Volontariato

Andrea: l’operazione, i viaggi negli orfanotrofi e quei 136mila contatti facebook

di Daniele Biella

L'entusiasmante scelta di vita di un ragazzo di 26 anni originario di Ragusa: dieci anni fa l'operazione contro il tumore alla testa che lo ha lasciato vivo ma parzialmente smemorato, poi i viaggi in ogni angolo del mondo - in almeno 90 nazioni - la totale dedizione ai bambini e, il 20 marzo 2016 l'invito a parlare all'Assemblea dell'Onu. Ora ha una comunità enorme che lo segue sul social network, con centinaia di persone che gli scrivono ogni giorno, condividendo gioie e dolori. L'abbiamo raggiunto

Questa è una storia di quelle che quando le senti non te le dimentichi più. Così come non se la dimenticheranno le 100mila persone che finora hanno condiviso ai propri contatti di facebook un singolo post: quello in cui il 26enne siciliano Andrea Caschetto apriva cuore e mente al mondo, raccontando la sua incredibile vita. Eccone l'inizio.

Andrea, hai un tumore nel cervello. Quando sentii quella frase, non ebbi paura

Nel novembre 2005, quando aveva soli 15 anni, Andrea fu operato al Besta di Milano dal dottore Francesco Dimeco con la sua equipe. "L'operazione era difficile, rischiavo di perdere la parola o qualcosa in più. Ma il medico è stato un fenomeno". Il risveglio è stato, però, molto duro. "Avevo difficoltà nell'esprimermi, nel mandare segnali di comprensione. Iniziai a farmi portare per quell'ospedale sulla sedia a rotelle, poi anche in città. Le persone mi fissavano, ma quando muovevo la testa per guardarle, automaticamente toglievano lo sguardo. Prima dell'operazione non studiavo mai e avevo voti altissimi. Seguivo per bene le lezioni e non avevo bisogno di fare esercizi a casa. Dopo mi ritrovai smemorato e con una concentrazione pessima, non memorizzavo più niente". Andrea non si è abbattuto: ha lottato, tanto. Così da recuperare, nel tempo, quella memoria che bastava per arrivare a una laurea specialistica in Media marketing e business e a un master in Cooperazione e vulnerabilità, alla Cattolica di Milano. Prima e dopo, ha viaggiato. Senza tregua, in tutto il mondo, Asia e Africa in particolare, ma i Paesi visitati nel mondo oggi all'attivo sono almeno 90. L'ultima grande esperienza, il giro del mondo per orfanotrofi. Di foto, racconti e video (qui l'oramai celebre – quasi 5milioni di visualizzazioni – "minuto di sorrisi"), la sua pagina facebook è piena.

Dietro al fatto che metto su facebook ogni ricordo di viaggi e incontri c'è un piccolo segreto: dopo l'operazione ho recuperato molta capacità di memoria, ma non tutta. Dopò un po' di tempo tendo a dimenticarmi alcune cose, fissandole sul social network posso recuperarle quando voglio

Grazie a questo metodo, Andrea di recente ha potuto ripercorrere il suo viaggio tra gli orfanotrofi per scriverne un libro, che si chiamerà Dove nasce l'arcobaleno e sarà edito da Giunti. "Saranno sette storie di bambini incontrati in altrettanti orfanotrofi nel mondo delle svariate decine che ho visitato. Ogni bimbo sarà chiamato con un colore dell'arcobaleno, per tutelare la sua privacy e per dare un senso di speranza per il loro futuro". Nessun dubbio che i proventi del libro vadano poi in beneficenza, così come sono andati tutti gli aiuti economici che ha ricevuto finora. "Beh, quasi tutti, l'unica raccolta fondi che ho fatto per me stesso sono stati i 320 euro necessari a procurarmi i visti per viaggiare da uno Stato dell'Africa all'altro"; sottolinea. Il resto è ospitalità gratuita, couchsurfing, tanta condivisione. Andrea è un community builder, perché si attiva – e fa attivare le persone con un semplice messaggio su facebook – per generare azioni virtuose per la collettività, in particolare per i bambini bisognosi. "Una volta ho raccolto duemila euro in un paio d'ore per Douda, una bambina che sta venendo operata alla testa proprio in questo periodo a Roma", racconta. Una delle tante volte. Il suo impegno non è passato inosservato nemmeno alle Nazioni unite: "Sempre tramite i social network, un referente dell'associazione giovani diplomatici mi ha contattato e, il 20 marzo 2016, in occasione della Giornata mondiale della Felicità, ho parlato davanti all'assemblea generale dell'Onu. Un momento indescrivibile". Così come la standing ovation che gli è stata tributata, e che lui non poteva mancare di riprendere.

Tendo a ricordarmi le cose belle e dimenticarmi le brutte. Non sono mai triste, e non lo ero nemmeno prima dell'operazione

Una vita, quella del giovane ragusano, che ora è totalmente dedita a viaggiare e a darsi all'altro. "Non so cosa mi riserverà il futuro, di certo spero di avere una mia famiglia, ma ora per me l'importante è continuare su questa strada". Tra pochi giorni partirà per la Bosnia, accompagnato da Chiara Belliti, una editor che vuole vedere di prima mano come Andrea opera negli orfanotrofi. Poi sarà di nuovo la volta dell'Africa, con un progetto nuovo di zecca, nato anche questo da un incontro: quello con il creatore del braccialetto Amyko, strumento multimediale che contiene le informazioni necessare per fare uscire dalle difficoltà e in certi casi salvare la vita a persone vulnerabili in caso di emergenza, come bambini o persone malate di Alzheimer che si perdono. "Il nostro progetto si chiamerà Amyko nel sorriso: chiunque comprerà un braccialetto aderendo all'iniziativa, contribuirà alla costruzione di una scuola in Nigeria, dato che stiamo raggiungendo un accordo affinché il 50% del costo andrà a suor Enza, la persona di riferimento nel Paese africano che ho conosciuto direttamente", spiega Andrea. Nel frattempo la comunità di persone che lo segue sulla pagina facebook aumenta di minuto in minuto: "mi arrivano ogni giorno centinaia di messaggi, tra questi molti di persone che hanno lottato o lottano contro un tumore oppure hanno familiari che ce l'hanno o non ce l'hanno fatta: tutti mi raccontano le loro storie. Ognuno si sente rinvigorito dalla mia esperienza, e ogni nuova conoscenza mi trasmette bellissime sensazioni".

L'impatto clamoroso del messaggio di Andrea porta con sé una precisa scelta di campo del ragazzo siciliano, in particolare legata a questi tempi difficili legati a migliaia di persone che fuggono anche dai posti che lui va a conoscere: "In ogni nazione che ho visitato, anche nei posti più umili del mondo, ho sempre avuto la porta aperta, mi è stato offerto quel poco che ognuno aveva a disposizione. Proprio per questo trovo orribile, oggi più che mai, rinchiudersi dietro barriere e non accogliere chi viaggia verso la speranza di una vita migliore. Di certo Dio non ha creato barriere, dobbiamo essere gli uni rispettosi degli altri, vivendo e lasciando vivere: è questo che dovrebbe insegnare la televisione, anziché alimentare il terrore del diverso". Grazie, Andrea, e buon viaggio.


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