Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Elena Bonetti

«Ma quando arriviamo?»: così il Governo risponde ai bambini

di Sara De Carli

Al via il progetto #CiStoDentro, spiegato in un'intervista a tutto tondo con la ministra Elena Bonetti: «Siamo chiamati ad avere il coraggio di ogni passo che facciamo e di scegliere la direzione, sapendo che alla fine di tutto il cammino il senso non sarà solo il “dove siamo arrivati” ma anche e quello di ogni passo che abbiamo fatto per arrivarci». Dal 31 marzo si potrà chiedere la Carta Famiglia anche con uno o due figli ed entro dieci giorni verrà convocato l'Osservatorio Infanzia

Ha debuttato ieri sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia il progetto #CiStoDentro: uno spazio voluto dalla ministra Elena Bonetti per tutti i bambini ed i ragazzi che, insieme alle loro mamme e ai loro papà, stanno vivendo un cambiamento radicale delle loro abitudini quotidiane. Ci sono le informazioni, una finestra di dialogo con la ministra, i consigli di lettura e di attività da fare in casa, la gallery per documentare con foto e video questa strana e nuova quotidianità, le interviste realizzate da Federico Taddia. Fatta eccezione per la Ministra, molti di questi contenuti si possono trovare anche altrove: anzi, diciamolo, forse alcuni di noi si sentono pure un po’ sommersi dalle proposte di “lavoretti” da fare insieme ai nostri figli e dai vari “il Coronavirus spiegato ai bambini” che arrivano sulle varie chat. Sono partita un po’ prevenuta, lo ammetto. Ma pensandoci bene… Stimoli così arrivano davvero a tutti? Certamente no. Ecco quindi la prima novità, da evidenziare: li dà il Governo. La seconda è la progettualità che c’è dietro e che dice di una ministra, Elena Bonetti, che si dimostra lucida e consapevole di quanto l’infanzia e l’educazione siano la chiava di volta del nostro presente, non del nostro futuro.

Ministra, qual è il senso del progetto #CiStoDentro?
Abbiamo voluto creare un luogo dentro il mondo del web – che oggi è uno dei luoghi più abitati anche dalle famiglie, pensiamo alla scuola – e all’interno di esso avere uno spazio dedicato ai bambini e ai giovani e alle famiglie, che stanno condividendo un’esperienza inedita, con l’obiettivo di aiutarli a vivere questo tempo, trovando un loro protagonismo e significato, la possibilità di esprimere con la loro creatività e fantasia elementi di protagonismo e di attivazione personale. #CiStoDentro è un modo per dire ai bambini che questo tempo di fatica nessuno l’ha scelto, lo stiamo tutti subendo ma anche lì c’è una libertà che può essere messa in campo, che è quella viverlo e interpretarlo al meglio. È un modo per dire “potete decidere il modo in cui stare dentro la realtà che vi è data e per cambiarla”. È un messaggio di forte fiducia nei confronti dei bambini, riconoscendo anche che in questo momento occorre attivare un processo educativo e che sono le istituzioni a doverlo fare, è il primo atto politico di un paese. Per questo è importante che un sito dedicato ai bambini sia dentro un sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una notizia pubblicata sul sito del Governo: non è una scelta simbolica. È un percorso che vogliamo fare con loro, dando spazio alla creatività, fare una sorta di diario collettivo che diventi memoria; uno spaio di informazione perché chiediamo sacrifici ai bambini ma devono saperne il perché e il significato, perché solo così si attivano la consapevolezza e la responsabilità, banalmente adattando se stessi alle regole. Il tema centrale è quello della “resilienza creativa”, che vogliamo attivare per farli camminare stando in casa e accompagnandoli a crescere, perché in questi mesi i ragazzi crescono.

#CiStoDentro è un modo per dire ai bambini che questo tempo di fatica nessuno l’ha scelto, lo stiamo tutti subendo ma anche lì c’è una libertà che può essere messa in campo, che è quella viverlo e interpretarlo al meglio. È un modo per dire “potete decidere il modo in cui stare dentro la realtà che vi è data e per cambiarla”. È un messaggio di forte fiducia nei confronti dei bambini

Elena Bonetti

Nella intervista di lancio del progetto, lei ha detto che «le regole sono il modo per tracciare il cammino». Però quando cammini devi sapere dove vai, i bambini appena parti iniziano a chiedere “quando arriviamo? Quanto manca?”. E noi non lo sappiamo.
È vero. Tra l’altro è una domanda che il bambino esplicita, ma che tutti ci facciamo. Io vengo dagli scout e un capo scout è abituato a queste domande a cui, mi viene da dire, si aggiunge quella sul “dietro la curva”. Noi non lo vediamo. Non sappiamo cosa c’è dietro la curva, né quanto manca ad arrivare. Stiamo vivendo un’esperienza che ci può consegnare un modo nuovo di affrontare la nostra storia ed è utile esplicitarlo per i bambini. Siamo chiamati ad avere il coraggio di ogni passo che facciamo e di scegliere la direzione, sapendo che alla fine di tutto il cammino il senso non sarà solo il “dove siamo arrivati” ma anche e quello di ogni passo che abbiamo fatto per arrivarci. Se viviamo così, ogni passo è un pezzo fatto, sapendo che c’è una direzione. Dobbiamo avere visione prospettica e progettualità senza pretendere di sapere cosa c'è dopo e quando. Ogni passo che facciamo adesso definisce chi siamo e chi saremo. È il coraggio del sentiero, di chi apprezza ogni attimo, di chi fa una fatica che non capisce fino in fondo ma sa che ci sarà un "dopo" che gli farà acquisire la fatica come crescita. Noi siamo tutti troppo abituati ad un approccio deterministico alla vita, causa/effetto. Occorre oggi avere il coraggio di attendere. Penso che sia fondamentale proprio fare questo come Paese, mantenere la lucidità di avere in mente il significato di ogni nostro agire.

