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Sostenibilità sociale e ambientale

L’aria in città migliora ma non abbastanza

di Sara Bragonzi

Negli ultimi dieci anni l’aria delle nostre città è migliorata ma non abbastanza, visto che sono diminuiti i giorni in cui si superano i valori limite di micro polveri PM10 e PM 2,5 e biossido di azoto NO2, ma soprattutto nelle città del Nord i superamenti rimangono troppo alti.

Sono i risultati di “MobilitAria 2018lo studio che mette insieme i dati e traccia un quadro complessivo della qualità dell’aria e della mobilità sostenibile nelle 14 principali città italiane ovvero Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. I dati si riferiscono al decennio 2006 – 2016 e sono stati curati da CNR-IIA Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto sull’Inquinamento Atmosferico e dal Kyoto Club, Gruppo Mobilità Sostenibile.

Il report dice che “Per il biossido di Azoto NO2 si registrano miglioramenti tra il 36% e il 45% a Bari, Bologna, Catania e Reggio Calabria; si fermano sotto il 20% Firenze, Napoli, Venezia e Palermo. Nei diversi anni presentano comunque superamenti Roma, Milano, Torino, Firenze, Genova, Napoli e Catania.

Diminuiscono anche le concentrazioni di Particolato atmosferico PM10: i principali decrementi si registrano a Torino (-47%), Genova (-37%), Firenze (-36%) e Roma (-35%). Nonostante il calo diffuso delle concentrazioni, i valori di PM10 sono superiori al limite (35 per anno) soprattutto nelle città di Milano, Torino e Venezia.

Per quanto riguarda i valori di PM 2,5 le città con riduzioni più vistose sono Bologna (-43%), Napoli (-43%), Roma (-38%) e Cagliari (-36%) mentre rimangono alti i valori a Milano, Torino e Venezia”.

Occorre legare gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria con la necessità di ridurre i gas climalteranti in accordo con gli impegni di Parigi. Da questo punto di vista l’Italia deve recuperare un ritardo storico sulla mobilità elettrica, puntando a superare l’obiettivo di 5 milioni di auto elettriche al 2030 indicato nella SEN. A partire dal prossimo decennio si vedranno poi circolare anche i veicoli elettrici a guida autonoma elettrici e in condivisione: un’evoluzione che, se ben indirizzata, consentirà di ridurre il numero delle auto e darà spazio alle biciclette

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club

Rispetto al biossido di azoto, di cui i veicoli diesel sono i principali responsabili delle emissioni di questo veleno dell’aria, la sua forte concentrazione in particolare della pianura padana è confermata dal satellite Sentinel-5P dell’ ESA, l’Agenzia Spaziale Europea come si vede bene dalla fotografia scattata di recente. A Milano, Brescia, Roma, Bologna è in corso, nel mese di febbraio 2018, un monitoraggio grazie a cittadini volontari coordinati dall’associazione Cittadini per l’aria, di cui avremo i risultati entro poche settimane.

Per quanto riguarda l’andamento della mobilità urbana secondo MobilItalia sono stati fatti passi in avanti, ma i risultati sono insufficienti e ci sono profonde differenze tra le città.

Aumentano le Zone a Traffico Limitato in molte città, tra le quali Mestre, Bari, Genova, Napoli e Palermo. Aumentano anche le piste ciclabili: Firenze è la città dove si pedala (9%) seguita da Mestre (8%), Bologna e Milano (6%), Torino (3%).

In crescita anche le aree pedonali. Firenze ha l’area pedonale più estesa; tra le città che camminano di più ogni giorno, Napoli è la prima (19%) seguita da Venezia e Bari (18%). In 5 grandi città, dal 2013, decolla il car sharing. Buona la performance del bike sharing a Milano a Torino. A Firenze e Milano via al bike sharing a flusso libero dal 2017».

Catia Bastioli, presidente di Kyoto Club, ha detto che «il settore della mobilità è uno dei maggiori responsabili per le emissioni di gas climalteranti, con contributi percentuali a due cifre sul totale va monitorato molto più di quanto sia stato fatto finora, sfruttando, nella transizione verso modelli di trasporto sempre più sostenibili, le opportunità win – win che ci vengono offerte dall’innovazione, dalla ricerca e dal sostegno da parte dei cittadini per le alternative ai combustibili fossili”.

Anna Donati, curatrice del rapporto e del gruppo di lavoro ‘Mobilità sostenibile’ di Kyoto Club, conclude: «Dobbiamo decisamente fare di più per la mobilità sostenibile nelle città. Serve potenziare il trasporto collettivo e la cura del ferro a scala metropolitana, aumentando l’uso della bicicletta, ampliando le aree pedonali, promuovendo il veicolo elettrico a partire dagli scooter e puntando sull’uso condiviso dei veicoli. Perché solo in questo modo avremo un miglioramento della qualità dell’aria, della sicurezza stradale e degli spazi urbani».

Le motivazioni alla base dello studio “MobilitAria 2018” partono dalla considerazione che in Italia manca un luogo dove vengono accumulati in modo integrato dati sulla mobilità urbana, da mettere in correlazione con l’andamento della qualità dell’aria. Manca un contesto dove trovare traccia dei provvedimenti e delle azioni svolte dalle Amministrazioni Comunali, dove ragionare sui risultati, scambiando esperienze e buone pratiche.

Ora quindi amministratori e legislatori hanno una fonte a cui fare riferimento


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