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WeWorld e Fondazione San Zeno insieme contro la dispersione scolastica

In un anno complesso come quello passato, segnato dalle incertezze della pandemia che hanno gravato ancora una volta soprattutto su scuola, studentesse e studenti, WeWorld, con il supporto di Fondazione San Zeno, è scesa al fianco dei più giovani per supportarli nello studio con le attività di Frequenza200, un programma nazionale per contrastare la dispersione scolastica, nato con l’obiettivo di favorire l’inclusione e il benessere degli adolescenti che vivono in contesti a rischio

di Redazione

“La nostra società ancora troppo spesso lascia indietro ragazzi e ragazze, non riuscendo a garantire loro pari opportunità e una formazione di qualità. Questo avviene in particolare nei quartieri più problematici delle grandi città, da nord a sud con picchi più preoccupanti nel mezzogiorno. Ènecessario che la questione educativa sia centrale in quartieri in cui prevale l’abbandono, la dispersione e la fragilità sociale”. Questo il commento di Marco Chiesara, presidente di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 paesi del mondo compresa l’Italia, alla chiusura dell’anno scolastico e degli esami di maturità.

In un anno complesso come quello passato, segnato dalle incertezze della pandemia che hanno gravato ancora una volta soprattutto su scuola, studentesse e studenti, l’organizzazione è scesa al fianco dei più giovani per supportarli nello studio con le attività di Frequenza200, il programma nazionale di WeWorld per contrastare la dispersione scolastica, nato con l’obiettivo di favorire l’inclusione e il benessere degli adolescenti che vivono in contesti a rischio. Lo ha fatto anche grazie al sostegno di Fondazione San Zeno che ha supportato la realizzazione di diverse attività in diversi territori italiani a rischio – Roma (quartiere San Basilio), Aversa, Milano (quartiere Barona), Catania (quartiere S. Cristoforo), Cagliari (quartiere Sant’Elia), Torino (quartiere Barriera di Milano), Frattamaggiore (periferia nord di Napoli), Avezzano e Ventimiglia – permettendo così il coinvolgimento di oltre 6.000 persone, tra studenti, studentesse, genitori, insegnanti e in generale la comunità educante.

Tutte le attività messe in campo durante l’anno hanno avuto l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica attraverso un modello educativo fondato su pratiche inclusive finalizzate a garantire il diritto allo studio e all’educazione. Alcuni esempi sono il supporto scolastico e psicologico, l’orientamento per la scelta dei percorsi formativi post scuola e i laboratori di educazione non formale come quelli organizzati ad Aversa, per esempio, dove sono stati proposti laboratori d’arte, di fumetto e di fotografia, quelli di Roma, dove ragazzi e ragazze hanno imparato a giocare a scacchi o a suonare la chitarra o quelli di Catania durante i quali i ragazzi hanno imparato le arti circensi.

“Quello che portiamo avanti da anni in tutta Italia è un lavoro che richiede risorse e, soprattutto, una progettualità a lunga scadenza che sappia prima generare un cambiamento e poi consolidarlo nella comunità – continua Marco Chiesara – In questo contesto, sinergie come quella con Fondazione San Zeno si rivelanopreziose ed essenziali per il raggiungimento dei risultati. Siamo soddisfatti del lavoro portato avanti insieme che ci ha permesso di supportare migliaia di ragazzi e ragazze, da nord a sud”.

Le azioni infatti mirano a rafforzare le capacità degli adolescenti, specie quelli più vulnerabili, supportandoli e migliorandone le competenze nel passaggio critico tra il primo e il secondo grado della scuola secondaria, considerato il momento in cui si verifica il più alto tasso di abbandono.

Un’azione di prossimità, di partecipazione “per far sentire docenti, alunni, famiglie parte di una comunità”, spiega Rita Ruffoli, direttrice di Fondazione San Zeno. “Perché solo quando si sentono al centro e protagonisti possono trasformare la scuola in un luogo di benessere, prima che di apprendimento. Frequenza200 costituisce una delle più ampie esperienze nazionali di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica. Sentirsi accolti ed ascoltati, promuovere culture, pratiche educative e politiche pubbliche inclusive partendo da ciò che è più importante: l’ascolto dei bisogni.”


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