Welfare & Lavoro

L’artigianato a Matera? È sociale. La mappa delle esperienze

Al via nella città dei Sassi un nuovo laboratorio in cui manualità e arte tornano ad essere occasione di inclusione e crescita per chi è più fragile

di Luca Iacovone

Al via nella città dei Sassi un nuovo laboratorio in cui manualità e arte tornano ad essere occasione di inclusione e crescita per chi è più fragile. Si aggiunge ad una multiforme rete di esperienze simili presenti nel territorio, che fanno di Matera un interessante laboratorio a cielo aperto di artigianato sociale.

La cooperativa sociale Oltre l’Arte ha inaugurato a Matera un nuovo spazio dedicato alla creatività e al lavoro artigianale che ha tra i suoi protagonisti alcuni ragazzi con sindrome di down. Tra loro Raffaele (nella foto di apertura), che proprio nel giorno dell’inaugurazione, lo scorso 7 luglio, ha sottoscritto con la cooperativa un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il laboratorio ha preso vita in un luogo simbolo per la città, il Villaggio del Fanciullo, sede negli anni ‘90 del centro di addestramento professionale “Arti e Mestieri”. Ma le radici del profondo legame tra i materani e l’artigianato, affondano nelle grotte degli antichi rioni Sassi, spesso adibite a piccole botteghe artigiane, che avevano una funzione che non era solo produttiva, ma anche sociale e formativa.

È lo stesso spirito con cui sono sorte a Matera negli ultimi anni tantissime esperienze diverse, ciascuna provando a declinare e attualizzare quello spirito in modo nuovo. Matera diventa quindi una specie di compendio vivente dei tanti volti che può assumere l’artigianato sociale, delle possibili vie attraverso cui un’attività produttiva lenta e dal sapere antico può rispondere oggi in modo innovativo a vecchi e nuovi bisogni della comunità in cui cresce. Si tratta però di esperienze spesso isolate, punti sparsi nella città e, sempre un po’ a metà tra artigianato e sociale, ancora difficilmente collocabili negli eventi di settore, proprio come quello appena concluso a Matera Fucina Madre – Expo dell’artigianato e del design.

Per gli amanti dell’artigianato che fossero ancora a Matera dopo l’Expo, o per chi volesse tornare in seguito, proponiamo una piccola – e certamente non completa – mappa delle esperienze di artigianato sociale che vale la pena visitare.

Casa Netural, via Galilei 1: da un paio d’anni ha aperto sua Scuola dei saperi di comunità con l’obiettivo di favorire lo scambio e l’incontro di saperi e mestieri tra la comunità locale e i maestri artigiani. I maestri sono spesso di nazionalità diverse, ospiti di Casa Netural in coliving. Diventa così possibile partecipare ad una lezione di mimeografia con Alex, scozzese, e il suo nuovo modello di stampa portatile su carta risograph e farina di riso. Il coliving di Casa Netual, e la possibilità di scambiare competenze con persone provenienti da tantissimi paesi diversi, è senza dubbi il valore aggiunto della loro scuola, una bellissima finestra sul mondo, da cui però non basta affacciarsi, ma da costruita insieme con chiodo e martello.

Officine Frida Arts & Crafts, via Casalnuovo 94: è tra le primissime esperienze che in città hanno provato a restituire una dimensione sociale al lavoro artigianale, sostenendo alcuni tirocini di giovani donne migranti presso la loro sartoria e promuovendo il confronto creativo tra il recupero delle antiche tecniche sartoriali e il saper fare proveniente da paesi lontani. Officine Frida produce solo pezzi unici, ispirati dall’arte di Frida Kahlo e dal movimento culturale Arts & Crafts del XIX secolo, in atelier è possibile acquistare capi realizzati con scarti preziosi, tessuti e oggetti alla fine del loro ciclo produttivo che tornano a vivere in nuove creazioni e modelli.

Team art studio, via Torraca 16: un collettivo di artisti che attraverso il linguaggio dell’illustrazione e dell’artigianato artistico unito al digitale, mira a stimolare processi partecipazione sociale, consapevole ed inclusiva. Dai dipinti murali agli articoli di design e artigianato artistico esposti nel loro laboratorio, tutto deve raccontare la storia della comunità che vi ha partecipato. La loro esperienza parte con un importante progetto di riqualificazione di un campetto da basket rionale, grazie un’opera creata dalla rielaborazione grafica dei disegni realizzati dagli alunni della vicina scuola. Oggi promuovono workshop sociali, l’ultimo con gli ospiti di una residenza per anziani, che puntano a realizzare produzioni destinate al mercato turistico, capaci di tenere insieme forte impatto sociale e alto valore artistico.

MEST, via Ridola 22: cooperativa sociale nata da un progetto cofinanziato da Fondazione con il Sud nel 2003: “U Mest – Mestieri, Sviluppo, Territorio”, proprio con l’obiettivo di recuperare la figura del maestro artigiano, valorizzando le competenze di alcuni giovani con un’attenzione specifica all’inserimento lavorativo di persone con ritardo cognitivo. Oggi la cooperativa raccoglie il testimone di un importante progetto di artigianato artistico nato con Matera Capitale Europa della Cultura 2019: la Silent Academy. In via Ridola continuano a vivere il laboratorio di cartapesta e la sartoria sociale che sono stati al centro di alcuni appuntamenti e performance della kermesse che ha reso la piccola Città dei Sassi capitale europea per un anno. Ancora oggi i laboratori sono animati da giovani rifugiati, alcuni dei quali ormai dipendenti a tempo indeterminato di MEST.

La Fabbrica del Carro, Recinto Marconi – è il luogo simbolo del legame profondo tra i materani e l’artigianato: ogni anno qui viene realizzato il Carro della festa, un grande manufatto di cartapesta che il 2 luglio porta in trionfo la patrona – la Madonna della Bruna – tra le vie della città. La festa culmina tra le urla e gli spintoni di centinaia di persone che si stringono attorno al manufatto fino ad assaltarlo, letteralmente, per strapparne un brandello da portare a casa. Ogni pezzetto del carro di cartapesta diventa garanzia di una benedizione su quella casa, simbolo di un incredibile rito di popolo in cui tutti i materani si riconoscono, rito che ogni anno passa dalle mani di un artigiano diverso. È possibile visitare la Fabbrica solo in alcuni giorni dell’anno precedenti alla Festa. Ora custodisce il Carro che sfilerà nel 2022, realizzato dal maestro Eustachio Santochirico insieme ad alcuni ragazzi con sindrome di down. Eustachio in città è uno dei più accaniti sostenitori della dimensione sociale dell’artigianato, della sua forza inclusiva e motore di attivazione comunitaria.


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