie anche alla rete di appartenenza oltre che utilizzando strumenti come documenti, portali, webinar, etc. Sui temi connessi ai primissimi adempimenti comunicati, come ad esempio l’adeguamento statutario, ODV e APS si sono rivolte quasi esclusivamente alle Reti e ai Centri di Servizio per il Volontariato. Non a caso, osservando le dichiarazioni degli intervistati è emerso l’impegno nell’organizzare momenti di confronto, di formazione e di condivisione sulle tematiche della riforma.

Un’ultima suggestione riguarda il futuro e le aspettative sulla riforma. Praticamente tutti i partecipanti al progetto di ricerca concordano sull’importanza di accorciare le tempistiche di attuazione, di creare momenti di confronto sul tema e di monitorare le fasi che verranno per creare sinergie oltre che per rendere sempre più innovativo questo ampio corpo normativo. Le sfide per il futuro per le istituzioni pubbliche e private sono però due:

1. Far abbandonare lo scetticismo nei confronti della riforma ad una parte del Terzo settore;

2. Far percepire anche le numerose opportunità previste dal Legislatore

Entrambi i punti emergono a più riprese sia tra i partecipanti al questionario onli- ne, sia tra gli intervistati, sia tra chi in maniera meno formale ha commentato/intera- gito con il progetto “riforma in Movimento”. Sfide non semplici, ma che saranno una misura dell’effettivo successo di questa importante riforma.


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