È un discorso molto bello, ma quanto si può tradurre in azioni concrete?
L’emergenza che stiamo vivendo ha per sua struttura quella di un tempo dilatato, di ritardo: le azioni di oggi avranno effetto tra 15 giorni e quello che viviamo oggi racconta di qualcosa avvenuto 15 giorni fa. È la prima volta che viviamo così intensamente la dinamica del “divenire” e questo ci impone di avere un senso chiaro di indirizzo e di progettualità. Il tema dell’accompagnare i bambini è stato uno dei fari dell’azione del Governo, nelle misure concrete che abbiamo iniziato a mettere in campo, anche nell’ordine delle priorità: la prima decisione è stata mettere in sicurezza i bambini e mezz’ora dopo la chiusura delle scuole abbiamo annunciato la possibilità per i genitori di restare a casa con loro, con un congedo parentale eccezionale o con il voucher baby sitter. In queste due misure, per come sono disegnate, la priorità non è il diritto del lavoratore a stare a casa ma il diritto dei bambini ad aver qualcuno accanto in questo momento: l’ottica non è quella del diritto del singolo ma di una responsabilità e di un dovere sociale, perché c’è una generazione che va accompagnata a dare un significato a questi giorni. Per la stessa ragione è nato il sito #CiStoDentro, in cui andremo a intercettare meglio le situazioni di fragilità, per esempio nel sito metteremo una sezione pensata per i bambini con disabilità.

Siamo chiamati ad avere il coraggio di ogni passo che facciamo e di scegliere la direzione, sapendo che alla fine di tutto il cammino, il senso non sarà solo il “dove siamo arrivati” ma anche e quello di ogni passo che abbiamo fatto per arrivarci. Se viviamo così, ogni passo è un pezzo fatto, sapendo che c’è una direzione. Dobbiamo avere visione prospettica e progettualità senza pretendere di sapere cosa c'è dopo e quando. Ogni passo che facciamo adesso definisce chi siamo e chi saremo. È il coraggio del sentiero, di chi apprezza ogni attimo, di chi fa una fatica che non capisce fino in fondo ma sa che ci sarà un "dopo" che gli farà acquisire la fatica come crescita.

In questi giorni si moltiplicano le richieste di più attenzione per i bambini, che nei decreti non ci sono mai: si è pensato al cane da portare fuori, ma non ai bambini. Serve un #decretobambini, dicono molte associazioni.
Come tentavo di spiegare prima, non è vero che i bambini nei decreti non ci sono. Forse non c’è un titolo esplicito di “tutela dell’infanzia”, ma per come sono state costruite le misure è stato l’interesse primario. Per esempio, il congedo parentale esteso fino ai 16 anni, riconoscendo come elemento fondamentale il bisogno di una relazione educativa che tutti i nostri figli hanno in questo momento. Il tema non è se si possono accompagnare fuori i bambini, sappiamo che ci sono bambini che necessitano di uscire, penso in particolare a chi ha una disabilità comportamentale per cui restare chiusi in casa è una fatica immane, penso ai bambini autistici: ma è già chiarito nelle FAQ che questa rientra fra le necessità per cui si può uscire. Mentre sul doversi riadattare a modi differenti di vivere il gioco… lì prevale la sicurezza. È evidente che già da oggi però dobbiamo iniziare a pensare come accompagnare il paese al dopo, come riaprire e ripartire, non sappiamo quale sarà la data in cui sarà possibile, ma già adesso dobbiamo muovere i nostri passi in quella direzione. Attrezziamoci per avere strumenti. Una cosa posso assicurarla: i 30 milioni che abbiamo stanziato per il bando Educhiamo, in uscita ad aprile, saranno determinanti nel pensare una ripartenza a misura dei bambini e dei ragazzi.

Questa progettualità "adesso per il dopo", come la state facendo?
C'è innanzitutto la convocazione, entro una settimana/10 giorni, dell’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza che avevo appena nominato, purtroppo non c’è stato modo di fare neanche un primo incontro di persona. Proporrò di istituire subito un gruppo di lavoro per la valutazione puntale di effetti di carattere psicologico, emotivo ma anche concreto di questo momento sui bambini e gli adolescenti, per poter definire un indirizzo di azione per il Paese. Con l’Osservatorio per la Famiglia, analogamente, abbiamo già avviato i lavori per un documento di indirizzo sul come agire. Sempre con gli esperti dei due Osservatori intendo attivare un monitoraggio e un’analisi dei dati. Con Telefono Azzurro siamo già d’accordo sul potenziamento dell’analisi delle chiamate che arrivano al 114, con report più frequenti di monitoraggio, e istituiremo un gruppo di studio sugli effetti di carattere sociale e demografico del Coronavirus.

