Welfare

20 milioni di euro per i rimborsi delle spese adottive

I fondi per i rimborsi delle spese sostenute dalle famiglie per le adozioni internazionali? Ci sono e ammontano a 20 milioni di euro. 12,5 milioni vengono dal fondo da 15 milioni creato dalla legge di stabilità e 7,5 da un avanzo degli anni precedenti. Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi oggi pomeriggio, rispondendo a un’interrogazione alla Camera.

di Sara De Carli

I fondi per i rimborsi delle spese sostenute dalle famiglie per le adozioni internazionali? Ci sono e ammontano a 20 milioni di euro. Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi oggi pomeriggio, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata dell’onorevole Eleonora Bechis. L’interrogazione verteva sul fondo per le adozioni internazionali da 15 milioni di euro creato dalla Legge di stabilità, fondo che – recita la legge – ha il fine di «sostenere le politiche in materia di adozioni internazionali e di assicurare il funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali». Da mesi quindi ci si chiedeva se i rimborsi delle spese adottive rientrassero o meno in quel fondo, essendo il testo poco chiaro al riguardo: le ultime famiglie ad avere avuto il rimborso sono quelle che hanno sostenuto le spese adottive nell'anno 2011, rimborsi effettuati (parzialmente) dalla CAI «con le risorse assegnate e destinate al sostegno delle adozioni internazionali nell’anno 2013 (disponibili da marzo 2014) e nell’ anno 2014 (da poco rese disponibili)», come dice il comunicato del 31 gennaio 2015.

Il ministro Boschi, che ha risposto all’interrogazione in quanto rivolta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e non da presidente della CAI, «non essendo ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di mia nomina come presidente della Commissione per le adozioni internazionali e quindi non avendo ancora assunto formalmente, ovviamente, l'incarico», ha parlato di 20 milioni di euro per il 2016: «ci sono anche 7 milioni e mezzo, derivanti dai riporti relativi alle annualità precedenti, che sono sempre destinati ai rimborsi e quindi relativi alle adozioni internazionali ma per quanto riguarda le spese sostenute dalle famiglie». A questi 7 milioni e mezzo si aggiungono 12 milioni e mezzo, sempre nell'ambito del Fondo per le adozioni internazionali, che sono destinati appunto ai rimborsi per le spese sostenute».

Quindi stando alle parole del ministro Boschi dei 15 milioni del Fondo creato dalla legge di stabilità, ben 12,5 sono esplicitamente dedicati ai rimborsi per le spese sostenute e ad essi si aggiungono 7,5 milioni avanzati dalle annualità precedenti. La presidente della CAI Silvia Della Monica a inizio aprile in un’intervista, alla domanda sui rimborsi, non aveva parlato di avanzi ma al contrario aveva accusato «le gestioni precedenti» di aver «usato in modo scriteriato i fondi della Commissione». A questo punto sono in attesa di rimborsi le coppie che hanno adottato dal 2012 in poi, ben quattro anni: 2.469 nel 2012 (fonte CAI) e 2.291 nel 2013 (idem), più quelle degli anni 2014 e 2015, anni per cui non abbiamo il numero delle coppie che hanno adottato ma solo quello dei minori adottati, 2.206 e 2.216 (fonte CAI). E un genitore ci scrive che addirittura «mancano ancora circa 2.400 coppie che hanno adottato nel 2011».

Il ministro ha comunicato anche che «con riguardo alle annualità su cui ancora non è stato effettuato il rimborso previsto per le famiglie – in particolar modo ci riferiamo all'annualità del 2011 – la dottoressa Silvia Della Monica, che come sapete svolge ruolo di presidente e vicepresidente attualmente della Commissione adozioni internazionali, ha fornito elementi volti a rassicurare rispetto ad un'istruttoria in corso, a fronte ovviamente delle richieste che sono state avanzate dalle famiglie, con riguardo a quelle annualità».

Nessun cenno è stato fatto dal ministro ad eventuali rimborsi per le famiglie vittime di frodi nelle adozioni internazionali: la commissione bilancio aveva approvato un ordine del giorno della senatrice Blundo che citando esplicitamente il caso Kirghizistan impegnava il Governo ad attivare un fondo di solidarietà per le famiglie incorse in queste situazioni.

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