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Povertà energetica, Cese: «Agire per tutela vulnerabili»

Per il secondo anno consecutivo il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha organizzato un convegno per fare il punto sulla situazione della precarietà energetica nell'Ue, nella prospettiva di una transizione socialmente equa e giusta. I partecipanti all'evento hanno formulato proposte concrete per affrontare quest’emergenza sociale

di Cristina Barbetta

Proteggere i più vulnerabili, ma al tempo stesso responsabilizzare i cittadini dell'Ue coinvolgendoli attivamente nella transizione energetica. Sono queste le parole che la Commissaria europea all'energia Kadri Simson e la Presidente del Cese Christa Schweng hanno usato per chiedere maggiori interventi, a ogni livello, in occasione del convegno in modalità ibrida sul tema "La lotta alla precarietà energetica al centro della transizione ecologica ed energetica", che si è svolto presso la sede del Comitato economico e sociale (Cese) a Bruxelles (a questo link le informazioni sull'evento).

L'evento, organizzato con il sostegno della presidenza francese del Consiglio dell'Unione europea, ha dato seguito al convegno del Cese tenutosi nel 2021, dal titolo: “La precarietà energetica al bivio tra pilastro europeo dei diritti sociali e Green Deal europeo” (a questo link le informazioni sull'evento).

«La precarietà energetica è una triste realtà con cui milioni di cittadini dell'Ue sono alle prese, e che è stata aggravata dagli ultimi avvenimenti. È più che mai evidente che dobbiamo non solo proteggere le persone in difficoltà, ma anche responsabilizzare tutti i cittadini degli Stati membri attraverso la politica energetica dell'Ue. Questa è anche la via per una transizione equa», ha affermato Kadri Simson.

«A marzo abbiamo presentato la nostra Comunicazione sul piano REPowerEU», ha spiegato Kadri Simson: «è il nostro piano per eliminare definitivamente le importazioni di combustibili fossili russi dal nostro sistema, e prendere il pieno controllo del nostro futuro energetico. Il piano si basa», ha continuato Simson, «sulla diversificazione delle nostre forniture di gas, accelerando allo stesso tempo lo sviluppo di energie rinnovabili. Siamo convinti di poter già ridurre di ⅔ la domanda dell’Ue di gas russo entro la fine di quest’anno».

«Produrre energie rinnovabili non è la sola strada», ha evidenziato la commissaria Simson. «Va in parallelo con il risparmio energetico, e questo significa che chiunque può contribuire! Stiamo lavorando a un Piano per i risparmi energetici a livello di Unione europea, dal momento che l'energia più economica è quella che non viene usata».

Tra le iniziative della Commissione, Kadri Simson ha menzionato il Toolbox dei prezzi energetici (Energy Prices Toolbox), «che ha aiutato gli Stati membri a proteggere le persone e le imprese dall’impatto di prezzi più alti. Il Toolbox ha aiutato specialmente le persone più vulnerabili, per le quali dobbiamo fare tutto il possibile». «I Paesi dell’Ue hanno fatto per ora un uso eccellente di questo strumento», ha commentato la Commissaria. «Abbiamo visto misure per:
– Ridurre la tassazione energetica
– Estendere il concetto di gruppi vulnerabili o famiglie che vivono in condizioni di povertà energetica
– Misure per sostenere le imprese
– Integrazioni di sostegno diretto al reddito
– E, in casi eccezionali, regolazione dei prezzi», ha affermato Kadri Simson.

Oltre al Toolbox Kadri Simson ha anche menzionato il Gruppo di Coordinamento per la povertà energetica e i consumatori vulnerabili (Energy Poverty and Vulnerable Consumers Coordination Group), recentemente istituito dalla Commissione europea. «Discuteranno l’implementazione di misure di emergenza e continueranno a esaminare la loro evoluzione con il tempo», ha affermato la Commissaria.

«Il pacchetto Pronti per il 55% (Fit for 55% Package), il piano Ue per una transizione verde, ha un filo continuo verso una transizione socialmente giusta. Per esempio, si pensi al Social Climate Fund, una vera novità per quanto riguarda il modo in cui l’Ue gestisce la transizione. Le direttive aggiornate, chiamate rispettivamente: Efficienza energetica (Energy Efficiency) e Performance energetiche degli edifici (Energy Performance of Buildings) anch’esse rafforzano il quadro giuridico, così che possiamo essere più decisi sulla povertà energetica.

