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Cooperazione & Relazioni internazionali

La guerra in Ucraina e l’America latina

di Paolo Manzo

La folle guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina ha riportato l’attenzione del mondo sull’Europa, il Vecchio Continente che riprende ad armarsi pericolosamente, sul ruolo effettivo della Nato e degli Stati Uniti e sull’importanza della Cina come possibile potenza mediatrice nel conflitto, visti gli interessi economici enormi di Pechino a Kiev ed il suo ruolo di alleato, ideologico e di confine, con Mosca. Tornata nel dimenticatoio degli Esteri sui media ed i think-tank occidentali, invece, l’America latina, continente ricchissimo di risorse naturali e minerali, che però conta pochissimo dal punto di vista geopolitico nello scacchiere internazionale, anche perché Washington non lo ritiene una priorità per la sua politica estera, a differenza di Medio Oriente, Asia e, naturalmente, la già citata Europa.

Le cause dell’irrilevanza latinoamericana sono molteplici, in primis la sua distanza geografica dall’epicentro del conflitto cui segue, particolare non meno rilevante, l’assenza di alleanze militari degne di nota. Inoltre nessun paese della regione appartiene od aspira ad entrare nella Nato, ad esclusione della Colombia che ha ultimamente manifestato il suo interesse ad entrare nell’Alleanza del Trattato dell’America del Nord. In America Latina, invece, si dà ampio spazio sui giornali ed in televisione alla guerra putiniana in Ucraina e all'Europa, anche se la popolazione argentina e messicana, brasiliana e colombiana, peruviana e boliviano sente come molto distante e relativamente importante quanto sta accadendo a Kiev e dintorni.

A mio avviso e anche guardando alla storia recente, quella degli ultimi due conflitti mondiali, l’Occidente sbaglia in questo momento storico a trascurare il continente latinoamericano. Durante il conflitto con il nazismo, infatti, fu proprio questa parte di mondo, soprattutto l’Argentina che si guadagnò il soprannome di “granaio del mondo”, a garantire la produzione di cereali e di carne per rifornire i paesi alleati. Inoltre, prima e dopo i due conflitti, l’America latina garantì lavoro e benessere a milioni di Europei, soprattutto italiani e spagnoli, costretti ad emigrare per motivi prevalentemente economici. Inoltre, a differenza del Vecchio Continente, tra Patagonia e Rio Bravo, tradizione vuole che la tendenza a risolvere manu militari questioni territoriali di fatto sia molto remota, pur abbondando a queste latitudini, negli ultimi 70 anni, dittature.

Forse la scarsa tendenza a fare la guerra in America Latina, dove di contro la violenza urbana è terribilmente elevata, è dovuta al fatto che nessun paese della regione possiede armi ed eserciti all'avanguardia come l’Occidente (e la Russia) e, tanto meno, armi atomiche. Anche per questo, il riarmo europeo, almeno visto da qui, ci appare oltremodo preoccupante.


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