Formazione

16mila letti al deserto italia

Gli alloggi per studenti coprono solo l’1,9% delle richieste. una domanda prorompente, in cui le cooperative potrebbero giocare un ruolo di primo piano

di Sara De Carli

Qualcosa si sta muovendo. Ma questa volta non sono gli studenti, stipati su un treno regionale alle 7 del mattino o spersi nelle stazioni della provincia italiana la domenica sera, diretti verso la loro università. Questa volta a muoversi sono le università, gli organismi regionali per il diritto allo studio, i collegi universitari e anche qualche cooperativa abitativa: l?obiettivo è quello di realizzare in tutta Italia 16mila nuovi alloggi per studenti universitari. A dare la notizia è stata Letizia Moratti, annunciando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un decreto per la realizzazione di alloggi e residenze universitarie, collegato alla legge 338/2000. Sulle 169 richieste di cofinanziamento arrivate, 149 sono state giudicate ammissibili. Questo significa che nei prossimi due anni vedremo aprirsi (e chiudersi) altrettanti cantieri per costruire o ristrutturare edifici destinati ad accogliere studenti fuori sede. L?investimento complessivo si aggira sui 900milioni di euro, di cui 450milioni sborsati dal Miur: 9milioni di euro sono riservati ai collegi universitari che realizzeranno nuovi posti letto al Sud. I 16mila nuovi posti cadono come manna dal cielo in un panorama che somiglia al deserto dei tartari. In Italia abbiamo solo 36mila posti per studenti universitari fuori sede, che soddisfano appena l?1,9% delle richieste. Tutti gli altri si rassegnano a fare i pendolari oppure a sborsare 600 euro al mese per un monolocale lontano dal centro o 250 euro per una stanza in affitto. Ma accanto ai collegi storici, come il Ghisleri di Pavia e l?Einaudi di Torino, a quelli degli organismi regionali per il diritto allo studio e a quelli gestiti da istituti religiosi, accanto alle fondazioni da tempo attive nel settore, come la Fondazione Rui e la Ceur, da qualche anno per gli studenti c?è una possibilità in più. Anche le cooperative infatti sono scese in campo. La prima esperienza è nata a Bologna, dove la cooperativa Nuovo Mondo (tel. 051.244212,www.nuovomondo.it ) gestisce 430 posti letto. Gli studenti-clienti vengono selezionati in base a requisiti di merito, e ogni appartamento ha un responsabile: un modo per sottolineare la partecipazione attiva alla convivenza. A Milano la cooperativa La Ringhiera (tel. 02.72002677) subaffitta appartamenti a studenti e neolaureati: al momento coordina l?affitto di 102 appartamenti, in cui vivono 537 giovani. «Abbiamo scelto l?appartamento, non lo studentato, perché è la formula che risponde meglio all?esigenza di autonomia e al desiderio di responsabilità dei ragazzi», spiega Jacopo Vignali, presidente della cooperativa. «Reperiamo l?alloggio, stipuliamo un contratto con il proprietario, e lo offriamo al ragazzo dietro accettazione di un regolamento interno: i ragazzi infatti diventano soci della nostra cooperativa». Questo sistema consente di offrire maggiori garanzie ai privati proprietari di case, e prezzi vantaggiosi agli studenti: 245 euro al mese, inclusi riscaldamento, spese di condominio e manutenzione straordinaria, a fronte di una media di 450 euro del mercato. «Nel 2004 il nostro fatturato è stato di un milione 296mila euro», dice Vignali, «e rifiutiamo 300 domande all?anno. Ci siamo posti un tetto per non contribuire all?impennata dei prezzi del mercato degli affitti». Intanto La Ringhiera sta pensando anche a un nuovo progetto: una casa in via Giambellino, di proprietà della coop, sarà ristrutturata in 72 appartamenti, pronti ad accogliere 400 studenti. Qualcosa di simile lo fa la cooperativa Hinterland (tel. 02.26111181), che da quattro anni gestisce la residenza universitaria della Liuc, a Castellanza: «Sono 