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Cooperazione & Relazioni internazionali

In Messico denunciano il sequestro di altri 31 studenti, i desaparecidos sono 20mila

di Paolo Manzo

Inutile nascondersi dietro ad un dito come alcune autorità del paese sono abituate a fare: il Messico non controlla parte del suo territorio. Per capire di cosa stia parlando prima vi chiedo di fare un piccolo sforzo informativo, ovvero di leggervi questo articolo pubblicato ieri su Vanity Fair. Fatto? Bene. Ora forse vi chiederete che rapporto ci possa essere tra la sparizione dei 43 studenti universitari che si stavano recando ad Iguala e questa “retata” da parte di persone sconosciute vs un gruppo di adolescenti di Cocula che si accingevano a festeggiare la fine dell’anno scolastico. Il rapporto è semplice ed è la vicinanza geografica ed il problema è che il governo di Città del Messico non controlla questa parte del suo territorio.I presunti killer dei 43 hanno infatti confessato di avere freddato lo scorso 26 settembre gli universitari proprio a Cocula, città ad un tiro di schioppo da Iguala (23 minuti in auto rispettando tutti i limiti di velocità). Vi chiederete ancora: ma il motivo? Perché un conto è “fermare” studenti che protestano e danno “fastidio” – il movente c’è pur essendo orrendo – mentre potrebbe risultarvi incomprensibile da capire il rapimento di massa di studenti delle medie superiori che hanno come unico obiettivo quello di divertirsi alla festa di fine anno scolastico. Il motivo non è l’elemento importante, ciò che conta qui è il contesto socio-politico legato al territorio. Quasi certamente ad Iguala il mandante è stato il sindaco perché, dopo le proteste degli universitari che già qualche tempo prima avevano disturbato un comizio della di lui moglie (soprannominata la Regina di Iguala perché gestiva la cassa dei servizi sociali del comune ed era in lizza per prendere il posto del marito alle elezioni amministrative del 2015) è stato lui ad ordinare alla Polizia Comunale di “risolvere il problema”. Polizia Comunale che nelle zone di cui stiamo parlando (per questo è importante la geografia) agisce tutt’uno con il cartello narcos di Guerreros Unidos per un motivo molto semplice: la moglie del sindaco è collusa con Guerreros Unidos tramite due suoi fratelli che erano schedati dall’intelligence messicana già come membri del cartello dei Beltrán Leyva e dal 2010 si sono invece avvicinati al nuovo cartello dominante nella zona, Guerreros Unidos per l’appunto.

Insomma questo il contesto in cui i 43 universitari alla fine sono stati probabilmente uccisi, non per chissà quali elaborate motivazioni ideologico-politiche ma solo perché potevano rovinare un comizio elettorale della “Regina di Iguala” nonché futura sindachessa filo-narcos. Polizia locale, politici locali e boss della droga locali in questa parte di Messico formano una cupola unica che da anni compie operazioni simili nella più totale impunità ed indifferenza del governo centrale. Ci sta dunque che per una qualsiasi ragione/sghiribizzo di uno o due dei tre soggetti sopracitati (narcos/poliziotti locali/politici locali) o magari tutti insieme (il motivo non lo so ma di certo non è primariamente “politico”) – abbiano deciso l’ultimo giorno di scuola di rapire un gruppo di studenti che si preparavano a far festa per la fine dell’anno scolastico.

Purtroppo rapire ragazzine e ragazzini è all’ordine del giorno da quelle parti, anche se nell’ultimo caso di cui ho scritto su Vanity Fair il governo centrale e la procura generale della repubblica negano sia mai avvenuto e la giornalista di France24 ha ammesso alcune imprecisioni nella sua inchiesta. Autorità dello stato di Guerrero hanno detto che il rapimento sia avvenuto ma nel 2013 e che a scomparire sarebbero stati 17 e non 31 adolescenti. La madre che ha avuto il coraggio di denunciare a volto coperto all’emittente francese  ha comunque confermato la sua versione ieri ma poco cambia ed il problema di questa “terra senza legge” (non vogliamo usare il termine “Stato fallito” come il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica) rimane.

Chi non ricorda il “case-study” di Ciudad Juarez del resto e la scomparsa di centinaia di ragazze molte adolescenti ed immigrate dal Sud del paese per andare a lavorare nelle maquilladoras e, comunque, sempre di famiglie povere? Inizialmente si parlò addirittura che c’era un serial killer ma là come nella zona compresa tra Cocula ed Iguala nessuno chiedeva nessun riscatto. Ma allora perché rapire se non per ottenere soldi?Dopo l’ipotesi ridicola del serial killer (arrestarono anche qualcuno che non c’entrava nulla) le ipotesi fatte sul femminicidio di Ciudada Juarez e che girano oggi sono tante e tutte orrende: tratta delle schiave/schiavi, prostituzione, snuff movies (in pratica film porno dove le ragazzine/i alla fine vengono uccisi perché davvero perché pare ci siano persone ricche su questa terra disposte a pagare oro per crimini del genere), traffico di organi, etc. Per la cronaca oggi in Messico i desaparecidos sono almeno 20mila, la maggior parte concentrata nella zona di Messico che confina con gli Stati Uniti e negli stati di Guerrero, Chiapas e Oaxaca.


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