Ha nominato i bambini a rischio di maltrattamenti e abusi, nel nuovo modulo di autocertificazione è comparsa, come voce che autorizza agli spostamenti, l’affidamento di un minore… Ci sono tante situazioni potenzialmente esplosive, ricordiamo che sono circa 450.000 in Italia i minorenni in carico ai servizi sociali, di cui 91.000 a causa di maltrattamento e 1.260.000 i minorenni che vivono in condizioni di povertà assoluta. Per i bambini più fragili quali misure ci saranno?
Non abbiamo voluto normare tutto ciò che riguarda i bambini, in particolare quelli che vivono situazioni di fragilità specifica: penso agli affidi, a chi vive in comunità e deve veder conciliato il diritto alla sicurezza della propria salute con quello di mantenere le relazioni con la sua famiglia. Normare tutto avrebbe significato anche irrigidire tutto, al contrario l’indicazione è stata quella di assumere ogni decisione all’interno della priorità dell’interesse del bambino, per rispondere caso per caso con la necessaria elasticità. Sul tema del risparmio e quello del contrasto alla povertà, ricordo che già nel primo decreto abbiamo esteso la Carta Famiglia anche alle famiglie con un solo figlio di quella che allora era la “zona gialla” e ampliato le agevolazioni per le aziende che volessero donare beni al non profit, partendo dal meccanismo della “legge Gadda”, per cui oggi le aziende possono donare beni come giocattoli o tablet a enti non profit, per aiutare proprio i bambini che si trovano in condizioni di povertà.

Ha funzionato, che lei sappia?
Stiamo costruendo la rete di connessione fra le aziende e il Terzo Settore, ho scritto personalmente a tutte le principali aziende per far conoscere questa possibilità e invitarle a usare questa norma, ricevendo un ritorno di interesse importante.

E la Carta Famiglia? Al momento dal sistema le famiglie con uno o due figli non possono ancora richiederla…
C’erano dei tempi tecnici. Sarà possibile richiederla dal 31 marzo per le famiglie anche con uno o due figli residenti in quella che al momento del decreto era la “zona gialla”, ma a brevissimo sarà estesa a tutta Italia. Sono sicura che il sistema commerciale e produttivo saprà trovare il modo di far crescere questo meccanismo, la filosofia che dovrà accompagnarci tutti è che si vince se si gioca in squadra, facendo incontrare le esigenze di ciascuno, non più contrapponendole.

La Carta della Famiglia dal 31 marzo potrà essere richiesta da parte delle famiglie anche con uno o due figli residenti in quella che al momento del decreto era la “zona gialla”, ma a brevissimo sarà estesa a tutta Italia.

Avete introdotto un congedo parentale straordinario da 15 giorni retribuito al 50% per il periodo che va dal 5 marzo al 3 aprile. È evidente a tutti che i nostri figli saranno a casa da scuola che dopo quella data: ci sarà un’estensione della misura, almeno per chi non ne ha usufruito in questo primo periodo?
Non va utilizzato entro il 3 aprile, il decreto dice che questa possibilità vale per l’anno 2020, a decorrere dal 5 marzo. Questo non significa che in un prossimo decreto non si possa allargare. Ma nei prossimi decreti dovremo fare anche dei passi avanti, non solo rispondere alle prime esigenze delle famiglie e alla messa in sicurezza, ma anche accompagnare il paese alla ripartenza. E rimango convinta che l’investimento nelle relazioni familiari e educative sia il punto da cui ripartire: il Family Act è pronto, è sospeso in questo momento, ma rimane uno dei baluardi su cui investire.

Una domanda come presidente della CAI: che cosa sta facendo il Governo per le 44 famiglie all’estero?
Le abbiamo più che presenti, le stiamo seguendo attraverso gli enti, siamo in contatto con loro e con i Paesi di riferimento, ho personalmente interessato il Ministero degli Esteri che si è detto da subito pronto a seguire la vicenda, con la Farnesina e la CAI. Le situazioni sono diverse da Paese a Paese, permettere il prima possibile che si risolvano le situazioni è un nostro interesse primario.

Le adozioni internazionali soffrivano già prima, questo blocco ulteriore si teme possa far crollare tutto il sistema…
Gli enti autorizzati che sono in sofferenza devono sapere che la volontà mia personale e del Governo di continuare a investire sulle adozioni internazionali rimane. Il tempo darà conto di ulteriori misure, c’è ad esempio l'impegno, che ho assunto, di aumentare il rimborso alle famiglie e c'è la ripresa dei progetti di cooperazione. Cambiano i tempi rispetto a quello che pensavamo, ma non le finalità. Il mondo dovrà ripartire e azioni positive come l’adozione non potranno mancare.

Foto Unsplash


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA