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Beni confiscati: il bando oltre a essere “parziale” è anche beffardo

Nuova dura nota del gruppo di lavoro costituito da Fondazione Con il Sud cui partecipano Acri e Forum Terzo Settore. È infatti confermato da un’apposita Faq dell’Agenzia per la Coesione il fatto che il Comune proprietario del bene che presenta il progetto, magari pure con l’aiuto dell’associazione concessionaria, qualora dovesse essere ammesso ai finanziamenti, dovrebbe procedere alla revoca della concessione

di Redazione

«Che il Bando sui beni confiscati pubblicato dall’Agenzia per la coesione, con scadenza il prossimo 28 febbraio, fosse una opportunità persa per un vero coinvolgimento del Terzo settore lo avevamo capito subito e lo abbiamo scritto (ne abbiamo dato notizia qui ). E lo ribadiamo: si tratta di un bando “parziale” perché ha come unici interlocutori i Comuni e perché si limita a finanziare gli interventi di ristrutturazione. Ma non immaginavamo che, per quelle associazioni concessionarie di beni confiscati il cui atto di assegnazione impone a loro carico le spese di ristrutturazione, si sarebbe rivelato una vera e propria beffa». Lo afferma, in una nota, il Gruppo di Lavoro permanente sui Beni Confiscati istituito dalla Fondazione Con il Sud e coordinato da Luigi Lochi.

«Infatti in questo caso – si legge nella nota -, come confermato da una apposita FAQ dell’Agenzia, il Comune proprietario del bene che presenta il progetto, magari pure con l’aiuto dell’associazione concessionaria, qualora dovesse essere ammesso ai finanziamenti, dovrebbe procedere alla revoca della concessione. La ratio di questa beffa risiederebbe nel principio generale di tutela della “par condicio” dei partecipanti all’avviso pubblico di assegnazione del bene (FAQ n.99 del 16 febbraio 2022).

«L’ennesima dimostrazione – prosegue la nota – di come la regola della co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore è una mera affermazione di principio, smentita sistematicamente dalla realtà».

«A questo punto» , conclude il Gruppo di Lavoro, «se le reiterate dichiarazioni volte a rassicurare il Terzo settore circa il suo fattivo coinvolgimento, sono state espressioni di chiara volontà politica, si pone una questione di coerenza e di trasparenza: riparare alla parzialità e alle contraddizioni del bando, con uno nuovo che: affermi in maniera chiara e inequivocabile la regola della co-progettazione; tenga insieme gli interventi di ristrutturazione con quelli di gestione; finanzi, quindi, anche le spese di gestione».

Solo pochi giorni fa in un articolo su Vita dati alla mano, quelli dell'istant book “Beni confiscati. 25 anni dopo, una sfida ancora da vincere, si ribadiva che "la gestione dei beni confiscati alla mafia, se non coinvolge il Terzo settore, sarà inevitabilmente un flop" (per leggere l'articolo qui).


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