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Mauro Frantellizzi

La sostenibilità “pesa” il carrello

di Nicola Varcasia

Anche quando fanno la spesa le persone esigono prodotti green. Ma non si può pretendere che siano loro a pagarne l’eventuale sovrapprezzo. Soprattutto in un periodo di incertezza economica. Dialogo con il direttore marketing Galbani Formaggi a partire dalla campagna “Insieme piantiamo alberi” del marchio Vallelata con Legambiente

C’è un rapporto sempre più diretto tra persone (in veste di consumatori), marche e campagne di sensibilizzazione sociale e ambientale. Sono iniziative realizzate per promuovere e posizionare sul mercato un prodotto di largo consumo. Al tempo stesso, però, consentono di allargare lo sguardo ai principi di sostenibilità che muovono un’azienda nel suo rapporto con il territorio. Con Mauro Frantellizzi, direttore marketing Galbani Formaggi, parliamo dell’esperienza in corso del gruppo Lactalis presente in Italia, tra gli altri, con gli storici marchi Galbani e Vallelata.

Come è nata l'iniziativa "Insieme piantiamo alberi"?

In generale, con la marca Vallelata ci siamo dati l’obiettivo di fare qualcosa per la comunità. Da tre anni abbiamo trovato in Legambiente il partner giusto per dare concretezza a questo intento.

In che modo?

Siamo partiti con l’operazione “Puliamo il tuo parco”, dove chiedevamo agli italiani di indicarci quali aree verdi vicine a loro preferissero riordinare. Per due anni ci siamo impegnati ad andare nei dieci parchi della nostra bella provincia italiana che avevano ricevuto più voti per lavorare insieme in modo simpatico, coinvolgente ed efficace.

Quest’anno?

Con modalità analoga abbiamo ideato l’iniziativa sulla piantumazione degli alberi, invitando le persone a scegliere tra varie zone indicate in un portale dedicato.

Come proseguirà?

La fase di segnalazione è terminata da poco e ha riscontrato circa diecimila preferenze. A ottobre passeremo alla piantumazione vera e propria degli alberi nelle zone vincitrici. Ci auguriamo di coinvolgere tante persone in questa esperienza di volontariato, per molte di loro sarà una prima volta.

Dopo i parchi e gli alberi?

La domanda per noi è: qual è, oggi, la cosa su cui possiamo dare una mano maggiore? Attendiamo che Legambiente ci aiuti a dare una risposta. In base a questo decideremo l’operazione per il 2023. La volontà è quella di continuare a essere vicini a esperienze di cura del territorio che vorremmo suggerire anche ai nostri consumatori, legando la nostra marca a valori e azioni in cui crediamo.

Ma in un momento sociale così complicato le persone non hanno perso di vista l'attenzione a questi temi nella vita quotidiana?

È chiaro nei prossimi mesi e, probabilmente, nel prossimo anno tematiche molto delicate quali l’inflazione e il costo della vita acquisteranno ancora più importanza. Però pensiamo che l’importanza dell’ambiente e, in generale, di ciò che rientra sotto il cappello della sostenibilità, oggi sia diventato un valore acquisito che fa parte delle aspettative delle persone.

Cosa intende?

Oggi le persone e quindi anche i nostri consumatori non si aspettano che la tutela dell’ambiente debba far costare di più i prodotti, ma che siano le aziende a doversene fare carico. Nessun consumatore dirà che è disposto a pagare molto di più per avere prodotti sostenibili. Però li esige. Per fare un esempio semplice, per noi non è corretto creare un imballaggio più riciclabile e far ricadere il costo sul consumatore. Ma è un principio che vale in generale.

In che senso?

Quello della sostenibilità è diventato un tema trasversale, che continuerà ad essere un’aspettativa del consumatore nei confronti di ogni prodotto, di ogni marca e, in generale, di ciò che consuma. In sostanza, la sostenibilità deve diventare – e questo sta già in parte accadendo – un punto di parità, non un elemento distintivo.

Che cos'è dunque per il vostro Gruppo la sostenibilità?

È un tema molto importante per qualsiasi azienda e definirla non è un fatto così banale. Noi abbiamo provato a formalizzarlo in modo tale che diventi anche un elemento di cultura aziendale. Ad un primo livello troviamo la sostenibilità per Lactalis nel mondo, con obiettivi scritti in modo chiaro sull’impatto, la riduzione di CO2 e altri aspetti chiave da raggiungere entro il 2025, 35 e 50, validi per ogni Paese in cui il gruppo è presente.

Il secondo livello?

C’è poi un livello di brand social responsability, cioè di sostenibilità per le marche, che passa anche attraverso le singole iniziative, tra le quali quella sugli alberi attualmente in corso. La sostenibilità dunque per noi riguarda la qualità delle materie prime – ad esempio il latte italiano per le mozzarelle – e che esprimiamo attraverso le filiere certificate su gran parte dei nostri prodotti e sugli imballaggi che devono avere una crescente facilità di riciclo.

Come migliorarsi da questo punto di vista?

Bisogna avere la curiosità di capire e chiedersi in continuazione, anche con la filiera, quale sia la strada giusta per dare sostenibilità all’intero processo produttivo e di distribuzione. Non è un lavoro di concorrenza ma, aperto all’impegno dell’intera filiera.

Foto: ufficio Stampa Lactalis, le tre aree più votate della campagna "Insieme piantiamo alberi": il Parco di Giufrà ad Agrigento, l'area verde tra le colline della Gallura a Sassari e l'area Schiaccianoci a Ferrara


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