La Commissaria ha così concluso: «Entro la fine di maggio, porteremo avanti le misure necessarie di follow-up per il piano REPowerEU, anche per assicurare l’ottimale funzionamento del mercato elettrico. Vogliamo raccogliere qualunque beneficio dell'energia a basso costo. L’energia pulita è la più economica, ed è cruciale per bloccare la povertà energetica nell’Ue».

Ricordando che la transizione energetica rappresenta un'occasione unica per intraprendere un'azione coordinata, anche alla luce dell'attuale moto di solidarietà e della spinta all'integrazione in Europa in risposta alla guerra in Ucraina, la Presidente del Cese Christa Schweng ha affermato: «Dobbiamo dare prova di una reale lungimiranza. Le misure vanno attuate tenendo presente che la solidarietà nei confronti dei più vulnerabili deve rimanere una priorità! La riduzione della precarietà energetica non può essere raggiunta senza il coinvolgimento attivo della società civile organizzata. Dobbiamo cogliere le opportunità per agire, reagire e influire».

La Presidente Schweng ha fatto riferimento alla risoluzione sulla guerra in Ucraina, adottata dal Cese lo scorso 24 marzo (a questo link l'articolo di VIta).

«Abbiamo sottolineato l’importanza di ridurre la dipendenza energetica dell’Ue da terzi, in particolare dalla Russia. Nella stessa risoluzione il Cese ha sottolineato che l’impatto della guerra non deve pregiudicare l’azione climatica e la sostenibilità, come previsto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite».

«Gli strumenti per raggiungere una transizione giusta e verde, che non lasci indietro nessuno», ha spiegato Christa Schweng, «sono il Green Deal europeo (European Green Deal) e il Pilastro europeo dei diritti sociali (European Pillar of Social Rights). La Presidente del Cese ha anche evidenziato come «affrontare la povertà energetica deve essere una priorità dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (National recovery and Resilience Plans)».

«Inoltre vorrei sottolineare come la transizione verde e digitale debbano promuovere condizioni lavorative che siano giuste e socialmente eque, e che vadano di pari passo con la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali», ha concluso la Presidente del Cese.

  • La questione della povertà energetica riguarda tutti

La precarietà energetica è un grave problema sociale in ogni Stato membro dell'Ue e in tutto il mondo. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata e, secondo gli ultimi dati, nel mondo oltre 700 milioni di persone – ossia, circa il 10 % della popolazione mondiale – vivono in condizioni di estrema povertà e non hanno accesso all'elettricità. In tutta l’Europa le persone che versano in questa situazione oscillano tra i 50 e i 125 milioni.

L'Ue deve attuare una transizione socialmente equa e giusta verso un'Unione europea climaticamente neutra entro il 2050, dimostrando che è possibile conseguire gli obiettivi in materia di energia e clima, garantendo al contempo che nessuno sia lasciato indietro.

Per combattere la precarietà energetica, la presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione (Ten) del Cese, Baiba Miltoviča ha posto l'accento sulla necessità di una volontà politica salda, volta a creare una coalizione, a livello sia nazionale sia europeo, tra tutti gli attori sul campo, e ha sottolineato che il Cese è pronto a svolgere un ruolo attivo e a riunire tutte le parti interessate.

  • La via da seguire: più fondi, misure a livello locale ed estesa ristrutturazione degli edifici

Tra i partecipanti al convegno gli attivisti della lotta alla precarietà energetica Martha Myers, in rappresentanza della rete Friends of the Earth Europe e della coalizione Right to Energy, Miguel Morcillo del Patto dei sindaci (Covenant of Mayors), Clotilde Clark-Foulquier della Federazione europea delle organizzazioni nazionali che si occupano delle persone senza dimora (Feantsa), e studenti universitari dell'Istituto di studi politici di Strasburgo.

I partecipanti all’evento hanno concordato i seguenti messaggi:
1) Sono necessari più fondi e un accesso semplificato ai finanziamenti dell'Ue;
2) L'accesso decentrato all'energia e le misure a livello locale sono il mezzo migliore per conseguire risultati mirati, in particolare per le famiglie in condizioni di precarietà energetica;
3) La ristrutturazione su larga scala degli edifici è ormai una necessità assoluta, per sostenere le persone con i redditi più bassi;
4) Le organizzazioni della società civile dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella definizione e attuazione delle politiche energetiche;
5) Il Cese intende fare pressioni a favore della creazione di una forte coalizione tra gli attori sul campo e i decisori nazionali ed europei

La presentazione dettagliata delle conclusioni è disponibile a questo link.


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