Non profit

24mila posti vuoti nel 2009 in Confartigianato

E Sacconi promette per fine gennaio l'accordo con le Regioni e le parti sociali per rilanciare l'apprendistato

di Redazione

“Il Piano ‘Italia 2020’ è finalmente l’occasione per rilanciare l’apprendistato, offrendo ai giovani uno strumento formativo fondamentale per entrare nel mondo del lavoro”. Lo ha sottolineato ieri il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli al convegno organizzato a Roma dalla Confederazione per approfondire i contenuti del ‘Piano di azione per l’occupabilità dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro’ messo a punto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (in allegato il pdf del piano Italia 2020.

Nel 2008 (ultimo dato disponibile) gli apprendisti nelle imprese artigiane erano 218.344, vale a dire circa un terzo rispetto al totale dei 640.863 apprendisti. La valorizzazione dell’apprendistato, secondo Confartigianato, può consentire a giovani di acquisire quelle competenze che le imprese non trovano sul mercato del lavoro. Secondo i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, nel 2009, nonostante la crisi, 1 impresa artigiana su 4 ha avuto difficoltà a reperire personale qualificato. Con il risultato che lo scorso anno, rispetto ad un fabbisogno occupazionale di 93.410 persone, i piccoli imprenditori hanno dovuto rinunciare ad assumere il 25,1% della manodopera necessaria, pari a 23.446 persone.

Occasioni di lavoro perse in un Paese come l’Italia che, tra settembre 2008 e settembre 2009, ha visto crescere il tasso di disoccupazione dei giovani under 25 dal 19,5% al 23,5%.

La risposta del Ministro Sacconi non si è fatta attendere. “La riscoperta dell’apprendistato come strumento formativo che integra apprendimento e lavoro – ha detto – è la strada maestra per consentire l’occupabilità dei giovani”.

Secondo il Ministro del Lavoro “la formazione deve essere fatta in impresa o quanto meno in un ambiente produttivo, altrimenti finisce per essere una festa solo per i formatori. Basta con la retorica della precarizzazione, del sussidio come risposta ai problemi dell’occupazione. Basta con il metodo scolasticistico. Oggi abbiamo un drammatico problema di disadattamento scolastico dei nostri giovani che nasce proprio dalla separatezza tra la formazione e i luoghi di lavoro. Una distanza che ci portiamo dietro fin dagli anni 70. Bisogna integrare l’apprendimento e il lavoro. Dobbiamo rilanciare l’istruzione tecnico-professionale, far riscoprire ai giovani l’’intelligenza delle mani’. Anche un percorso liceale può aver bisogno di un corso da elettricista o da falegname”.

Il Ministro ha poi sottolineato le condizioni indispensabili per ridare efficienza al sistema dell’apprendimento e per integrarlo con il mondo del lavoro. “Bisogna ripartire dall’analisi, su base territoriale e con cadenza ricorrente, dei fabbisogni professionali delle imprese per arrivare alla valutazione delle competenze delle persone”. E proprio per restituire protagonismo alle parti sociali, il Ministro Sacconi ha annunciato di voler concludere entro gennaio l’accordo tra Stato, Regioni e parti sociali che riguarda anche la concertazione sulla formazione e l’apprendistato”.

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