Intese di pace
Misericordie, un’alleanza con la logistica militare per le operazioni umanitarie
Firmato oggi a Roma l'accordo di collaborazione fra il Comando operativo di vertice interforze - Covi e la Confederazione nazionale. Il presidente Domenico Giani: «Gettiamo le basi per intervenire in quei teatri internazionali in cui la Difesa italiana opera, in una sinergia che vede il mondo del volontariato e gli apparati delle Forze armate, uniti nel servizio al prossimo»

«In un momento storico segnato da crisi umanitarie diffuse e da scenari internazionali sempre più complessi, un nuovo tassello di solidarietà è stato messo al servizio delle popolazioni colpite dalle conseguenze della guerra e dell’instabilità» è questo il commento delle Misericordie d’Italia alla firma, stamane a Roma, dell’accordo di collaborazione fra il Comando operativo di vertice interforze – Covi a Centocelle (Roma), e la stessa Confederazione. Un’intesa finalizzata all’invio di aiuti umanitari nelle zone di conflitto in cui sono presenti le missioni militari italiane.
A sottoscrivere l’intesa, il generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, comandante del Covi, e il presidente nazionale delle Misericordie, Domenico Giani, già comandante della Gendarmeria e direttore dei Servizi di Sicurezza dello Stato della Città del Vaticano. «Un’intesa», si legge in una nota, «che mette in rete competenze, mezzi e valori: da un lato, la capacità logistica e di coordinamento delle Forze armate; dall’altro, la forza silenziosa di oltre 100mila volontari presenti in tutta Italia, pronti a far arrivare aiuti concreti laddove la povertà e la vulnerabilità mordono più forte».

Che cosa prevede l’accordo
L’accordo prevede che le Misericordie forniscano – compatibilmente con la disponibilità di materiali – attrezzature e beni di prima necessità destinati alle popolazioni civili. Saranno poi i canali militari, attraverso i voli pianificati del ministero della Difesa, a trasportare il materiale nelle zone di crisi.
Le attività rientreranno nel quadro della Cooperazione civile-militare – Cimic, che integra l’azione delle Forze Armate con iniziative a beneficio della popolazione locale.
«Non si tratta solo di aver siglato un accordo», ha commentato Giani, «ma di un gesto che dice chi vogliamo essere. Mettiamo a disposizione la nostra rete di solidarietà per aiutare chi soffre, anche oltre i confini nazionali, convinti che la Misericordia non abbia barriere geografiche ma solo orizzonti di umanità. L’occasione ha permesso di gettare le basi anche per operare in quei teatri internazionali in cui la Difesa italiana opera», ha aggiunto, «in una sinergia che vede il mondo del volontariato e gli apparati delle forze armate, uniti nel servizio al prossimo. Colgo l’occasione per esprimere un sentito ringraziamento al Signor ministro della Difesa e al Comando operativo di vertice interforze per la piena, pronta e generosa disponibilità dimostrata in occasione dell’invio di oltre 80 tonnellate di viveri e beni di prima necessità alla popolazione civile di Gaza, tramite il ponte umanitario verso Cipro», ha concluso il presidente delle Misericordie, «un’azione concreta che conferma come la sinergia tra logistica militare e volontariato possa tradursi in risposte rapide ed efficaci a sostegno dei più fragili, come anche di recente evidenziato dal signor vice-ministro per l’Immigrazione e la Protezione Internazionale di Cipro, Nicholas Ioannides».

Tre anni di lavoro insieme
La collaborazione avrà una durata triennale, rinnovabile, e prevede anche un impegno congiunto nella comunicazione per far conoscere i risultati raggiunti e sensibilizzare l’opinione pubblica.
La distribuzione dei beni, affidata alle cellule Cimic presenti nei vari teatri, avverrà secondo criteri di trasparenza e tracciabilità, con attenzione particolare ai gruppi più vulnerabili: donne, bambini, comunità emarginate.
«Con questa intesa», conclude la nota, «le Misericordie – che affondano le loro radici nella Firenze del 1244 – confermano la propria attualità: un movimento laico e cattolico insieme, che ha saputo attraversare i secoli al fianco degli ultimi, dai tempi della peste alle emergenze del nostro tempo. In questa nuova alleanza con il Covi, il soccorso assume la forma della cooperazione e dell’efficienza, senza perdere mai di vista il cuore del servizio: la persona».
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