Cooperazione & Relazioni internazionali

Il mistero dell’Airbus Rio-Parigi. Nuovi corpi recuperati ma nessuna scatola nera

di Paolo Manzo

Oltre ai resti dell’aereo anche i corpi. A distanza di quasi due anni dalla sciagura aerea che colpì il volo Air France 447 decollato la sera del 31 maggio 2009 da Rio de Janeiro con destinazione Parigi e precipitato poche ore dopo per cause ancora da chiarire nell’Oceano Atlantico, sono stati individuati parti importanti e alcuni cadaveri delle 228 vittime coinvolte nella sciagura, tra cui c’erano anche 10 italiani. Con questo importante ritrovamento si spera venga anche a galla la verità sulle cause dell’incidente.A dare la notizia è stata il ministro dei trasporti francese, Nathalie Kosciusko-Morizet, secondo la quale ci sarebbero buone possibilità di identificare i corpi individuati. “La parte ritrovata – ha dichiarato il ministro – è una parte molto importante dell’aereo ed è rimasta praticamente intatta in un unico blocco”. Si tratterebbe della fusoliera, localizzata a nordest del porto di Recife, in un’area circoscritta di 10mila kmq in cui non si era mai cercato finora, in un raggio di 75 km dall’ultima posizione conosciuta dell’Airbus 330. “Abbiamo potuto identificare vari elementi tra cui i motori e le ali – ha specificato Jean-Paul Troadec, direttore della BEA, l’ufficio di indagini e analisi francese – ma di certo è la fusoliera il pezzo cruciale”. Dal canto suo la BEA ha comunicato che consegnerà il rapporto definitivo sulle investigazioni solo alla fine del 2011. Finora dell’aereo erano stati individuati il timone verticale di coda e il piano verticale. Mancano, però, ancora all’appello le scatole nere, il tassello necessario per la risoluzione del giallo che si spera possano essere trovate nelle prossime settimane.

“Siamo felici del ritrovamento – ha dichiarato il portavoce di Airbus, Stefan Schaffrath – speriamo che possano essere trovate le due scatole nere e che le informazioni che contengono siano leggibili per capire quanto avvenuto realmente”.

Le ricerche, giunte ormai al loro quarto tentativo, erano riprese il 25 marzo scorso grazie all’intervento di un gruppo specializzato di oceanografi statunitensi provenienti da Cape Cod in grado di operare con attrezzature sofisticatissime che si avvalgono anche di robot marini d’ultima generazione. Adesso il governo francese, che insieme ad Airbus e Air France spenderà almeno 6 milioni di euro per completare le ricerche, ha lanciato una gara per scegliere la nave che si occuperà delle procedure di recupero.

Le prime foto scattate dai robot hanno mostrato una parte integra dell’areo e diversi corpi che si sarebbero conservati grazie alla profondità, si trovano a meno 4000 metri, alla pressione e alla temperatura dell’acqua. I tecnici stanno riflettendo in queste ore sulle possibilità di riportarli in superficie. “È rischioso – ha dichiarato uno degli esperti che chiede l’anonimato – perché dopo due anni in acqua lo spostamento può danneggiarli”. All’epoca della sciagura solo una cinquantina di corpi furono ritrovati. Finora sotto accusa erano finiti i sensori di velocità in dotazione all’Airbus, i cosidetti Pilot ma era stata proprio la Bea a dichiarare che potevano aver sì causato problemi al velivolo ma non tali da determinare l’incidente. Proprio a marzo di quest’anno un tribunale francese aveva condannato in via preliminare l’Airfrance e l’Airbus per omicidio colposo.

Tra tre settimane partirà il resto dell’operazione. Si circoscriverà il campo di ricerca, si scatteranno foto attraverso il sottomarino Remus per localizzare le scatole nere e si tenterà il recupero. “È una speranza per le famiglie”, ha dichiarato Jean-Baptiste Audousset, dell’associazione francese delle vittime del volo AF447.


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