Sostenibilità

Natale Torre, l’inventore dei Giardini del Sole

di Marina Moioli

Un libro racconta l’appassionante avventura del vivaista che ha portato in Sicilia nuove coltivazioni per valorizzare i “Tropici” d’Italia e ha lanciato una frutticultura alternativa più ecologica

«Torno a trovare Natale Torre nel suo vivaio: casa e bottega. Un posto che non ha nulla da spartire con la bellezza pittorica di un giardino da manuale, ma rappresenta la definizione stessa di giardino per me. Qui c’è vita, con la più alta densità mai vista e con un peso specifico decisamente superiore. Questo luogo è un’agorà per nuovi incontri e vecchie conoscenze. Senza ombra di dubbio, è il crocevia botanico più ricco di Sicilia, tant’è che ha intercettato carovane di accademici e personaggi blasonati».

Scrive così Gaetano Zoccali, giornalista ma anche grande esperto di botanica, nell’introduzione del suo bel libro Natale Torre. I giardini del Sole (Officina Naturalis Editore, Pagine 170, Euro 14,00), un dialogo prodigo di scoperte, esperienze condivise e suggerimenti pratici, dedicato al vivaista siciliano che è stato tra l’altro artefice della riconversione degli agrumeti abbandonati in coltivazioni di avocado e mango a km zero e che oggi è una guida per molti giovani agricoltori e colleghi vivaisti che vogliono innovare con la frutticoltura alternativa.

«Il piccolo giardino che coltivo a Milano è sbocciato come un libro pop-up a partire da quella che oggi si definirebbe una plant box, ma all’epoca era soltanto uno scatolone dello Svelto zeppo di piantine, consegnatomi da Poste Italiane. Natale mi mandò quel pacco regalo quando presi casa nel 2007. Non era affatto grande, ma conteneva l’infinito, stipato di vasetti seminati dalle sue mani…», racconta l’autore del libro-dialogo su e con il vivaista che alla fine degli anni Ottanta fondò la società “I Giardini del Sole” per coltivare e promuovere le varietà insolite per i climi miti, all’epoca introvabili.

Nato il 25 dicembre 1950, dopo una Laurea in Agraria a Torino, la specializzazione in frutticoltura tropicale a Firenze e una collaborazione con il Ministero dell’agricoltura, Natale Torre ha rinunciato a una promettente carriera universitaria per preservare la sua libertà da “cacciatore di piante”, senza però mai interrompere le ricerche sul campo e senza mai abbandonare la sua “missione” di innovatore.

«Per quanto belle siano le fotinie e i rododendri, sono uguali in tutto il mondo. Al mare, non ha senso piantare queste specie come nei Paesi nordeuropei; è meglio puntare sulla bellezza di metrosideros ed eugenie. Per le nostre estati mediterranee, ibischi, bougainvilee e gelsomini sono da preferire a camelie e aceri giapponesi: saranno più sani e ci emozioneranno di più», afferma Torre. E ancora: «Il verde è anche un importante volano turistico e ha un valore identitario. Il paesaggio è il primo motivo per cui si sceglie una destinazione di vacanza. Un turista tedesco che arriva in Sicilia, di certo non si aspetta di trovare qui le azalee che vede intorno a casa sua a Monaco».

Il verde è anche un importante volano turistico e ha un valore identitario. Il paesaggio è il primo motivo per cui si sceglie una destinazione di vacanza

(Nella Gallery sotto: Il fiore del cappero (Capparis spinosa inermis) pianta frugale e indistruttibile, simbolo dei paesaggi siciliani; L’ibisco a foglia di cuore (Hibiscus tiliaceus rubra); I fiori della liana Mansoa alliacea, rampicante di origine sudamericana che dà il benvenuto ai Vivai Torre di Milazzo; La gloria blu, Ipomea indica, rampicante sudamericano dalla crescita velocissima; I grandi fiori bianchi di Eucaliptus globulus, specie monumentale originaria della Tasmania che ha anche una buona resistenza al freddo. A Milazzo ne cresce un esemplare di 150 anni).

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Il libro, che si legge come un romanzo ma arricchisce di conoscenze come un saggio, è il risultato di alcune giornate trascorse dai due amici in tre luoghi cardine per la vita del protagonista: il suo vivaio – casa e bottega – a Milazzo (Messina); l’adiacente Giardino del Gelso, luogo caro alla sua infanzia; l’Orto botanico di Palermo, di cui Torre è stato fornitore di fiori e frutti subtropicali tra i più rari. La conversazione tra l’autore e il vivaista, però, è germinata molto prima ed è destinata a rimanere aperta, mettendo radici nel cuore dei lettori.

“Natale Torre. I Giardini del Sole” è un piccolo viaggio, la sfida del confronto con il nuovo. Nell’Italia che profuma di gelsomini e frangipani – le “pomelie” in siciliano – che ha i colori di ipomee sgargianti e plumbago azzurro cielo, e che negli ultimi anni ha scoperto grazie a Torre anche la vocazione per la frutticoltura alternativa.

Si comincia dalla sensazione di vertigine provocata da un’infinità di piante insolite, che valorizzano la vocazione unica dei paesaggi del Sud. Si prosegue con il percorso di formazione di Natale Torre, da Milazzo ai cinque continenti. E si conclude con una riflessione sul mestiere del Vivaista – con la maiuscola – e con il manifesto di Torre per un giardinaggio più etico ed ecologico. Senza dimenticare un appello ai politici siciliani per «Valorizzare le vocazioni del territorio, senza puntare su soluzioni utopistiche e “aliene” com’è stato per la raffineria, che ha illuso molte persone. È il momento di imparare dagli errori. Ripartiamo da quello che siamo e che siamo stati. Turismo e agricoltura devono convivere meglio, bisogna programmare la loro integrazione. Oggi i visitatori non sono solo in cerca di monumenti storici, ma vogliono vivere il territorio, conoscere l’ambiente, le tradizioni, il cibo. Si viaggia per fare un’esperienza di vita in un posto sano e bello nel complesso, quindi bisogna puntare su cultura e ambiente insieme, difendere i valori della bellezza, e i giardini entrano a pieno titolo in questa bellezza, perché migliorano qualsiasi contesto. Il nostro biglietto da visita non possono essere le ciminiere».

Bisogna puntare su cultura e ambiente insieme, difendere i valori della bellezza, e i giardini entrano a pieno titolo in questa bellezza

E alla domanda di quale sia per lui il giardino più bello, Natale Torre risponde così: «La Mortella, a Ischia, rappresenta il mio ideale di giardino, con la biodiversità in perfetta armonia con il clima locale. È un giardino che ti invita a entrare. Ma il mio personale “giardino del sole” è un muro da cui ricade la Pyrostegia venusta, che hai visto sul recinto: crea un giardino verticale, fiorito dall’autunno a primavera, diventando tutta arancione. E poi la pergola che ho davanti a casa di Thunbergia mysorensis. Già da sola lei mi basta, sboccia per almeno otto mesi l’anno».

Ed ecco spiegato come e perché Natale Torre, uomo dotato di una grande anima, sia anche riuscito a incarnare perfettamente il messaggio filosofico che Voltaire mette in bocca al suo Candide: “Dobbiamo coltivare il nostro giardino”. Il suo è un esempio che va divulgato.


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