Cooperazione & Relazioni internazionali

“A guerra finita”, il corto dedicato a Gino Strada alla Mostra del Cinema di Venezia

Violenza, dolore, morte, orrore. Alla 79a Mostra del Cinema di Venezia, in poco meno di cinque minuti, “A guerra finita” racconta cosa è la guerra. La voce narrante è quella di Gino Strada, fondatore di EMERGENCY, la matita è quella del disegnatore e animatore Simone Massi, già vincitore di un David di Donatello e di due Nastri d'argento

di Sabina Pignataro

Violenza, dolore, morte, orrore. Alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in poco meno di cinque minuti, “A guerra finita” racconta cosa è la guerra. La voce narrante è quella di Gino Strada, fondatore di EMERGENCY, la matita è quella del disegnatore e animatore Simone Massi, già vincitore di un David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio e di due Nastri d'argento nel 2014 e 2015.

«Il cortometraggio è nato il giorno in cui è mancato Gino Strada, da una mail di risposta di Simonetta Gola, sua moglie, a un mio messaggio di affetto. Il fatto che mi sia stato proposta questa collaborazione esattamente in quel giorno per me è risultato come un'investitura», racconta Massi.

Dopo tante immagini che hanno descritto chi sono le vittime della guerra e qual è la loro tragedia, le parole di Gino aprono l’orizzonte verso un’alternativa possibile: l’abolizione della guerra come necessità urgente. «Io faccio il mio mestiere che è quello di disegnare e il mio mestiere non mi impedisce di avere delle idee che sposano quelle di Gino Strada. Perché un'idea della guerra uno riesce a farsela comunque, anche dal comodo di casa e perché se devo scegliere di credere a qualcuno scelgo mille volte Gino Strada».

Se devo scegliere di credere a qualcuno scelgo mille volte Gino Strada.

Simone Massi

La sofferenza dei civili è l’unica verità di ogni guerra. Eppure, chiarisce l’artista, «nel mio cortometraggio non c'è nessuna crudezza, c'è invece una corsa che ci porta lontano dall'orrore della guerra, un finale che per me è carico di speranza.

In passato, Simone Massi ha realizzato la sigla della 69ª, 70ª, 71ª, 72ª e 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per le quali ha realizzato anche il manifesto. Quest’anno, in compagnia della sua compagna Julia Gromskaya che ha curato le riprese, porta a Venezia un secondo cortometraggio, “In quanto a noi” che racconta gli ultimi 60 anni di storia italiana, partendo dalla vita quotidiana delle persone più semplici passando per gli anni del terrorismo. La voce narrante di Wim Wenders, che già in passato ha sostenuto il suo lavoro. In questi anni ha realizzato una decina di piccoli film di animazione che sono stati mostrati in 62 Paesi dei 5 Continenti ed hanno raccolto oltre 200 premi. «Tornare a Venezia è sempre un piacere, con due lavori è una specie di sogno. Lo viviamo con serenità e piedi per terra perché Venezia è comunque una parentesi, la vita di tutti i giorni ha luci meno accecanti e vestiti ordinari». (avevamo raccontato la storia di Julia qui la storia di Julia Gromskaya, nata russa, poi diventata ucraina, ora marchigiana)

Massi non si serve del computer ma fa tutto a mano su carta, come un secolo fa, attraverso l'uso di matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china. «Sono un uomo del Novecento, mi sono formato sentendo la materia e costruendo con le mani. Mi è rimasto questo gusto del lavorare in questa maniera, artigianale», conclude. «Ho la piena consapevolezza che il computer velocizza e semplifica il lavoro ma ognuno ha la sua strada e per me il disegnare a mano conserva ancora la magia che aveva quand'ero bambino, è un vizio che non ho mai smesso, forse addirittura una necessità».

Tutte le foto sono fotogrammi del corto. Si ringrazia l'ufficio stampa di Emergency


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