Anffas ha sottolineato come prima di tutto si debba procedere al superamento del modello medico verso il modello bio-psico-sociale.
Per Anffas l’area di principale emergenza e quindi di priorità su cui occorre intervenire è quella della diagnosi precoce e certa. In seconda battuta ha sottolineato come gli attuali strumenti valutativi non siano sensibili a rilevare i bisogni abilitativi e riabilitativi delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, per cui occorre adottare le nuove classificazioni dell’Oms.
Infine ha sottolineato come l’intervento abilitativo-riabilitativo, se punta – come dovrebbe – all’inclusione, oltre che focalizzarsi sulla persona, deve proiettarsi soprattutto nel contesto in cui la stessa vive. La riabilitazione, pertanto, può e deve attuarsi il più possibile dove la persona vive e non all’interno di strutture specialistiche.
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