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Così a Genzano si è affrontato l’Alzheimer in tempo di pandemia

Viene presentato nel corso di un convegno, in programma il 29 novembre all’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, il metodo adottato per poter continuare a seguire anche “a distanza” i pazienti affetti da demenza. «Abbiamo gettato dei ponti levatoi», spiegano i sanitari. Ci siamo fatti raccontare i nuovi progetti dal responsabile scientifico Massimo Marianetti

di Redazione

Si inserisce nel solco della XXVIII Giornata Mondiale Alzheimer celebrata a settembre il convegno “La malattia di Alzheimer al tempo del contagio: l’unione fa la forza” in programma lunedì 29 novembre all’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli a Genzano di Roma (dettagli in agenda online ). «Questo genere di appuntamenti li prepariamo con diversi mesi di anticipo e nel timore di come potesse evolversi la pandemia in autunno abbiamo deciso di posticipare l’organizzazione e così tutto è slittato di un paio di mesi» spiega il dottor Massimo Marianetti, direttore scientifico del convegno che avrà al centro dell’attenzione quelli che vengono chiamati «ponti levatoi» per andare oltre l’Alzheimer e la Pandemia: progetti quali il Pad (progetto a distanza telematico), Memofilm e Cogni-Train.

«Il nostro approccio ha dovuto fare i conti con il Covid, all’inizio c’era il problema della non possibilità di fare attività in presenza, quando sono venute meno molte limitazioni sono stati gli stessi pazienti e i familiari a chieder di continuare» premette Marianetti. Il progetto Cogni-train che è una prosecuzione del progetto Pad (ne avevamo parlato qui) prevede l’utilizzo di diapositive in PowerPoint che vengono inviate ai familiari «il paziente interagisce con il programma attraverso la tastiera del Pc che noi facciamo modificare attraverso i colori. Si tratta di modifiche semplici, alla portata di tutti» precisa Marianetti. I familiari o la badante hanno a disposizione delle schede che permettono poi il feed-back con i sanitari. «Siamo riusciti in questo modo a seguire un centinaio di persone, mentre con il Pad che è attivo da più anni i pazienti sono un migliaio», precisa il neurologo e direttore medico scientifico del centro Alzheimer del San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Genzano di Roma.

Il convegno sarà anche l’occasione per fare il punto sulle novità in corso all’Istituto «dal corso di cucina che facciamo con i pazienti che abbiamo chiamato “Masterchef Alzheimer” e che si inserisce nelle terapie occupazionali, racconteremo il nostro approccio, ma anche i progetti che stiamo portando avanti con alcuni centri europei», continua Marianetti.


Nelle immagini pazienti alle prese con il programma Cogni-Train – Da notare le facili modifiche alle tastiere dei pc

Nella Rsa di Genzano dell’Istituto dei Fatebenefratelli sono ospitati 120 pazienti, il modulo per i pazienti Alzheimer prevede 25/30 persone con demenza. Il nucleo estensivo disturbi cognitivi comportamentali prevede ricoveri temporanei di tre mesi con l’obiettivo di favorire il rientro al domicilio, dove con i nuovi progetti si continua da casa a seguire le indicazioni terapeutiche via pc.

Con Cogni-train precisa infine Marianetti «abbiamo voluto puntare sulla semplicità. Non abbiamo guardato a programmi costosi, ma durante i mesi della pandemia abbiamo pensato a un sistema che potesse essere ricostruito a casa, con la semplice modifica della tastiera così che il paziente potesse essere seguito da un familiare. E si sta dimostrando uno strumento utile per far recuperare la quotidianità con i propri cari. Ora questo progetto nato come sperimentale continuerà» conclude.