Il 29 novembre la Colletta alimentare.
Quest’anno più delicata che mai L ‘ appuntamento è per sabato 29 novembre: presso oltre 7.600 supermercati potrete partecipare alla dodicesima Colletta alimentare, lasciando ai volontari della Fondazione Banco alimentare, che l’organizza, alimenti non deperibili. Attraverso gli 8.500 enti convenzionati arriveranno sulla tavola di un milione e mezzo di indigenti. Un gesto di solidarietà che lo scorso anno ha coinvolto più di 5 milioni di italiani (che hanno donato quasi 9mila tonnellate di cibo) e del quale c’è sempre più bisogno. Vista l’aria che tira. Come conferma Vittore Mescia , responsabile approvvigionamenti della Fondazione Banco Alimentare: «Stiamo rinnovando le convenzioni con gli enti e perciò non abbiamo dati certi per il 2009. Informalmente sappiamo che sono in aumento le domande. Un incremento notevole si è registrato già nell’ultimo anno. Nel 2007 avevamo 8.248 enti che aiutavano un milione e 435mila persone; nel 2008 sono diventati rispettivamente 8.667 e un milione 517mila persone».
Emergenza Meridione
Cifre che impressionano, destinate probabilmente a salire. «Già ora», prosegue Mescia, «percepiamo la fatica delle associazioni nel soddisfare una domanda in crescita. Il loro aiuto non basta più. Le richieste ora provengono da persone insospettabili. Si sta verificando un allargamento silenzioso del numero di persone che hanno bisogno di sostegno e che magari non sono abituate a chiedere. Non indigenti ma persone che faticano ad arrivare alla quarta settimana o non superano la terza».
Un fenomeno denunciato dalle statistiche: la povertà alligna a Sud (e infatti oltre il 50% degli assistiti del Banco alimentare risiede nel Meridione) mentre il calo del potere d’acquisto colpisce fasce sempre più ampie della popolazione. L’aumento della domanda infatti non è omogeneo: mentre non cresce quella degli stranieri, sale quella degli italiani. «Non possiamo quantificare in modo preciso, ma i nostri connazionali in difficoltà sono in aumento. Pensionati con la minima, nuclei monoreddito o nei quali il capofamiglia ha perso il lavoro. Sta iniziando l’onda lunga della crisi: aziende in difficoltà che chiedono la cassa integrazione o addirittura chiudono. C’è da capire quanta popolazione sarà coinvolta». Impossibile fare previsioni, dunque. Ma se si considera che già ora i prodotti più richiesti sono quelli cosiddetti “di pregio”, che costano un poco di più ma non sono di lusso (per intenderci: olio, tonno e carne in scatola, omogeneizzati per bambini), ci si rende conto del disagio prossimo venturo. Cadere nel quale è un attimo: basta un mutuo che sale eccessivamente o spese impreviste, in particolare se si ha un reddito appena appena sufficiente…
40 chili a testa
Si comprende tuttavia la cautela del Banco alimentare (che nel 2007 ha distribuito in media 40 kg a testa a oltre un milione e mezzo di persone): «Cercheremo di far fronte all’incremento di enti e di persone che chiedono assistenza. Ma dobbiamo allo stesso tempo tener conto della nostra capacità di dare un sostegno concreto e percepibile, non avendo a nostra volta certezze circa le forniture», spiega Mescia. «Raddoppiare il numero degli assistiti potrebbe voler dire diminuire le quantità pro capite e magari creare situazioni non sostenibili. Pensi a un ente che magari deve fare 70/80 chilometri per andare nei nostri magazzini a ritirare il cibo. Non può muoversi per ritirare un quantitativo che non vale il viaggio. Dobbiamo fare anche questi conti».
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