VitaPodcast
Rondine, un podcast per scoprire dove nascono i leader di pace
Siamo stati a Rondine - Cittadella della Pace, dove convivono giovani nemici, provenienti da paesi in conflitto. Qui si scopre la persona, al di là dell’etichetta di nemico. Come è possibile? Su cosa si fonda il “metodo Rondine”? Come si diventa leaders for peace? Un nuovo podcast di VITA, con le voci e le storie delle persone che abitano questo luogo unico
Come possono nascere nuovi leader di pace in un tempo di guerra? A Rondine, un piccolo borgo vicino ad Arezzo, da ormai 26 anni si cerca di formare i leader del domani che sono poi i leader del presente. Rondine: dove nascono i leader di pace è il nuovo podcast originale di VITA. In due puntate, Sara De Carli e Gianmarco Landucci racconteranno Rondine partendo dalle voci di chi vive il borgo tutti i giorni. Dalle storie di chi – ora per ora – sta accanto al suo nemico, ci parla, ci dialoga. Kateryna e Sabina, per esempio, sono due studentesse della World House: una ucraina e l’altra russa, ci hanno raccontato la loro storia. Dall’odio e alla comprensione del dolore, hanno raccontato la loro storia e come siano riuscite a “sminare” i propri cuori.
«Sono venuta a Rondine per parlare con il mio nemico», dice Kateryna. «Sono arrivata con tante esperienze di guerra, la mia e quella dei rifugiati che ho incontrato a Bucarest, e un dolore molto grande. Pensavo che solo io avevo un dolore e che per il fatto di aver passato questa esperienza fossi un po’ più grande degli altri. Invece quando ho incontrato Sabina e lei mi ha raccontato la sua storia, ho capito che anche lei ha un dolore. Questa è una cosa tra le tante che noi condividiamo, il dolore».
Rondine non è solo un antico borgo recuperato e non è nemmeno soltanto un luogo di formazione, ma un luogo in cui le relazioni personali, basate su un diverso approccio al conflitto, assumono il potenziale di un cambiamento politico. Qui il nemico ritorna ad essere una persona e questo cambia tutto. Le parole che caratterizzano Rondine sono cinque, come ci ha ricordato Valentina Pierucci, responsabile del programma World House: persona, relazione, politica, comunità, festa. A Rondine questi aspetti si vivono in modo intersecato ed inscindibile. Ma alla base del tutto c’è il concetto di conflitto: come ci ha detto nella lunga intervista Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine, il conflitto è il “dorso della mano” della relazione, ne è parte integrante. Solo in quest’ottica, capace di vedere il grande inganno del “nemico” e di relazioni “ammalate dalla storia”, potremo eliminare la guerra dalla storia dell’umanità.
«Dobbiamo togliere il significato negativo dalla parola conflitto, anche perché ogni relazione presenta come suo dorso il conflitto. Dobbiamo accettare e comprendere questo, che il conflitto è parte essenziale della relazione», dice Vaccari.
Per questo il metodo Rondine può essere utilizzato ovunque, anche in paesi che non vivono un conflitto violento. Anche in Italia. Per questo accanto ai giovani della World House, da qualche anno Rondine accoglie anche una trentina di ragazzi che stanno frequentando il loro quarto anno (ne ha parlato per gli abbonati di VITA Sara De Carli nella newsletter Dire, fare, baciare), chiamati anch’essi, come le “Rondini d’Oro”, a immaginare e realizzare un progetto che possa creare un impatto generativo nei loro paesi o nel territorio in cui vivono.
Rondine, dove nascono i leader di pace, è un podcast originale di VITA, in due puntate, disponibile su tutte le piattaforme di podcast. Sul magazine di febbraio troverete il reportage realizzato da Sara De Carli, Rondine, dove i nemici imparano a dire noi. Se sei abbonata o abbonato a VITA leggi subito “Mettersi in mezzo di può” (e grazie per il supporto che ci dai). Se invece vuoi abbonarti, puoi farlo da qui.
Ascolta Rondine: dove nascono i leader di pace
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.