380 posti letto in una struttura simile a un residence», spiega Marco Borsani, direttore di Corcab, il consorzio generale delle cooperative di abitazione. Dentro questo stesso ambito è nata da poco Reset, una società di cui Corcab è l?azionista di maggioranza, che dal prossimo anno accademico gestirà la nuova residenza del Politecnico: 136 alloggi arredati, climatizzati e cablati, per 293 fortunati. Infofile Residenze quante ne mancano quante sono Ne parla Giuseppe Catalano, docente di Economia e organizzazione dei servizi. Studium: Come siamo messi in Italia? Giuseppe Catalano: Non bene. Siamo attorno ai 35mila posti, di cui 10mila concentrati in sole tre città: Pavia, Urbino e il nuovo polo di Arcavacata, in Calabria. Il Nord ha un?offerta migliore del Sud, ma in generale si tratta di una vera e propria emergenza. Le conseguenze sono gravi, soprattutto in termini di mobilità internazionale. Studium: Quali le ragioni di questa situazione? Catalano: L?Italia non ha mai valutato adeguatamente i vantaggi formativi e culturali del vivere in collegio: è qualcosa che dà valore aggiunto agli studi universitari. La legge 338/2000 è stato un passo importante: ha coinvolto le università in prima persona, che ora si stanno muovendo per affrontare il problema. Studium: C?è spazio anche per le cooperative sociali? Catalano: Certo. La collaborazione tra pubblico e privato è la strada migliore rispetto al fine che si vuole raggiungere: per motivi economici, ma anche perché non bisogna appiattire il collegio sull?albergo. Il valore aggiunto è nel protagonismo degli studenti, che solitamente è più incentivato da strutture con un?identità valoriale forte. Studium: C?è già qualche esempio concreto? Catalano: Il Politecnico di Milano ha appena firmato quattro convenzioni con delle realtà non profit (Fondazione Rui, Ceur, Fondazione Falciola e Cooperativa Hinterland) per aumentare le borse di studio in favore di studenti residenti presso questi collegi. Ad alcuni corsi che si terranno all?interno dei collegi saranno riconosciuti anche dei crediti formativi. Extrafile Quando il room-mate ha settant?anni Sono 180mila gli studenti che gravitano sulle nove università milanesi. Oltre la metà sono pendolari mentre quelli che, provenendo da altre regioni o nazioni, devono risiedere a Milano sono circa il 25%. Dati della ricerca di MeglioMilano, il sodalizio che con il Politecnico ha avviato la sperimentazione di Prendi in casa uno studente. Il capoluogo lombardo, che vanta dei record negativi nel caro affitti, ha però necessità di accogliere i tantissimi che frequentano le sue università. «Ma poter attrarre e trattenere talenti, richiede servizi di accoglienza, in primo luogo alloggio», ha ricordato il presidente di MeglioMilano, Marco Bono presentando i risultati del primo esperimento di accoglienza di studenti da parte di pensionati che si è aperto nel giugno del 2004 e che avrà un nuovo impulso. Positive le prime convivenze avviate, 17, risultato delle 100 richieste di pensionati incrociate con le 200 degli studenti fuorisede. Alla prima fase hanno partecipato il Politecnico, il Consiglio di Zona 9 e Ras assicurazioni. All?iniziativa parteciperà anche la Provincia di Milano che ha deciso di mettere a disposizione dei pensionati che accoglieranno un universitario, mille euro per migliorie all?abitazione. Tra gli incentivi: collegamenti internet gratuiti, ingressi scontati a cinema, teatri e musei. L?ampliamento risiede nel fatto che dal prossimo anno potranno partecipare gli studenti di Bocconi, Cattolica, Iulm e Statale. Quella di MeglioMilano si affianca all?iniziativa posta in essere dall?associazione Casainsieme che si occupa anch?essa dell?abbinamento pensionati-studenti. (A. Ne.) Info: MeglioMilano – tel. 02.76020589 Casainsieme – info@casainsieme.org

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